L’uso che facciamo dello smartphone è cambiato, ma non tutti sembrano ancora averne preso consapevolezza. Forse vale la pena di rifletterci un attimo.
Dal mitra al ponte, finalmente.
Fino a prima dell’emergenza mondiale per la pandemia di Covid19 usavamo lo smartphone in un modo dettato dai giganti della comunicazione, dei social e del web. Lo usavamo in modo passivo, toccandolo per molte volte al giorno inutilmente. Lo smartphone, fino a ieri, era un mitra che sparava informazioni, messaggi, notifiche. Quando lo prendevamo in mano raramente riuscivamo a fare l’azione per la quale avevamo preso tra le mani questo oggetto. Il nostro ruolo era passivo: vedevamo uscire fiumi di stimoli facendo solo due operazioni. Quali? Subivamo i contenuti o ne producevamo di nostri senza costrutto. Abbiamo reagito. Ora lo smartphone è un ponte di collegamento verso gli altri e verso il mondo. Ma vediamo alcune azioni, entrando nello specifico dei cambiamenti di cui sei stato o puoi essere protagonista.
Informarsi.
Ora lo usi per informarti, dai diciamolo. L’informazione, tuttavia, la vai a cercare tu e non la subisci come prima. È troppa, è preoccupante, è, in taluni casi, falsa. Le conte dei morti di ogni giorno, il rincorrersi di voci sulla fine della quarantena, gli scenari apocalittici sull’economia. Tanto, troppo. È scattato in te (e se non è scattato sta per scattare) un meccanismo di difesa. Ora sei tu che cerchi l’informazione e non l’informazione che cerca te. Vai sui siti di cui ti fidi, magari passando dai loro social, ma non aspetti più che ti piova la mitraglia di notifiche addosso. Lo smartphone ora ti aiuta a capire che momento stiamo vivendo e a leggere la realtà.
Comunicare.
Neanche nel più cupo dei romanzi di fantascienza c’era scritto che avremmo vissuto tutto questo. Si sono ribaltati molti tavoli della vita e molti altri continueranno a ribaltarsi. Ci avviamo a una società senza contatti, ben spiegata in un pezzo che ho scritto qualche giorno fa per la piattaforma di Algoritmo Umano. Uno dei tavoli più importanti è la nostra esigenza di comunicare. Lo smartphone, anche in questo, aiuta ed è diventato uno strumento positivo. Le app di messaggistica sono diventate importanti, i nostri messaggi sono davvero tornati ad avere il valore che avevano le nostre parole dette e scritte tempo fa. Non patiamo più gli effetti dell’attesa di una risposta, le insoddisfazioni del messaggio scritto e non detto non ci sono più. Ora sappiamo che chi non risponde subito non può e continuiamo i nostri giorni senza farci le domande che ci facevamo prima.
Le app dello smartphone sono diventate importanti per vedersi, per esprimere sentimenti e concetti importanti. Zoom, Skype, Whatsapp sono i ponti autentici della nostra vita. Ora più di sempre quanto postiamo una cosa ci domandiamo: serve?
Lavorare.
Smartworking? Si, ok. Lo smartphone anche in questo campo aiuta. Legge documenti, ci fa scrivere, notare, riprendere, conteggiare, progettare insieme. Anche in questo campo ci sono un mare di app che aiutano. Per studiare, per esercitarsi, per creare, per disegnare, per pubblicare, per crearsi una piattaforma nuova per il proprio lavoro. Dallo smartphone possiamo far passare una grande parte dei rapporti di lavoro e con la clientela. Con lo smartphone si vende, si informa, si cerca, si contatta, si disegnano nuovi percorsi per il proprio mestiere, per la propria carriera, per la propria impresa.
Raccontare.
Lo smartphone fa raccontare. Finalmente lo usiamo per raccontare nuovi modi di stare al mondo, ma potremmo e possiamo farlo anche per raccontare delle aziende. Lo smartphone, infatti, è quello strumento che fa arrivare un messaggio dal creatore di un prodotto, da un imprenditore, fino a chi lo compra. Senza passaggi intermedi. Lo smartphone può aiutare anche a raccontare se stessi alle persone che ci stanno cercando.
Produrre.
Per raccontare, tuttavia, bisogna saper produrre contenuti adatti,. Con che cosa? Con lo smartphone! Con lo smartphone si producono file di tutti i generi: video, audio, testi, foto. Con quelli si può raccontare la propria storia, i propri progetti, il proprio lavoro, il proprio percorso, i propri valori. L’uso attivo dello smartphone, come ponte con il quale raggiungiamo i nostri sogni, ha soppiantato il tempo vuoto che trascorrevamo davanti a quel piccolo schermo tra le mani. Producendo buoni video possiamo rimpolpare quel continuo curriculum che sono i nostri social. Possiamo creare legami che nascondono nuove opportunità. Possiamo far vedere quello che stiamo facendo, possiamo svelare piano piano quello che faremo. Lo smartphone fa podcast, pubblicazioni multimediali, fotografie uniche, video più vicini alla realtà. Sono i pezzi del puzzle della nostra vita e della nostra carriera. Ricordiamocelo.
Conoscere.
Lo smartphone è anche lo strumento per conoscere. Il ponte che rappresenta, infatti, ci serve per essere migliori, per imparare quello che non sappiamo fare da chi lo fa già. Lo smartphone, quindi, è uno strumento potente che l’emergenza ci sta facendo diventare amico. Con lo smartphone puoi anche regalare conoscenza oltre che prenderla da altri.
Gli elementi per cambiare.
Per utilizzare adeguatamente lo smartphone ci vogliono alcuni elementi importanti. Il primo è la voglia di cambiare. Ti dò un avviso: se riconosci leggendo queste righe che è cambiato il tuo modo di utilizzare lo smartphone, beh, allora il tuo cambiamento è già in atto. Il secondo strumento è la conoscenza delle possibilità dello smartphone. Studio questo strumento da un decennio e lo vedo cambiare ogni giorno. Puoi adottare due strategie: puoi fare tutto da solo o farti ispirare. Se hai bisogno io ci sono e ho fatto una piattaforma di servizi, prodotti e consulenze da remoto per essere facilmente raggiungibile. Si trova nel menù del sito. Nel frattempo ti ascolto. Se compili il form della mia indagine di mercato mi aiuterai a capirti meglio. E’ qui in fondo all’articolo, ti aspetto.
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