Autore: Francesco Facchini

  • Diario di un candidato: vale più un assist o un gol?

    Diario di un candidato: vale più un assist o un gol?

    Il diario di un candidato della mia esperienza per le elezioni all’Ordine dei Giornalisti finisce oggi.

    Sono alla fine di un giorno strano. Emozionante. Ci vuole un sigaro e una metafora calcistica. Sono seduto su un campo da calcio, dentro uno stadio vuoto. La partita è finita. Abbiamo vinto. Guardo i compagni e penso che sono bellissimi. Guardo i miei piedi. Il respiro rallenta, gli occhi ripassano tutte le azioni.

    Una posizione difficile

    Ho giocato nella posizione che mi piace di più. Ho esplorato traiettorie, disegnato cambiamenti, stando sempre dietro i compagni. Il mio compito? Quello di mandare in gol. Avanzando verso zone del campo inesplorate, arretrando a difendere le posizioni e l’equilibrio. Stupendo avversari e, a volte anche i compagni. Incitando, tirando su da terra chi cadeva, facendo correre, correndo, fermandomi quando era il caso.

    Abbiamo vinto e guardo i miei compagni, mentre gli occhi si muovono veloci per ripassare quel passaggio, per ricordare quel ribaltamento di fronte. Per rivivere questa scarica di emozioni. E’ stata una gran partita e dal mio piede son partiti 12 assist. Cinque per il primo match, sette per il secondo. In gol ci è andata quella splendida ciurma che ho davanti.

    Fuori di poco

    A un certo punto ho tirato anche io. Un tracciante. Corpo perfettamente in asse, collo pieno. Ho accompagnato quella palla in rete per attimi infiniti. Ho invocato gli dei di Eupalla che scendessero a portarla fino alla rete.

    E’ andara fuori. Di poco. Anzi di pochissimo.

    Di sei centimetri.

    Proprio subito dopo il mio tiro l’arbitro ha fischiato la fine. Quattordici assist, nessun gol. Ho sentito le spalle incurvarsi, il corpo arrendersi. La vita del play è anche e soprattutto questa. Mandare in gol è bellissimo, anche se i gol non li fai tu. Bellissimo e pesante.

    E’ cambiato il vento

    Mi sono avviato da solo negli spogliatoi, camminando a passo lento e guardandomi i piedi. Capaci di dipingere nuovi scenari, condannati a essere diversi. Essere quello che cambia il vento è una cosa che costa. Spesso non fa comprendere chi sei e come giochi. I tuoi passaggi si ritrovano a essere frutti illogici della fantasia e dei sogni. Spaventano. Sono imprevedibili.

    La partita è finita, il vento è cambiato. Gli avversari non si capacitano, i compagni festeggiano. I miei piedi riposano. Fornire assist è la cosa più bella che ti possa capitare nella vita. Il gol è la foce del fiume di un’azione, ma l’assist è la sorgente. E’ il punto dove nasce qualcosa di nuovo.

    La perfezione di un attimo

    Le elezioni per il rinnovo delle cariche dell’Ordine dei Giornalisti della Lombardia sono finite e la mia squadra ha portato 5 elementi al consiglio regionale, conquistando la maggioranza e sette consiglieri al nazionale. Vederli andare in gol è stato bellissimo, anche perché gli avversari da battere erano quelli che per anni hanno tentato di ridurre il giornalismo in poltiglia. Sono andati a casa, con le pive nel sacco.

    Il senso di un risultato

    Io mi sono goduto la perfezione di un attimo. Anzi, la perfezione di tanti attimi. Quelli in cui nasceva un’idea che si trasformava in gol. La mia partita per cambiare le sorti di questo campionato è appena iniziata e io non mi voglio tirare indietro. Voglio continuare a essere il cambiamento del giornalismo, il fornitore di assist illogici, lo stratega dell’evoluzione di questa professione.

    Quello che desideravo fare l’ho fatto. Mi è mancato il gol. Però che magnifica partita. Per ora tolgo gli scarpini e ringrazio tutte le 369 persone che mi hanno votato alle elezioni del Consiglio Regionale dell’Ordine dei Giornalisti. E dico solo una cosa: ho 369 motivi per tornare presto a disegnare cambi di fronte, in campo. Al mio posto. Immediatamente dietro quelli che vanno in gol. Ecco: questo è il senso di un risultato. Non certo quei 6 voti di distanza tra me e il primo eletto.

  • Diario di un candidato/7: la parola giornalista

    Diario di un candidato/7: la parola giornalista

    Giornalista: serve una nuova definizione.

