[fusion_builder_container hundred_percent=”no” equal_height_columns=”no” hide_on_mobile=”small-visibility,medium-visibility,large-visibility” background_position=”center center” background_repeat=”no-repeat” fade=”no” background_parallax=”none” parallax_speed=”0.3″ video_aspect_ratio=”16:9″ video_loop=”yes” video_mute=”yes” overlay_opacity=”0.5″ border_style=”solid”][fusion_builder_row][fusion_builder_column type=”1_1″ layout=”1_1″ background_position=”left top” background_color=”” border_size=”” border_color=”” border_style=”solid” border_position=”all” spacing=”yes” background_image=”” background_repeat=”no-repeat” padding=”” margin_top=”0px” margin_bottom=”0px” class=”” id=”” animation_type=”” animation_speed=”0.3″ animation_direction=”left” hide_on_mobile=”small-visibility,medium-visibility,large-visibility” center_content=”no” last=”no” min_height=”” hover_type=”none” link=””][fusion_text]
Mobile journalism e Ces di Las Vegas: binomio vincente, ma…
Il mondo della tecnologia si è appena lasciato alle spalle il Ces 2017, il Consumer Electronic Show di Las Vegas. Si tratta di uno degli eventi più importanti del mondo per quanto riguarda le novità dell’elettronica e della tecnologia di consumo, mondo che interessa direttamente il mobile journalism per quanto riguarda le novità delle device elettroniche con cui il mojo si trova a lavorare tutti i giorni. Ces e Mojo è un binomio che, di solito, rivela novità vincenti, ma in questa edizione non si sono registrati momenti che cambiano autenticamente le regole del gioco. Poche news dal comparto telefoni e tablet, dalla produzione dei principali harwdare di lavoro per il mobile journalism, in una fiera dell’elettronica dominata dalle auto a guida autonoma e dalle ultime uscite del mercato degli schermi e delle televisioni.
Le uniche luci? Sui video a 360 gradi, su AR e VR
Il mercato dei telefonini è in un momento di sospensione dopo l’uscita del 7 fra gli iPhone (a proposito auguri per i 10 anni) e dopo la tempesta che si è abbattuta su Samsung con il Note 7 e le sue esplosioni. Molto probabilmente i produttori di telefonini aspettano di fare la battaglia dell’anno al Mobile World Congress che andrà in scena dal 27 febbraio al 2 marzo del 2017 e sul quale puoi sapere tutto se ti colleghi a questo sito. L’unica novità impattante sul mercato l’ha mostrata Asus rivelando il suo Zenfone AR che è il primo telefonino che supporta contemporaneamente AR e VR. Più in particolare questa device del produttore taiwanese, è in grado di supportare il visore di Google DayDream di realtà aumentata e con la app Tango, progetto di Mountain Wiew sulla Augmented Reality. In particolare su Tango Zenfone AR si pone come il secondo telefonino capace di supportare Tango dopo il Lenovo Phab 2 Pro e il principale strumento per il visore della realtà aumentata DayDream, sviluppato sempre da Google. Sui progetti Tango e DayDream puoi informarti cliccando qui e qui.
Per le foto panoramiche, per i video e per la parte delle immagini in generale Zenfone AR, previsto in uscita nel Q2 del 2017, mette in campo delle potenzialità molto elevate e il sistema operativo Nougat Android 7.0. Le caratteristiche tecniche sono impressionanti. Eccole:
- 5.7″ Super AMOLED display, 515ppi
- Snapdragon 821 chipset: Quad-Core (2×2.35 GHz Kryo & 2×1.6GHz Kryo) CPU, Adreno 530 GPU
- 4/8GB RAM
- 32/64/128/256GB of built-in storage, expandable via the microSD card slot
- 23MP main camera; OIS (4-axis), depth & motion track sensors, 2160p video capture, 8MP selfie camera
- 3300mAh removable battery, QuickCharge 3.0
Le micro SD compatibili con Zenfone AR possono aumentare la memoria fino a 2000 Giga, caratteristica molto importante per il mobile journalism. Veloce anche il processore e impressionante anche la dotazione di Ram che può arrivare a 8 giga con tutto quello che questo significa nella produzione dei video. Certa, quindi, la resa quando si opera con kinemaster per l’editing. Ecco, comunque, una veloce prova dal Ces che mostra alcune caratteristiche come la possibilità di fare foto a 360 gradi.
