Learning by doing, un concetto interessante.
Sono alcuni giorni che ci penso su e voglio parlartene. Quando lavoro e incontro clienti e studenti ricevo tutte le volte dei segnali chiari: non manca solo la cultura digitale della quale abbiamo bisogno come il pane, manca anche l’atteggiamento mentale. Il learning by doing è il segreto per cambiarlo.
La risposta allo smarrimento: learning by doing
Quante volte ti sei trovato davanti un app nuova o un software da imparare per svolgere quel progetto che ti ha dato il capo o il professore oppure per arrivare al risultato che ti sei prefisso? Probabilmente molte. In momenti come quello la tentazione è di cedere allo smarrimento perché non sai come fare o perché è troppo difficile farlo, almeno a prima vista. Magari hai anche una certa età e sei stufo di fare cose nuove. Lo capisco. Ecco la prima cosa che devi combattere è la resistenza al cambiamento, la seconda che devi… imparare a imparare facendo.
Il grande “risponditore” di tutte le domande
Si dice risponditore? Ho controllato su Google e ho trovato la risposta: si! Allora il primo elemento che hai per entrare nel mondo del learning by doing è che non sei solo e che hai a disposizione il grande risponditore di tutte le domande. Già, parlo proprio di Google o dei motori di ricerca cui puoi fare le domande che ti assillano o cui puoi chiedere come si fanno le cose che devi fare. Sì, anche come si usa una app che non sai usare.
Io ho iniziato da lì. E ho iniziato dalla lettura. Di libri, articoli, post (di fonti autorevoli o esperti veri) che sapevano fare le cose che mi serviva saper fare. Poi ho scremato le opportunità. Mi spiego: quando hai davanti un applicativo di qualsiasi genere per fare una cosa (app o software che sia) ricordati di capire, anche segnando banalmente il numero di passaggi che ti fa fare per operare, se ti facilita o ti complica la vita. Se è la seconda butta via, subito. Non hai tempo da perdere.
L’insegnamento del learning by doing
L’insegnamento dell’ imparare facendo (scusa ‘sto gioco di parole) è formidabile. Ti insegna a cambiare idea. Lo fa quando, come ho detto prima, ti fa cambiare applicativo se quello che hai davanti non risponde alle tue esigenze. Lo fa anche quando, anche se usi una app da tempo con buoni risultati, coltivando la tua curiosità ne trovi una migliore.
Il learning by doing è anche un allenamento per imparare a spacchettare i problemi. Uno dei miei proverbi preferiti è un aforisma che dice “Sai come si mangia un elefante? A pezzettini”. Ecco, quando devi imparare a fare qualcosa con una app nuova o con un software che non conosci, inizia a utilizzarlo partendo dalle prime operazioni semplici. Poi cerca di mettere un indice di complessità maggiore a ogni operazione che fai in più.
Logica contro tecnologia
Ecco, a me non piace usare Excel. Io con i numeri non ci ho mai pigliato. Il problema è che proprio Excel mi ha insegnato che non devi sapere di numeri per usarlo, ma capirne la logica. Insomma, il learning by doing ti fa comprendere molto bene che non devi sapere di tecnologia o di codici per imparare a fare qualcosa. Devi semplicemente imparare il modo in cui ti costringono a ragionare la macchina e il software che hai di fronte.
Se una cosa non ti viene
Se ti blocchi in mezzo a un’operazione ti consiglio subito una cosa, anzi due. Ti consiglio di mollare, alzarti dalla scrivania e andare a fare un giro. Torni dopo mezz’ora e di solito cominci perlomeno a capire cosa hai sbagliato e dove. La seconda cosa è un cambiamento delle variabili: Se un software fa fatica a girare o a farti fare le cose, sappi che ci sono tre variabili in campo. Sempre. Sto parlando del software stesso, dell’hardware e di te stesso. Per questo motivo se qualcosa si inceppa devi sempre pensare: sono stato io, è stato il software o è stato l’hardware?
Stai sempre sul preoccupato…
Il motore del learning by doing è la preoccupazione. No, dai sto scherzando. Il motore dell’ imparare facendo è assolutamente la curiosità. Voglio dire che se sei arrivato alla fine dell’apprendimento di qualcosa di nuovo non devi fermarti un’altra volta. Devi pensare a un continuo movimento per cercare di capire se quella stessa cosa imparata con quella app può essere fatta meglio con altre app. Oppure se puoi fare ulteriori operazioni con nuovi applicativi.
Ecco, sono arrivato alla fine del ragionamento. Spero ti sia stato utile. Con questo modo di fare ho ribaltato la mia vita e continuo a costruirla. Con la teoria del learning by doing che ha solide basi nella filosofia dell’americano John Dewey, ma anche di Kenneth Arrow che da Stanford, nel 1962, mandava al mondo una ricerca (la trovi qui) che provava l’importanza dell’apprendimento esperienziale in economia.
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