    Il diario di un candidato alle elezioni dell’Ordine dei Giornalisti (a proposito, si vota in presenza il 7 novembre 2022 dalle 10 alle 18) è anche un modo per raccontare una professione in difficoltà che vuole cambiare.

    Giornalista è chi il giornalista fa

    Se si vuole un futuro per il giornalismo è il momento di riscrivere le regole. Parlo proprio di cambiare la definizione di chi è giornalista. Capire qual è il suo ruolo oggi, in cosa consiste il suo lavoro, come lo fa, dove lo fa. L’epoca dei media di massa sta emettendo i suoi ultimi rantoli e sta nascendo il giornalismo delle comunità, delle aziende, dei social, delle piattaforme di interazione digitale, del metaverso. Se l’Ordine dei Giornalisti non si mette a riscrivere la professione, morirà.

    Tante opportunità per il giornalista

    Eppure la #tecnologia sta offrendo al #giornalismo delle opportunità che non ci sono mai state prima nella storia. I #socialnetwork hanno trasformato il giornalismo in una conversazione con il pubblico riportando al centro il dialogo giornalista-lettore. Il giornalista, però, non ne approfitta, soffocato com’è da vecchi modelli e da una crisi che è di identità ancor prima che di soldi.

    Se vuoi darmi una mano

    Come si fa a riscrivere la professione del giornalista e i suoi confini? Semplice e difficilissimo. Si cambia cultura, si cambia dialogo, si cambia posto in cui uno fa la professione, si cambia prospettiva, linguaggio e futuro.

    Se vuoi aiutarmi a farlo, allora vai a votare, in presenza presso l’hotel Hilton di Milano in via Galvani 12 e vota tutta la squadra di Rinnoviamo l’Ordine il 7 novembre 2021 dalle 10 alle 18.

  • Diario di un candidato/2: devi votare subito

    Diario di un candidato/2: devi votare subito

    Le elezioni dell’Ordine dei Giornalisti sono al momento decisivo.

    Persi come siamo “ognuno a rincorrere i suoi guai” forse non abbiamo prestato attenzione. Allora ti ripeto per l’ennesima volta che ci sono le elezioni per il rinnovo delle cariche al consiglio Regionale e Nazionale dell’Ordine dei Giornalisti. Potrà non fregartene alcunché, potresti essere un giornalista e non avere mai votato. Adesso, nella tragica crisi nella quale versa questa professione molto importante per chi la fa e per chi ne riceve il frutto, devi votare o far votare.

    Da qualche giorno faccio il diario o, comunque, parlo di questa esperienza anche dalle colonne di questo blog che, solitamente, si occupa di altro. Lo faccio perché ci ho voluto mettere la faccia per ribaltare il piano in discesa di questa professione prima che sia tardi in modo ultimativo.

    La faccia la metto io, tu metti il voto

    Io ho deciso di impegnarmi in modo diretto. Ci sto mettendo la faccia. Tu devi metterci il voto e non solo per me, ma per tutta la squadra della componente Rinnoviamo l’Ordine. I candidati li trovi qui. Intanto perdi 5 minuti ad ascoltarmi e cerca di capirmi. Ho bisogno del tuo voto se vogliamo cambiare le cose.

    Il diario di un candidato, secondo episodio.
  • Diario di un candidato: e adesso si gioca

    Diario di un candidato: e adesso si gioca

    Ordine dei Giornalisti: si va al ballottaggio.

    Mi sono candidato alle elezioni per l’Ordine dei Giornalisti della Lombardia e oggi, il 26 ottobre 2021, è arrivato il primo risultato. Con la squadra di Rinnoviamo l’Ordine abbiamo portato 17 candidati su 20 al ballottaggio nelle varie tipologie di elezione. Io ho il settimo posto in quanto a preferenze con 199 voti. Ma questo, per la mia piccola esperienza di candidato, non conta niente.

    Devo ricominciare da zero

    Come candidato devo ripartire da zero e ricostruire il dialogo che ho creato con chi ha deciso di votarmi e, soprattutto, con chi non lo ha ancora fatto. Vivo questa esperienza con l’idea di guardare, come al solito, dalla parte del sole. Allora ti spiego cosa voglio fare qui. Adesso voglio cominciare a giocare la partita che conta raccontandoti punto per punto i miei impegni.

    Potrei anche guardarti in faccia e dirti che le storture che vedo non valgono la pena dello sforzo. Nemmeno dello sforzo di 15 minuti per rivotare il 3 e il 4 novembre. Poi magari sei anche uno che giornalista non è e che potrebbe non volerne sapere di tutto questo. Però c’è una professione da rifondare, però c’è un cambiamento ancora possibile. Però io devo ricominciare da zero, ma devi farlo anche tu. Probabilmente.

