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Videomaker “vil razza dannata”.
Nell’ultimo post ti ho raccontato cosa sia il mobile videomaking e che opportunità può sviluppare per tutti noi, in qualsiasi mondo, in qualsiasi aspetto della nostra vita. Se non lo hai letto fai un giro qui e poi torna, che voglio spiegarti il motivo per cui sei assolutamente preparato per fare il videomaker e forse, semplicemente, nessuno te lo ha ancora spiegato come si deve. Io e il collega Fabio Ranfi, vulcanico direttore di MilanoAllNews e seconda anima della casa del mobile journalism milanese, ne abbiamo parlato a lungo e abbiamo fatto molte riflessioni ad alta voce, seguendo le riflessioni fatte da uno dei padri del mobile journalism mondiale, Michael Rosenblum.
Abbiamo fatto migliaia di ore di scuola.
Il giornalista americano, infatti, sottolinea nel suo libro “iPhone Millionaire” che per decenni siamo stati davanti a uno schermo a guardare inquadrature e che, per questo, sappiamo distinguere benissimo quello che è buono da quello che non lo è. I tg che abbiamo visto, i telefilm che abbiamo seguito, le interviste che abbiamo guardato, i documentari, i film, i reality, gli speciali. E oggi i video sui social, sui siti, i tweet, gli snap. Abbiamo la capacità di sapere cosa fare per far un buon video, ma ci manca lo studio della grammatica e del linguaggio, del software adatto e dell’hardware.
Per questo motivo alla nostra “preparazione” naturale, dobbiamo aggiungere la cultura e le informazioni del mobile videomaking, in modo da far diventare “redditizio” e “attivo” tutto quel patrimonio di conoscenze che giace inutilizzato nel nostro cervello.
Non basta aver “subito” tutte quelle migliaia di ore di scuola, bisogna “attivarle” con il mobile videomaking. Insomma, siamo tutti videomaker e ancora non ce ne siamo accorti proprio per bene, ma se sei qui sei sulla strada buona, almeno tu, per rendertene conto in modo definitivo e per usare a tuo vantaggio questa opportunità.
Le riflessioni del Ranfi.
Il buon Fabio Ranfi ha riflettuto sull’argomento da par suo sul suo blog. Ecco che cosa è uscito dalla sua penna mojo e dalla competenza con la quale ha tirato fuori e messo “nero su bianco” i dati sul turbine di video che ci girano intorno tutti i giorni.
Fabio Ranfi
Sei miliardi di ore al mese. Sono le ore di filmati che ogni mese nel mondo vengono viste tramite YouTube. Quattrocento sono, invece, le ore che vengono caricate ogni minuto sempre sul popolare Social Media. YouTube è sicuramente il più grande distributore di “contenuti video” al mondo, ma è da ben prima del suo arrivo che abbiamo iniziato il nostro corso “inconscio” di videomaker.
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