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Wireless stick: un aggeggio porta guai.
Ho provato sulla mia pelle cosa vuol dire avere una Wireless Stick della Sandisk e vi consiglio di non fare lo stesso errore che ho fatto io. Il trasferimento dei file, lo scaricamento della memoria dell’iPhone e dell iPad quando filmi o quando monti è un momento essenziale della vita del mobile journalist. Devi avere a che fare con strumenti a prova di bomba che permettano di ottenere risultati sicuri, nel minor tempo possibile e nel modo più stabile possibile. Uno di questi strumenti era la iXpand della Sandisk che puoi vedere nella foto qui accanto. Uno strumento insostituibile, una di quegli oggetti che, se li perdi, ti viene da piangere. E’ utilissimo, indispensabile. Quello lì era anche stabile fino a quando, tra mille porchi, mi sono accordo di averlo perso.
Mi sono detto: “Provo”
Una delle cose che non mi piacciono del lavoro in mobilità è la quantità di fili e oggetti che uno si deve portare dietro quando va in giro. Mi atterriscono due cose: la possibilità di perderli e la possibilità di romperli. Per cui, quando ho visto che la Sandisk, marca leader mondiale dei supporti hardisk, faceva una chiavetta simile a quella appena persa con le caratteristiche di una wireless stick, allora mi sono deciso a provarla.
Quel pensiero, quel “Provo”, mi è costato abbastanza caro in termini di ore perse a cercare di capire perché, dopo giorni di discreto funzionamento, l’iPhone abbia iniziato a non vedere più la rete wireless creata dalla chiavetta e a non trasferire i file, nemmeno sotto tortura. Per spiegare l’accaduto e per scusarmi con i miei lettori e i miei corsisti, cui avevo consigliato questo prodotto definendolo come discreto, ma lento, ho deciso di metterci la faccia e di fare all’impronta una diretta Facebook dalla mia fan page che puoi trovare qui.
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