Apple iPhone X e Keynote: uno spettacolo avvilente.
Apple ha presentato al mondo i suoi nuovi prodotti, in diretta dallo Steve Jobs Theatre di Cupertino. iPhone 8 e iPhone 8 Plus, ma soprattutto iPhone X, quello del decennale, sono i nuovi lanci della casa della mela morsicata che ieri hanno catalizzato l’attenzione di addetti ai lavori e appassionati di tecnologia di tutto il mondo. Mobile Journalist compresi. Ebbene, proprio la comunità internazionale dei mojoer ha espresso tutto il suo disappunto per la mancanza, pressoché totale, di novità riguardanti la produzione di contenuti multimediali. Da sempre, infatti, la company fondata da Steve Jobs ha dettato le regole dell’innovazione e dell’interazione tra device mobili: ieri le novità presentate da Tim Cook sono sembrate senza mordente, quasi copiate dalla concorrenza che sta incalzando la Apple da vicino (superandola, talvolta, come nel caso di Huawei).
Le cose buone per i mojo.
Qualche ora fa ho twittato, scherzando, ma non troppo, che la cosa più interessante del Keynote di ieri era la terza serie dei Watch. Se fosse cosi si capirebbe subito che c’è anche altro nelle pieghe della presentazione di Cook e compari, tra ridicoli scambi di espressioni degli Animoji e presentazioni di caricatori wireless come se fossero una novità, ma è un altro da andare a scoprire. Ci sono alcune cose buone per i mobile journalist. Comincio con quelle legate all’hardware.
AR, la nuova frontiera.
Intanto la presentazione del nuovo processore ha impressionato. Si chiama A11 bionic e ai videomaker darà molte opportunità e molta velocità in più. Non c’è niente da dire, questi cuori dei telefoni e dei tablet della Apple sono imbattibili e le 600 miliardi di operazioni al secondo “promesse” dal processore dell’IPhone X, per esempio, sono un dato impressionante. Ci sono netti miglioramenti negli schermi, nella definizione dei colori, nei tempi di apertura dell’otturatore e nella stabilizzazione ottica.
Se togli l’ultima specifica, però, ottima per i mojo come me e te, capirai velocemente che la principale attenzione dei produttori di iPhone si è orientata sulla fotografia, ma a noi serve fare video. Sempre per quanto riguarda l’hardware ha destato impressione la potenzialità mostrata dagli iPhone di nuova generazione per quanto riguardala AR, la augmented reality. Quella può essere una nuova frontiera di produzione dei contenuti multimediali, ma di qui a parlare di una cosa vendibile per i mojoer come me e te ce ne passa.
Lo schermo dell’iPhone X, ma soprattutto il suo processore.
Bello, bellissimo, inarrivabile l’iPhone del decennale. Con quello schermo Super retina e quelle specifiche da urlo per la definizione dei colori è cosa per intenditori, ma diciamocelo, c’è un problemino: nessuno in Italia emette segnali broadcast a 4K, cosa me ne faccio di uno schermo da miliardi di colori? Va chiarito, tra le cose buone, che il processore neurale dell’iPhone X è una figata pazzesca e ha 4,3 miliardi di transistor a pezzo, i quali fanno quei 600 miliardi di operazioni al secondo.
Vuol dire che tra le mani hai il processore più avanzato dell’intero mercato delle device mobili e una macchina che annulla un computer in toto. E per chi fa video questo è una manna. I mobile journalist, tuttavia, sono quasi tutti incazzati per lo spreco di potenza del nuovo gingillo, ma sollevati perché “adesso il 7 costa molto meno”. Capito l’antifona? I mojo avevano bisogno di miglioramenti nel comparto fotografico e video, non di chip mostruosi utilizzati per fare le faccine.
La vera chicca o il grande bluff.
Se segui la mia FanPage (o il mio profilo) sai che sto utilizzando il sistema operativo iOS11 da qualche tempo: è li la vera dritta del nuovo pianeta della Mela. Si tratta di un sistema operativo che nell’iPhone del decennale viene utilizzato in modo diverso perché manca il tasto home (a proposito non è che finisco nei casini quando sto filmando con questo touch totale e questo riconoscimento facciale del cavolo?), ma negli iPhone 8 (e sinceramente anche nel mio) ha molto migliorato il software fotografico e video.
Ci sono effetti di luce, gestione dei colori molto approfondite, migliore stabilizzazione, ma mi è sembrata tutta una questione di software. Il nuovo sistema operativo è più chiaro, più veloce, migliorato in ogni aspetto, è proprio un’altra storia rispetto ai precedenti. Poi ha la chicca del File Manager che, peraltro, resta un file manager parziale e per cloud, più che altro. Non va a cercarti la foto o il pdf che ti sei perso dentro il telefono….
Comunque quello, il sistema nuovo di zecca che verrà rilasciato ai dispositivi compatibili il 19 settembre, è la vera innovazione. E se lo è nasconde il grande bluff di cui ti parlavo nel titolo: se c’è tanta innovazione nel software, non c’è nell’hardware. E si vede. Comunque per i mojoer iOS11 è da scaricare, ma portatevi il power bank. La batteria va che è un piacere e non cambia la situazione con le nuove batterie degli 8 che sono giudicate come dotate di 2 ore in più del iPhone 7.
La cosa migliore di tutte.
Vado verso la chiusura di questa analisi riflettendo sulla migliore notizia arrivata ieri da Cupertino per i mobile journalist. Si tratta del nuovo sistema di archiviazione dei video e dei contenuti multimediali che i nuovi iPhone hanno: salvano in H265 con encoding HEVC, high efficiency video coding. La morale della favoletta? Salvano il 50% di memoria in più, mica male per chi se la smazza con un sacco di video.
La notizia peggiore.
Sai come mi è sembrato Cook ieri? Mi è sembrato triste, molto triste. Già, perché ha presentato dei prodotti che sono arrivati al limite delle potenzialità fisiche e che, sostanzialmente, rendevano migliori e rendono migliori delle feature che già ci sono. Vedere un iPhone AR ready, ridursi a fare le faccine della cacchetta, mi ha fatto pensare.
Mi ha fatto pensare che l’era del telefono sta per finire perché siamo arrivati al limite. Quel rettangolo li più di così non può fare. Per questo motivo manca poco anche a un cambiamento epocale dei mobile journalist che presto si ritroveranno a filmare con apparati wereable e a montare con schermi e tastiere virtuali. Te lo scrivo qui, il 13 settembre del 2017. Vediamo se per il 2022 si realizza qualcosa di quello che ho detto. Tu, intanto fa il mojo: cambia. Costantemente.
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