Fino a ieri era Project Rush oggi è Premiere Rush: rivoluzione mojo in vista

Su questo blog e in diretta, per i miei Patron, ho parlato più di una volta di quella app realizzata da Adobe che fino a ieri si chiamava Project Rush, ma oggi ha cambiato nome. In diretta dagli Stati Uniti, infatti, la Adobe, nel suo annuale keynote “Adobe Max” ha presentato ufficialmente (e messo in commercio) la sua app per il montaggio “mobile” multipiattaforma ribattezzandola ufficialmente Premiere Rush CC. Durante l’evento è stata tenuta tra le ultime novità ed è stata presentata con grande passione sul palco losangelino della conferenza che ha come eloquente claim “The Nex Generation of Creativity”. Impattante la scena, e impattante anche il cambiamento che la più grande firma mondiale del software per creativi ha impresso alla sua immagine con questo evento. 

Una piattaforma per la creatività.

Premiere Rush CC è stata svelata con tutti i particolari e presentata come la app che serve ai nuovi storyteller, quelli che vivono online tra il canale Youtube e il loro blog, quelli che montano ovunque e che passano l’esistenza “catturando” la vita che gli sta intorno. Insomma Project Rush, divenuta Premiere Rush, ha parlato proprio ai mojoer, aprendo tutta una serie di possibilità di enorme interesse per quello che riguarda l’editing dei contenuti video con il plus affascinante del poter cambiare strumento di lavoro in tempo reale, passando dall’iPhone all’iPad oppure facendo gestire da remoto nel cloud ulteriori avanzamenti del lavoro per poi rifinirlo ancora sulle device mobili. Questo può cambiare la filosofia e aumentare la capacità di interazione tra un luogo fisico come una redazione e i mobile journalist in giro per servizi. Ora che lo vedo nei miei device, posso dire che, nonostante io sia un “totalmojo” e abbia eliminato dal processo di produzione il pc, vedere Premiere Rush CC recapitare nel mio vecchio computer hp delle cose fatte con l’iPad alcuni secondi prima è un cambiamento che quasi mi sciocca.  Quasi come la strepitosa Youtuber Lill Singh che oggi ha fatto da madrina al prodotto. 

Adobe si consegna alla mobilità e alla nuvola, tutta!

Dopo questa serata non credo di esagerare se dico che il mobile journalism cambierà, così come tutta la mobile content creation. Intendiamoci, Premiere Rush non ha nemmeno lontanamente le qualità enormi e le caratteristiche che ha Luma Fusion, di Luma Touch. Però non posso dire che l’operazione di fare Premiere Rush non sia di quelle che cambiano la storia. Adobe ha fatto questa app perché la considera la punta di un progetto nel quale crede moltissimo. Quale? Quello che ha, di fatto consegnato tutto il futuro della più grande firma al mondo di software “creativo” alle parole “mobile” e “cloud”. Premiere Rush, infatti, ha rivelato tutte le sue potenzialità in quanto a flessibilità e velocità di esecuzione del montaggio video, ma i dirigenti e i creatori di Adobe che si sono alternati sul palco di Los Angeles hanno riempito la hall con concetti vicinissimi a una completa mobilization degli applicativi e dei software di Adobe. Insomma la company si è consegnata tutta al mobile… ed è solo all’inizio della transizione. 

Premiere Rush e i suoi fratelli più grandi…

Premiere Rush, infatti, è la testa di ponte del mondo Adobe per passare dal desktop alle device mobili, ma anche alcuni fra gli altri programmi di punta hanno fatto il salto definitivo. Photoshop 2019, per esempio, è stato presentato come il primo Photoshop completo per iPad e non più come una versione light per il tablet di casa Apple. Stessa cosa dicasi per Lightroom che ha mostrato tutta la sua potenza quando è stato fatto passare un file RAW da 41 mega tra un iPad in cui era stato fatto “virare” al bianco e nero, all’iPhone di chi stava facendo la dimostrazione, ma anche a un Samsung S9. La Adobe ha presentato anche Project Gemini per gli illustratori che è un’altra applicazione nativa per iPad e ha scatenato tutta la fantasia del suo Cloud dichiarando che diventerà una creativity platform senza confini, con Premiere Rush e i suoi fratelli più grandi. 

Il futuro sembra non avere frontiere

Sono stato abituato, per necessità, a presentarti il mondo del mobile journalism come diviso tra iOS e Android, avvicinabile dal PC o dai Mac. Due metà dell’universo, con un largo confine in mezzo. Questa sera, però, mi accordo che tutto sta cambiando se Adobe, per i creativi di tutto il mondo, mette a disposizione delle App disegnate per le device mobili e la potenza di una nuvola che fa in modo che tutte gli apparecchi siano sincronizzati per finalizzare il lavoro e facilitare un flusso a più mani sullo stesso contenuto. Il futuro è tracciato e a questa strada va aggiunta solo l’implementazione dei comandi vocali che già questa sera si è vista. Insomma Adobe ha cambiato il modo di pensare il mobile journalism con una app come Premiere Rush, ma anche con “miglioramenti” decisivi sui suoi prodotti classici visti in mobile come Photoshop e Lightroom. Poi è andta nel futuro con XD, app per il designing da mobile per siti e creazioni di app. Ora la risposta a Luma Touch per riportarsi avanti quattro passi come è sempre stata. 

Il prezzo? Sono 10,49 euro al mese.

Per 10,49 euro mensili Premiere Rush è una app che penso sia il caso di avere per quella grande potenza della condivisione del lavoro via cloud che sbaraglia il campo delle applicazioni di montaggio mobile. Ti dirò che ho acquistato subito l’abbonamento, ma resto certo che Luma Fusion è assolutamente inarrivabile e presto pareggerà il conto anche per quanto riguarda il lavoro in cloud.


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