Quando un corso di mobile journalism diventa un network

Network

Network e capitale sociale: tra i mobile journalist ce n’è di più

Mi sono accorto di una cosa, mentre passano i giorni della settimana che mi avvicina a un nuovo corso di mobile journalism. Mi sono accorto che gli eventi e i corsi di base che stiamo sviluppando con la community Italianmojo e con MilanoAllNews si trasformano spesso in occasioni ghiottissime per fare newtwork. Da queste reti di relazioni, da questi network, poi, molti colleghi e amici ricavano una massiccia dose di capitale sociale da immettere nelle dinamiche delle loro relazioni lavorative.

La diretta conseguenza è la creazione di opportunità professionali, di incontri, di riunioni, di “session” per pensare a un format da fare insieme: insomma, lavoro, lavoro, lavoro. Ho capito anche il motivo di questa facilità a creare network utili a migliorare la propria condizione. E’ semplice: al centro c’è una materia e una modalità nuova di fare le professioni visive, un linguaggio che riporta tutti più vicino alla qualità del lavoro, al pensiero, alla creatività. Per questo diventa più facile unirsi, semplicemente perché si ha un nuovo futuro da imparare e da condividere con la comunità di coloro che lo stanno imparando e, contemporaneamente, facendo. Come me.

La risposta a E.

E. è un ragazzo che ha fatto un corso con me. Mi ha fatto alcune domande in una mail dopo che io, durante il corso, mi sono permesso di dirgli che non si comprendeva cosa davvero volesse fare. Durante la giornata di corso l’ho invitato a “precisare” dentro di se e poi all’esterno cosa desiderasse davvero dal suo percorso professionale, arricchito  in quel momento dalla possibilità di avere un ottimo linguaggio visuale da sfruttare (il mobile journalism, appunto). Nella mail mi ha chiesto ancora di riempirgli i vuoti e io ho deciso di rispondere pubblicamente.

Il Bosone di Higgs raccontato ai bambini.

Caro E. devi rispondere da solo alle domande che mi hai fatto e devi farlo mettendo sul tavolo tutte le tue armi e le tue qualità, contandole per bene e “lustrandole”. Fatto questo, essendo tu un creatore di contenuti, devi pensare, anche grazie al linguaggio mojo, quali servizi tu possa rendere alla collettività tali da poter essere considerato un riferimento per quel tipo di prestazione d’opera e che quella prestazione d’opera aggiunga valore a chi la riceve.

Il tutto deve essere fatto, tuttavia, creandosi una specificità tale da rappresentare un punto di riferimento autorevole per quel tipo di prodotti, servizi, creazioni. Faccio un esempio forzato: a scrivere favole per bambini sono in molti. A scrivere un libro per bambini con una spiegazione su cosa sia il Bosone di Higgs non ci ha ancora pensato nessuno. Ecco, tu caro E, devi essere quello che racconta il Bosone di Higgs ai bambini. Accorrerebbero da ogni dove per sentirti. Ti ho reso l’idea?

E. è attore e creatore di relazioni.

E. è stato capace di creare, grazie a un semplice corso mojo, relazioni che sono diventate un network. Per questo che ho deciso di rispondergli in pubblico. Ho deciso di farlo affinché cerchi le sue risposte da solo oppure da quel network che si sta muovendo attorno a lui alla ricerca di un’idea da formattare e magari da vendere. Ci sono stati incontri, mail, scambi di idee, brainstorming fruttuosi e infruttuosi.

Tutte queste cose sono state “accese” da un corso di mobile journalism. Oggi, per esempio, io stesso sono stato coinvolto in un lavoro assieme a due mie corsiste e, facendolo, ho incontrato una persona che ha manifestato l’interesse di venire al corso di mobile videomaking di sabato 30 settembre. Essere mojo, essere alleggeriti da tecnicismi e macchinari pesanti, aiuta la creatività e le capacità di relazione con gli altri, quindi inevitabilmente anche con i colleghi. Aiuta anche il pensiero che serve per creare nuove opportunità di lavoro, nuove opportunità di ricchezza.

Il corso di mobile journalism di sabato (e dintorni).

In queste ore il corso di Stampa Romana tenuto da Nico Piro ed Enrico Farro sta vivendo il suo clou, mentre il Centro di documentazione giornalistica ha varato, sempre con i due insegnanti romani, dei corsi anche a Milano. Sono, quindi, giorni interessanti per la materia del mobile journalism che sta crescendo come interesse. Sta crescendo anche la partecipazione ai corsi di Italianmojo che vedranno una nuova puntata sabato 30 settembre con un nuovo corso base. I ragguagli dell’evento li puoi trovare qui, assieme alla modalità per iscriversi. Ci sono ancora 6-7 posti disponibili per riempire la nostra saletta.

Sempre a proposito di network

Sempre a proposito di reti di relazioni, di capitale sociale e di network, mi hanno chiesto di preparare anche un corso per la Fabbrica delle Idee, uno straordinario coworking di Maniago, cittadina splendida in provincia di Pordenone. Tornerò presto in Friuli, quindi, per fare un’altra emozionante esperienza di corso base. Devo dirtelo, mi diverto molto a farli, perché ritengo che siano una grande opportunità e regalino l’emozione (che vedo nei volti di chi lo fa) di scoprire qualcosa di nuovo che può cambiare le sorti e le vicende di una vita lavorativa. Se sei di quelle parti, quindi, prenota il tuo posto andando a questo link e ci vediamo lì. Anche per creare un ulteriore punto di un grande network. Un network mojo.


Scopri di più da Francesco Facchini

Iscriviti per ricevere gli ultimi articoli inviati alla tua e-mail.

Commenti

2 risposte a “Quando un corso di mobile journalism diventa un network”

  1. Avatar Tiziana
    Tiziana

    Grazie Francesco. Sei una forza….e soprattutto hai centrato il bene piu prezioso che hanno i #freelance: il network. Essere #freelance ci rende liberi di stare fuori…ma dobbiamo coglierne tutti i privilegi mostrandoci generosi nelle relazioni, curiosi come bambini e senza confini. Questo per me è fare network, trasformare in opportunità ogni incontro. Ti ho incontrato…e per me sei un’ opportunità di nuove idee e di cambiamento. Il lavoro fatto fianco a fianco oggi ce lo dimostra

    1. Avatar Francesco Facchini

      Grazie a te Tiziana per le tue parole. Spero solo che la nostra attività in rete sia contagiosa perché, a quanto vedo per ora, non molti nostri colleghi conoscono il valore della parola condivisione. Un saluto e a presto

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.

Scopri di più da Francesco Facchini

Se ti registri rimani aggiornato sulle mie pubblicazioni.

Ti aspetto!

Iscriviti per continuare a essere aggiornato