I social network stanno evolvendo in modo inesorabile e stanno cambiando il loro posto nell’ ecosistema dell’informazione.
Ok, parto dalle cose che sai già. I social network sono la principale fonte di informazione per intere fasce di età. Il meccanismo è quello dei link che portano ai media di interesse, meccanismo grazie al quale abbiamo assistito alla morte delle homepage dei siti. Fino a oggi le reti sociali sono state soprattutto piattaforme di pubblicazione o, in parte meno preponderante, di connessione. La tendenza sembra cambiare.
L’ossessione di fregarsi il pubblico
I social hanno una tattica consolidata per conquistare il mercato: copiarsi. L’ultimo in ordine di tempo a comportarsi in questo modo è stato Instagram che, con i suoi Reels, ha scopiazzato il tanto odiato Tik Took. Nel corso degli anni i vari Facebook, Youtube, Twitter, Snapchat e compagnia si sono dati delle gran spallate con delle puntate anche fuori dal loro core business, come quando Facebook ha inventato le Rooms per iniziare a fornire un servizio di video comunicazione simile a Zoom o Skype. Insomma, i social vivono dell’ossessione di fregarsi il pubblico.
Creare un medium su queste piattaforme
Per fortuna si sta facendo strada il cambiamento. In questi ultimi tempi sono venuti allo scoperto alcuni nuovi modelli di media costruiti per recitare il loro ruolo principale su una o più piattaforme di social network. Il caso più eclatante è, a mio modo di vedere, Hashtag Our Stories, il progetto multipiattaforma di Yusuf Omar e sua moglie Sumaiya che sta conquistando milioni di spettatori settimanali su Snapchat, ma ha un’ audience enorme anche su Instagram e Facebook.
I media di nuova generazione, quindi, pensano al social network come destinazione principale della produzione di contenuto. Di conseguenza progettano il contenuto con il linguaggio, la grafica e la videografia adatta principalmente alle reti sociali. Diversi i formati, diverse le immagini, diversa la grafica rispetto all’imperante modello televisivo che resiste ancora sul web normale, sui siti, per intenderci.
I social come editori
Nel caso di esperienze come HOS so per certo che un social network ha assunto il ruolo di editore. Snapchat, infatti, è uno dei finanziatori della compagnia di Yusuf e della sua compagna di vita. Qualche giorno fa ho perfino visto Tiktok che pubblicizzava un fondo da 300 milioni, di cui 70 destinati all’Europa, da dare direttamente ai creator che volessero presentare un progetto, un format.
Per i media social come HOS essere finanziati per produrre contenuti direttamente dai social è una via per sostenere il modello di business. Le altre fanno rima con il crowdfunding o con la fornitura di servizi collaterali. I media social sono qualcosa di nuovo e sono ancora alla ricerca di un modello sostenibile, ma osservare questi esperimenti è davvero come osservare il laboratorio dei mezzi di comunicazione del futuro.
I social come piattaforma di pubblicazione
Guarda, attentamente, Will e il suo account Instagram e prendi appunti se vuoi creare qualcosa di nuovo nel mondo dei media. Fondata da Alessandro Tommasi e Imen Jane, Will si presenta come una piattaforma che spiega i fondamenti e i cambiamenti dell’economia, della politica e del mondo attraverso la piattaforma fondata da Kevin Systrom e compagni. Da quando è nata a oggi Will ha raggiunto i 400 mila follower su Instagram e ha già diversificato la sua produzione di contenuti con podcast e video podcast. Insomma, Will è una community di persone interessate a certi temi che si trova su un social network, in questo caso Instagram, ma che non ha bisogno di identificarsi in modo preciso in un mezzo di comunicazione o di diffusione del contenuto.
I social sono diventati media o forse hanno cambiato la parola medium
I media nati sui social network sono molti. Voglio citare anche Milano Allnews dell’amico Fabio Ranfi. Sono la prova stessa che media e social network si sono fusi non sono rimasti nei loro ruoli di produttori di contenti (i media) e di piattaforme di pubblicazione (le reti sociali). Forse c’è di più: i social network e i media nati sui social network, hanno cambiato il senso della parola medium. Chi li segue, infatti, non si cura più del luogo dove prende le informazioni, ma del messaggio e del progetto editoriale che questi nuovi media hanno. Per cui la parola medium è diventata immateriale, è diventata questo: “Un punto di incontro per una community di persone che si vuole informare su un certo tema”. Al di là del modello, al di là del mezzo di diffusione, al di là della velocità di pubblicazione. I media stanno cambiando e dobbiamo rendercene conto.
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