Come si fa un ufficio stampa? Col mobile sto cercando di rompere gli schemi.
La casa editrice C1V Edizioni di Roma mi ha affidato, alla fine del mese di gennaio 2018, il compito di rifondare la comunicazione, con l’obiettivo di far puntare l’attenzione dei media sul Secondo Congresso Nazionale di Medicina e Pseudoscienza che andrà in scena dal 6 all’8 aprile 2018 e sul quale puoi trovare tutte le informazioni necessarie a questo link. Dopo un mese e mezzo di lavoro voglio raccontarti un po’ di concetti messi in campo per rivedere tutti gli schemi classici dell’ufficio stampa e dirti come farò a coprire l’evento con quello che penso (ma spero sempre di essere smentito) sia il primo ufficio stampa in totalmojo, almeno della storia dell’editoria italiana. Forse non so rispondere in valore asssoluto alla domanda “ Come si fa un ufficio stampa” oggi, ma posso spiegarti quale è la mia personale ricetta.
Il press office deve dare notizie.
Ho fatto il giornalista per 30 anni, poi, per fortuna ho smesso. In quella fase della mia vita ho ricevuto 300-400 email al giorno. Di queste sono meno del 30% quelle di cui ho guardato l’oggetto, il 10% quelle che ho letto. Forse meno quelle nelle quali sono riuscito ad arrivare alla fine. In mezzo a questo mare di parole perdute, sono migliaia i comunicati stampa che sono spariti nel nulla.
Quando ho iniziato il progetto con l’editore Cinzia Tocci ho espresso subito anche a lei il concetto di base sul quale volevo lavorare: il press office deve dare notizie. “Il progetto di Francesco mi è piaciuto subito – ha raccontato la dottoressa Tocci – perché ho compreso velocemente la sua innovatività”. Questo target ha aperto un’interazione più proficua con i colleghi che si sono interessati all’evento che, tra l’altro, raccoglie il meglio della medicina italiana su un tema determinante come l’alimentazione. Io fornisco notizie che arrivano dai contenuti del congresso e risolvo un problema al collega che contatto. Con una notizia in mano il giornalista tende ad ascoltarmi.
Non faccio comunicati stampa.
L’ufficio stampa è cambiato e si è aperto alle digital PR. Io ho deciso di fare un po’ di passi in più. Non faccio comunicati stampa, ma ho deciso di affidarmi a una produzione continua di contenuti (distribuita nelle sezioni news dei due siti aziendali e inviabile in modo diretto a chi lo richieda) che crea un rapporto continuo con i media coinvolti e a target per il piano di diffusione. La content production viene direzionata anche sui canali sociali con la creazione di un racconto continuo, con una preminenza sulla pagina Facebook aziendale della casa editrice motivata dal fatto che i principali destinatari della comunicazione (e possibili iscritti al congresso) sono nella fascia di età presente sul social network di Menlo Park.
Non faccio conferenze stampa.
Un altro caposaldo del progetto di comunicazione realizzato per la C1V passa dal preservarsi dal dispendio di energie che comporta fare una conferenza stampa. Abbiamo tutti i contenuti, le informazioni, i valori del congresso sulle diverse sezioni del sito. Cosa può aggiungere una conferenza stampa? A proposito: se le conferenze stampa non sono mainstream, quanti colleghi puoi pensare di raccogliere? Quali obiettivi pensi di poter raggiungere? Anche in questo caso la scelta è coraggiosa e può essere recepita in modo critico dall’ambiente “ma se si vuol fare informazione in maniera innovativa – sottolinea la dottoressa Tocci, editore di C1V – bisogna correre il rischio di far diventare il futuro, presente, vincendo le diffidenze ambientali”.
Il primo live coverage di un evento con 5 iPhone e un iPad Pro.
La nostra più importante realizzazione sarà nell’ambito della copertura dell’evento. Assieme al collega Fabio Ranfi siamo progettando un evento coperto totalmente con degli smartphone e senza stampare un foglio. La cartella stampa, infatti, sarà un’area privata nel sito del convegno, mentre la copertura dell’evento sarà assicurata da una regia mobile che governerà 3 iPhone da remoto in due diverse posizioni. Si potrà vedere l’interno della sala, ma si offrirà al pubblico un format live su Facebook che racconta il foyer della kermesse senza andare a scoprire troppo di quanto gli iscritti al congresso potranno vedere in esclusiva. Da queste produzioni verrà generato un flusso di contenuti, i quali saranno posti nell’area riservata per i media in tempo reale, ma anche pubblicati sui canali sociali.
Sto parlando, quindi, di un impianto innovativo del press office che sfrutta tecnologie per creare un’interazione proficua con i media in avvicinamento e che li serve in modo dedicato durante la manifestazione.
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