Mojocon, terzo giorno: le mani in pasta.
Si è chiusa ieri, Mojocon 2017, si è chiusa con un giorno dedicato a workshop operativi che vertevano sugli argomenti trattati nei panel dei due giorni precedenti. Abbiamo messo tutti le mani in pasta, lavorato con i telefoni in mano, scambiato idee, incontrato i relatori da vicino, testato cose, pensato a soluzioni per migliorare il proprio business, la propria vita professionale. La sensazione più forte? Quella di essere dentro una comunità, connessa, potente, aperta, umile, decisa (e un po’ sognatrice). Quella di poter contare su una tale serie di link da far tremare le vene dei polsi, link con persone attive, operative, esperte e gentili, sempre pronte a darti una mano per farti capire che poi, ciò che dai, torna indietro.
I pionieri del mojo.
Quelli con cui ho vissuto questi giorni sono i pionieri del mojo, un gruppo di persone che lavorano nei posti più disparati del mondo e che sanno di avere tra le mani una via per rivoluzionare il mondo dei media, finalmente in modo libero. Talvolta sembrano dei geeks (per dirti la definizione, gente con troppo entusiasmo per questo mondo tecnologico digitale), ma conoscono una strada economica, giusta, paritaria e rivolta al futuro per far rialzare il giornalismo dalle ceneri: il mobile journalism.
Le pressioni contro il mobile journalism sono fortissime.
I mojoer sono una comunità forte, aperta, fiduciosa e attiva: per questo fanno paura. Lo conferma il fatto che ho saputo di pressioni forti dentro la BBC per tornare indietro rispetto ai passi fatti dentro il mondo del mobile journalism: pressioni che derivano dai settori dei tecnici e dalle figure professionali classiche dei giornalisti che hanno conosciuto il mondo del broadcasting importato in un certo modo, parzializzato, diviso in settori di competenza. I mojoer devono avere tutte le competenze, dal filming, al montaggio, al suono, al colore delle immagini, in una professionalità sola.
Questo spaventa. Se ascolti poi l’ultima chiacchierata di chiusura di Glen Mulcahy sul futuro di Mojocon comprenderai che anche RTE sta per fare un passo indietro e lui è orientato a staccarsi e andare avanti da solo. Il motivo? Per una tv questo modo di vedere le cose cozza contro l’enorme massa di investimenti fatti per l’hardware classico della tv. Se tutti andranno in giro con i telefonini, una RTE non saprà che farsi di milioni di euro di studi televisivi, telecamere e regie. Così tante altre tv. Le pressioni sono anche sindacali, ma va aperto un dialogo con tutti, perché la via del futuro passa da un cambiamento totale del modo di produrre news e il cambiamento io penso sia mojo.
La via per vendere? Non partire dal telefono
Te lo dico subito: nei prossimi giorni parlerò molto anche dei prodotti visti qui e dei produttori di hardware per il giornalismo, ma il mojo resta una nuova filosofia professionale che ha poco a che fare con le device, i microfoni, i treppiede o le lenti. Deve entrarti nella testa.
Se vuoi abbracciare questa nuova cultura professionale non puoi partire dal telefono e dagli aggeggi che lo circondano, ma dalla qualità, dall’efficienza, dalla particolarità e dall’innovatività di quello che farai.E dalle storie particolari che troverai. Altrimenti fornirai una bella scusa a chi deve prendere i tuoi pezzi per non farlo. Punto.
Ti dico anche un’altra cosa: le recensioni che farò, di conseguenza, saranno quelle dei prodotti che userò, quelle dei prodotti che vanno bene per il mio mojo, ma magari potrebbero non essere buoni per il tuo. Mi schiererò, quindi, ma sono qui per darti consigli: scrivimi e ti rispondo (magari ci metterò un po’, ma lo faccio).
La sopresa di City Producer
Chiudo, da Galway, dicendoti che ho incontrato anche gli sviluppatori di City Producer, un’applicazione integrata di filming ed editing di altissimo livello. Si tratta di un prodotto innovativo che fa un passo in più rispetto alle semplici applicazioni come Filmic Pro e Luma Fusion. Le mette insieme in un sistema professionale di alto livello per i videomaker e i giornalisti video, un sistema in grado di fare mojo in una applicazione sola e di integrarsi in modo lineare con le regie delle tv o con i siti per l’invio del materiale o lo stesso live streaming.
Ora torno a casa. Buon mojo e alla prossima.
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