Ho creato, con il mio smartphone, molti contenuti per le imprese private, ma in questi ultimi tempi ho capito che sta succedendo qualcosa di importante nel mondo delle aziende, nel mondo dei brand. Un cambiamento che fa diventare ancora più importante il contenuto di informazione e l’ingresso nell’ecosistema dei media per qualsiasi attività. Ecco a cosa mi riferisco.
Brand: c’è un prima e un dopo Floyd
Il brand journalism è una cultura già nota, ma questi tempi hanno visto le aziende salire a un livello mai conosciuto prima nella storia della comunicazione. A cosa mi riferisco? Al fatto che un’azienda come Twitter abbia recitato un ruolo altissimo nell’agone democratico segnalando dei tweet non corretti nientemeno che del Presidente Trump. La reazione dell’Amministrazione in carica alla Casa Bianca è stata fortissima. L’azienda di Dorsey è stata seguita da Snapchat in questa lotta per la verifica delle notizie e contro la disinformazione e ha segnato un momento determinante del rapporto tra le aziende, il giornalismo, le notizie e la pubblica opinione. Le aziende, quindi, hanno assunto per la prima volta contro un potere politico in carica il ruolo di controllo della veridicità dei fatti. Nel giro di poco questo ruolo guadagnato dall’azienda dell’uccellino è stato seguito da altre campagne e altri contenuti di altissimo valore da parte di altre aziende che hanno assunto un ruolo attivo nella lotta al razzismo dopo la vicenda della morte di George Floyd, l’americano di colore ucciso a Minneapolis da un poliziotto. Quel momento è stato uno spartiacque tra un prima e un dopo e le aziende si sono assunte un ruolo sociale importante, il ruolo di mediazione tra il pubblico e la realtà. Già, hanno assunto il ruolo dei media.
La tua azienda è una media company
In questi giorni, sul caso Floyd, abbiamo visto molte prese di posizione forti, di aziende e testimonial. Dai loro telefonini in molti si sono schierati, hanno mostrato documenti, hanno preso posizione, hanno letto la realtà come e meglio dei giornali.
Fra i più esposti anche Madonna, la quale oltre a essere una straordinaria icona della musica, è anche un’azienda miliardaria. In un post ha mostrato ai suoi 11 milioni di fan il video della morte di Floyd.
L’account della cantante, da quel post in poi, ha pubblicato molti contenuti dedicati alla lotta contro il razzismo, arrivando anche alla pubblicazione di interviste sul tema o di un’estratto del documentario sul razzismo negli Stati Uniti “13th”. Ebbene il ruolo raggiunto dalle aziende e dai brand mondiali ha nettamente sorpassato il ruolo dei media nel creare consapevolezza nel pubblico. Lo può fare anche la tua attività, la tua azienda, nel suo piccolo. La tua azienda, infatti, è una media company e può recitare un ruolo attivo nell’ambito dell’informazione e della formazione della coscienza critica.
Tutto parte dallo smartphone
Con il tuo smartphone e con quello dei tuoi addetti puoi far partire la produzione dei contenuti che raccontino il tuo mondo, il mondo del tuo brand, anche indipendentemente dai tuoi prodotti, dai tuoi servizi, dal tuo mercato. Sarà un potente acceleratore dell’autorevolezza di cui godi al cospetto della community che ti segue. Ora la tua azienda vale più di un giornale anche come fonte di informazione che il pubblico, vicino o lontano dal tuo ambito, può scegliere. Allarga il tuo sguardo e fallo allargare anche a chi ti segue. La tua azienda può avere un seguito anche per quello che racconta, non solo per quello che vende. Il tuo smartphone può essere un produttore di contenuti, un diffusore di contenuti, un moderatore di contenuti che diano informazioni importanti ai tuoi clienti. Può anche, con tutto questo, migliorare l’immagine della tua attività nel mondo che ti circonda e creare quel coinvolgimento che diventa contatto e poi “contratto”.
La tua azienda può spiccare il volo anche grazie a questa trasformazione e al fatto di riconoscere, nelle sue pieghe, di essere un hub di informazione. Ora dacci dentro, la tua azienda vale più di un giornale.
Foto da Pixabay.
Lascia un commento