Facebook si mangia il mercato dei video.
Sono passati poco più di due giorni dalla notizia che puoi leggere in questo articolo del Wall Street Journal e ancora non noto sussulti italiani. Eppure dovrebbero essercene, perché l’annuncio rischia di ribaltare completamente il mercato del broadcast mondiale. Di cosa si tratta? Del fatto che il social network di Zuckerberg ha annunciato che presto rilascerà un’applicazione tv nella quale si potranno vedere i video dei propri amici, dei personaggi che si seguono e, insomma, tutto il flusso visuale che ora scorre nelle nostre timeline. Ci sarà piena integrazione con le smart tv e un flow di contenuti che ridefinirà il nostro uso della televisione, ma soprattutto il tuo e mio modo di fare giornalismo visuale o, perfino, comunicazione visuale. Da qualche tempo a questa parte l’ingresso di Facebook nel mondo del video è stato dirompente e, in questi giorni, si sta materializzando quello che potrebbe essere l’inizio della fine per la televisione come la intendiamo. Basta mettere vicino i fatti accaduti per capirlo.
In principio era una domandina
In principio quella domandina, “A cosa stai pensando?” era il mantra. Adesso è vecchissima, superata dalla filosofia di Zuck che vuole rendere sociale qualsiasi frame della vita dei 7 miliardi di umani sulla terra. Si sono susseguiti i video, la diretta, i flussi dei canali televisivi, ma, di recente è successo ben altro. 7
Sto parlando del rilascio di una versione di Messenger che prevede videomessaggi, della partenza dell’audio appena vi mettete a guardare in orizzontale i video, dell’acquisizione di formati video verticali e, soprattutto, dell’annuncio fatto martedì. Sto parlando di quello, appunto, del rilascio di una specifica applicazione Tv per convogliare sulle smart television che sono ormai alla portata di tutti, il fiume di frame che ci inonda ogni giorno.
Ormai la gran parte del mondo occidentale vede video molto più dal social che dalla televisione ed è per questo motivo che il prode Mark ha varato l’ingresso del suo gingillo d’oro, il quale peraltro è già il secondo distributore mondiale di video nel web dopo Google, nel mondo del broadcasting. Lo ha fatto, come al solito, rinnovando il mezzo di condivisione, ma aprendo anche alla possibilità, già dichiarata come passo successivo, di mettere le mani sugli “advertising dollars” delle TV.
Il mondo della TV dovrà cambiare
Il mondo della Tv, di conseguenza, dovrà cambiare, se non vuole rimanere inghiottito dal mostro Facebook. Si dovrà alleare, mandando flussi in diretta anche attraverso il social di Menlo Park. Già lo fa, ma c’è da scommetersi che FB, dopo aver pagato alcuni media in giro per il mondo per mandare in dirette facebook dei propri contenuti (fra questi Repubblica), metterà mano al portafoglio anche per portarsi in casa le major tv.
Se le tv non si muoveranno verso questo nuovo canale c’è da credere che la fine, per loro, si possa avvicinare, almeno per il modello mastodontico che hanno in quanto a business. Oltretutto le caratteristiche della App Tv andranno verso una capacità responsiva elevata creando una timeline visuale conformata secondo gli interessi dell’iscritto a Facebook che la voglia usare. C’è un’altra questione aperta
E il giornalismo a ruota, anzi prima…
Se la tv dovrà cambiare, medesima sorte tocca al giornalismo. Più in particolare modo parlo del giornalismo dei freelance o dei producer, insomma, dei mobile journalist. Facebook, infatti, promette di inserire nel feed di video i contenuti preferiti dall’utilizzatore. Fra questi avranno pieno diritto di cittadinanza anche quelli che il mobile journalist, il freelance producer, deciderà di pubblicare sui suoi canali. Non ho fonti certe in tale senso, ma non ti dico una baggianata se penso che Facebook, nelle sue mosse accessorie a questra rivoluzione, potrà mettere anche un sistema di monetizzazione dei video con delle revenue sharing sull’advertising.
Seguendo il ragionamento, quindi, spero che cominci a tornarti il conto di quanto sia importante crearsi un pubblico, sia per i prodotti che si desidera vendere, sia per la propria professionalità. Esso, infatti, rappresenta il potenziale bacino d’utenza attivo, “ingaggiato” e interessato a quanto si produce. Da quel pubblico si può ottenere autorevolezza ulteriore, ma anche confronto, notizie e, infine, soldi. Uno dei mezzi può essere anche questa nuova app di Facebook per la Tv, un passo del social di Menlo Park che rappresenta, sicuramente, l’inizio della fine del mondo del boradcasting come lo conosciamo.
Ehi, ti dico in un orecchio un’ultima cosetta. Esaminando alcuni strani movimenti di Facebook per un’inchiesta, mi sono imbattuto in una diretta della partita Real Madrid-Napoli di Champions League, completamente illegale. Ecco, questo apre un fronte: quello dei diritti televisivi. Visto dal mio modesto punto di osservazione penso che il passaggio di Facebook ad aggredire le Tv andrà a toccare anche quel tasto: come si gestiranno i diritti sugli eventi come le partite di calcio, le quali muovono miliardi in tutto il mondo? Credo che in qualche stanza dei bottoni di più di qualche tv siano sul preoccupato andante.
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