    Il diario di un candidato

    Vivrò giorni incasinati, belli, brutti. Te li racconto qui. A cominciare da questo. Come candidato vedo bene, dentro gli ingranaggi di questo momento dell’Ordine dei Giornalisti. Vedo bene tutte le cose che non vanno. Se sei un giornalista forse le sai, se non le sai te le risparmio. Come candidato ti parlo di quello che voglio essere, del lavoro che voglio fare, dell’esperienza che posso portare avanti. Mi permetto due piccole note, magari apparentemente slegate tra loro.

    La prima. Quello che ha detto il primo voto è che la più votata nell’elezione nella quale sono candidato anche io è Ester Castano. E’ brava, ha 30 anni. E’ un messaggio. C’è chi ha votato per lei perché è brava e ha 30 anni. C’è chi ha votato per lei solo perché è nuova. Non so se in quei 249 voti ci sia un messaggio, ma so che c’è il messaggio che voglio vedere. Di questi giornalisti, vecchi, travolti, sbudellati dalla crisi e recalcitranti a qualsiasi cambiamento, forse, ne abbiamo abbastanza. Il voto a Ester lo ha detto.

    La seconda. Ho fatto ormai quasi 10 corsi di formazione ai giornalisti online con l’Ordine dei Giornalisti della Toscana. Le mie materie, la mia conoscenza, le mie esperienze, hanno avuto un seguito notevole. Dopo pochi corsi avevo anche il fan club, colleghi che mi seguivano in ogni piega delle mie competenze messe al loro servizio.

    Non perché sono chissà chi, ma perché vivo, sono, sperimento, studio e divulgo la nuova professione del giornalista.

    Un messaggio per te

    Ripartiamo. Riparto, ma devi venire anche tu. In questi giorni ci sentiamo, parliamoci. Dimmi cosa possiamo fare insieme e, tra una giornata e l’altra da candidato, ti ascolterò. Però vieni a votare. Se non sei un giornalista fai votare qualcuno che lo è. Perché il giornalismo sta morendo, ma forse non è l’inizio della fine. E’ semplicemente il passaggio per un nuovo inizio. E basta.

  • Il grande problema: fare il tuo prezzo

    Il grande problema: fare il tuo prezzo

    Lo smartphone mi sta insegnando un’altra cosa. Mi sa che se continua così gli do un nome e gli parlo.

    Parto un pochino da lontano. Siamo in in epoca nella quale, con la scusa della tecnologia o della crisi, hanno devastato il lavoro e la sua consistenza. Voglio dire il suo lavoro. Ci hanno costretto tutti quanti a fracassare il valore degli studi che abbiamo fatto e dell’esperienza che abbiamo nel fare una foto sull’altare della precarizzazione.

    Ok mi sono adeguato. Sono un freelance, ma l’attacco al valore del mio lavoro lo subisco tutti i giorni. In un modo inesorabile e violento. Eppure da freelance dovrei essere pagato di più, perché sostengo io i costi del lavoro che non sostiene l’azienda per cui lavoro essendo passato sotto la categoria fornitori. Sono come quello che ti mette la macchina del caffè in ufficio.

    Lo smartphone è il tuo migliore amico

    Lo smartphone che hai tra le mani ha una potenza dì calcolo e dì registrazione ed elaborazione dati che non hai mai sfruttato. Proprio in questo campo, nella difficile battaglia dì ridare dignità al tuo lavoro, ti può aiutare in un modo sorprendente. Questo specialmente se il tuo lavoro non è materiale come quello dì un artigiano.

    Negli ultimi anni ho studiato una valanga dì software per telefonino che fotografano il tuo tempo e lo trasformano in soldi che spendi a costruire i tuoi prodotti e servizi. App come Focus To Do o Toggl Track, di cui ti ho parlato su questo blog, sono splendidi elaboratori dì dati, impareggiabili fotografi del tuo tempo.

    Con questi applicativi lo smartphone diventa il tuo migliore amico nel farti capire dove stai sprecando risorse. Se guardi con attenzione le fotografie del tempo, ti accorgerai subito dove stai sbagliando. Di conseguenza comincerai a pensare che i prezzi con cui ti fai pagare sono sbagliati.