[/fusion_text][fusion_youtube id=”https://youtu.be/Ovo_MpZkWIQ” width=”820″ height=”450″ autoplay=”false” hide_on_mobile=”small-visibility,medium-visibility,large-visibility” /][fusion_text]
Il charger che ti salva
Per chi lavora sul campo il vero problema è la carica delle device. Ecco che a salvare tutti arriva Omnicharge, la “bestiola” che è in grado di ricaricare contemporaneamente telefono, tablet e pc (casomai serva). Si tratta di un power bank dotato di 20400mAh con spine di ogni genere per tutte le esigenze e un adattatore 100W AC/DC. Con un prodotto del genere, acquistabile da questa campagna indiegogo, non dovrebbero più esserci problemi per la giornata intera on field di chi fa mobile journalism e non mette mai il sedere sulla scrivania. Un game changer del lavoro mio e tuo che ti permette di non abbandonare mai il campo mentre stai lavorando.
I video a 360 gradi, vero topic del CES 2017
Il vero campo di interesse per chi fa mobile journalism al CES di Las Vegas è stato il mondo delle camere a 360 gradi e affini. La notizia che ha spostato gli equilibri del campo è stata quella del produttore cinese Insta360 che ha lanciato la sua partnership con Periscope per i live a 360 gradi. Da alcuni giorni, infatti, una selezionata membership di utenti della applicazione di live della compagnia del cinguettio, Twitter, può produrre, tramite il download di una versione aggiornata, ma beta, video live panoramici da qualsiasi posto.
Insta360 è il primo partner di Periscope e ha “vinto” la possibilità di far andare l’applicazione live in diretta in modo automatico, senza settaggi o software di streaming. Si attacca la camera al telefonino, si apre Periscope e via. Questa mossa ha cambiato le regole del gioco nel mercato, soprattutto per quanto riguarda il mobile journalism che si era orientato, fino a questi giorni, sul live di Facebook. Se vuoi far parte della membership ecco la lista cui iscriversi (spero tu sia più fortunato di me perché io non ho avuto risposta).
In conseguenza di queste mosse del mercato i produttori di videocamere a 360 hanno “sganciato” all’esposizione alcuni pezzi interessanti di hardware. Insta360 ha portato il suo top di gamma che è la Pro, camera che permette video a 360 e 360 3D con acquisizione da 6 telecamere e dai microfoni integrati o da un mic esterno. La qualità è 8k e le specifiche tecniche sono visibili in questo link. In assenza di novità dai big della tecnologia si sono fatti sentire gli outsider come Sphericam che ha messo in mostra la sua Sphericam2 le cui caratteristiche sono leggibili a questo link. Qualità a 4k con 60 frame per secondo, con la possibilità di fare foto a 360° in qualità RAW, il massimo del file fotografico. Importante il prezzo di entrambe, circa 3000 dollari, ma va detto che si tratta, in entrambi i casi, di un prodotto top tra quelli accessibili nel mercato consumer.
Un mondo, quello dei video a 360 gradi, che interessa in modo diretto i mojoers e li proietta in un futuro prossimo nel quale il contenuto giornalistico potrà e dovrà svilupparsi anche con questo tipo di tecnica. La materia affascina, come passo successivo rispetto al mobile journalism classico, ma si prende anche la briga di far discutere per le sue implicazioni etiche. Certamente i video a 360 gradi aprono nuovi linguaggi e nuove possibilità di produzioni (e quindi di guadagni per freelance spiantati come me e te), ma pongono il problema dell’autorizzazione alla ripresa perché la visione a 360 gradi permette di catturare anche le immagini di chi, altrimenti, sarebbe fuori dal campo di un obiettivo normale.
[fusion_youtube id=”https://youtu.be/nMbdSV12ev4″ width=”820″ height=”450″ autoplay=”false” api_params=”” hide_on_mobile=”small-visibility,medium-visibility,large-visibility” class=””][/fusion_youtube]
[/fusion_text][/fusion_builder_column][/fusion_builder_row][/fusion_builder_container]
Lascia un commento