Marketing, marketing, marketing: hai vinto tu.
Non sono un esperto di marketing, ma un esperto di progettazione, consulenza e produzione di contenuti con device mobili. Se vuoi sapere cosa faccio esattamente, per chi lo faccio e come lo faccio vai qui. In questi giorni sto scoprendo molte cose nuove e mi sto arrendendo allo studio del marketing, per potenziare al massimo le possibilità di incontro tra la mia professionalità e il pubblico (piccolo o grande) che ne ha bisogno. Ecco alcune indicazioni utili per coniugare la parola marketing con la parola smartphone.
Marketing e creazione di relazioni via telefonino
Di marketing so poco, ma sto studiando i giganti. Come Seth Godin. Quello che mi arriva dai libri riguarda dei concetti che fanno ben poca rima con numeri, quantità, massa. La strada per interpretarlo al meglio è capirsi, capire a chi stai parlando, creare relazioni basate sul contenuto, sul valore, sulla condivisione, sulla fiducia. Il tutto per prepararsi a essere la risposta alle domande che le persone ti fanno. Il marketing di questi mesi è in netto cambiamento e si sta spogliando dei suoi meccanismi di distrazione di massa. Lo smartphone è lo strumento con cui si tesse la relazione. Una specie di ponte da attraversare per interagire proficuamente con chi ti sta cercando, con chi ha bisogno della tua unicità.
La forza dei legami deboli
Qualche giorno fa ho scritto un pezzo su questo nuovo social network (che tutti chiamano social, ma social non è) chiamato Clubhouse. Se vuoi leggerlo lo trovi qui. Grazie a questo nuovo ambiente virtuale ho ritrovato un concetto di cui avevo già parlato un paio di anni fa: la forza dei legami deboli. Clubhouse li porta al massimo livello, li fa diventare arte dell’incontro e della relazione virtuosa. Il primo legame debole, ma professionalmente virtuoso, per me, è arrivato a poche ore dall’entrata su Clubhouse. L’ho raccontato qui:
Si tratta di Marina Corrente, aka Momò Social Media Marketing, una splendida professionista del social media marketing (di contenuto) con la quale svilupperò un nuovo format di consulenza. Questo è un esempio di quel ponte da attraversare che lo smartphone crea e che bisogna assecondare. Si tratta della già citata forza dei legami deboli teorizzata da Mark Granovetter, fondatore della sociologia economica.
Un ponte che non è molto trafficato
Il marketing, nel suo complesso, non ha ancora attraversato questo ponte di comunicazione e di interazione rappresentato dallo smartphone. Osservo con attenzione molti guru (veri o presunti) di questa disciplina e li trovo spesso a smazzare contenuti che sono “one fits for all”, uno buono per tutti. Concetto da ribaltare… completamente. Il marketing via smartphone deve lasciare a terra numeri, quantità, verità precotte e modelli buoni per tutto. Lo smartphone è un ponte di comunicazione che sviluppa relazioni “uno a uno” o “uno a pochi”, almeno nella sua nuova versione. Lì, caro lettore, cliente, professionista, comunicatore, marketer, c’è la chimica del cambiamento. E ci sono i risultati che aspetti. Non nella quantità, non nella massa…
Marketing: forse sta succedendo qualcosa di speciale
Clubhouse e tante altre app simili, nate per l’interazione virtuale e di valore, stanno spingendo un movimento di liberazione degli internauti. Quale? Quello che ci sta per liberare, per sempre, dai like, dai fan, dai follower, dai numeri. Il ponte non è stato attraversato, ma stiamo incominciando a farlo e questa è una ottima notizia.
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