    Lo smartphone mette le briglie al tuo talento

    Così ti sarà più facile pensare che quel prezzo x non andava bene se ci hai messo troppe ore per consegnare il tuo lavoro al capo o al cliente. Così vedrai l’efficienza del tuo tempo diventare più alta. Così sarai obbligato a dire no a quel lavoro sottocosto. Il miglioramento della tua condizione lavorativa non parte dai tuoi si, ma dai tuoi no.

    Parte dal mettere le briglie ai talenti che hai nel tuo lavoro, continua con il valorizzarli con il giusto prezzo e le giuste rinunce (ai progetti o agli impieghi anti-economici) e finisce con il rialzare la testa sapendo che il tuo talento è stato diretto, con l’assistenza di uno smartphone, al miglior risultato economico possibile.

  • Ordine dei Giornalisti: pensieri di un candidato

    Ordine dei Giornalisti: pensieri di un candidato

    Si avvicinano le elezioni dell’Ordine dei Giornalisti.

    Sono giorni che ci lavoro tirando via fette alle mie notti di un settembre complicato e di un ottobre che quando guardo l’agenda perdo quel che mi resta dei capelli. Eppure ci sto dando dentro e sto curando la comunicazione digitale un po’ per tutti i componenti della squadra di cui faccio parte per le imminenti elezioni dell’Ordine dei Giornalisti. Si chiama Rinnoviamo l’Ordine e se clicchi qui trovi il suo blog.

    Adesso, però, mi sa che ti parlo di me. E di quello che sta dietro questa esperienza. Se vuoi sapere i punti sui quali mi impegnerò (ammesso che tu sia un giornalista e che ti interessi), eccoti servito. Però ho voglia di parlarti di altro in questo luogo un po’ più personale. Ho voglia di raccontarti i pensieri che mi passano per la testa in queste ore in cui il mal di schiena mi massacra da quante ore sto seduto per lavorare.

    L’ho fatto per me. Si, ma sai perché?

    Te lo spiego. Vorrei davvero che lo sapessi se sei un collega che vuole andarmi a votare. L’ho fatto perché io questo cazzo di lavoro lo adoro ancora adesso, anche se versa in una crisi di sistema, di soldi, di identità e di valori senza precedenti. L’Ordine, sinceramente, lo odio. Dall’Ordine ho ricevuto solo pedaggi, false promesse e un mare di demagogia. Quando nel 2016 ho subito una pesante crisi professionale e personale, l’Ordine era l’ultima cosa che mi veniva in mente nelle mie giornate. Poi ho vissuto la più straordinaria delle stagioni del cambiamento e sono diventato esattamente quello che un giornalista dovrebbe essere oggi, magari anche domani. Un viaggio difficilissimo, ma bellissimo. Oggi sono un giornalista molto felice di esserlo. E la mia crescita è stata lenta e costante.

    Ora ti spiego perché ho detto sì all’eleggibilità al Consiglio Regionale dell’Ordine dei Giornalisti. Per un motivo personale. Già 5 anni fa ho scelto di cambiare molto perché non volevo far vedere a mio figlio la faccia di un papà infelice, intento a fare un lavoro frustrante. Mi sono allontanato da quel mondo che frequenti, se fai il giornalista, tutti i giorni. Ho lasciato indietro tutto. Candidarmi per cercare di cambiare le cose è l’ultima cosa che farò nel mondo del giornalismo. Per potermi guardare allo specchio e dire: “Ok, ho fatto tutto”. Anche se non sarò riuscito a cambiare una virgola di questo mondo morente.

    L’ho fatto per te. Sì, ma sai perché?

    L’ho fatto anche per te. Sì, anche per te. Perché sono il cambiamento che la professione giornalistica dovrebbe intraprendere. E voglio metterlo sul tavolo per vedere se la mia esperienza può far cambiare le cose per tutti. Lo faccio solo perché sono un fan della Teoria dei Giochi di John Nash (Hai visto “A Beautiful mind”?). Se questa professione si riprende, io ci guadagno. E tu anche. So che fatica si fa a inseguire i soldi. So che fatica si fa a collaborare coi giornali, so che fatica si fa a essere imprenditori di se stessi. Ho penato, contato i centesimi, mandato pec per recuperare crediti, ho battuto il marciapiede.

    Sono un Forrest Gump che corre dritto verso il futuro del giornalismo. E fa, fa, fa, sperimenta, prova, sbaglia, si incasina, casca, si rialza, riparte. L’ho fatto per te perché io sono te. Allora leggi qui come si fa a votare e datti una mossa perché Forrest Fac vuole correre fino alla stanza dei bottoni e dire due cose. “Giornalista è chi Giornalista fa” e “Ragazzi, il futuro è da quella parte”.

    Ti aspetto.