Autore: Francesco Facchini

  • Il mio viaggio mojo a Merida

    Il mio viaggio mojo a Merida

    Un contenuto particolare per un viaggio particolare.

    Questo contenuto parte dalla app di WordPress e si giova di un nuovo formato. Si tratta di un articolo che parte dalle stories. Sì, hai letto bene. WordPress sta tentando di fondere i linguaggi della produzione di contenuti digitali statica, quella che si fa per il computer per intenderci, con quelli della produzione mobile. Un passaggio davvero storico che fonderà i due mondi, quello “fermo” e quello in movimento, per avvicinare di più i siti al concetto di esperienza e di interazione virtuale di valore.

    Un incontro speciale

    Sono stato a Merida, regione dell’Extremadura non lontano dal Portogallo, perché sono stato invitato a sostenere una lezione sullo smartphone e sulla possibilità di creare un progetto auto imprenditoriale. Un incontro davvero intenso che aveva una parte plenaria e dei laboratori. Ho incontrato decine di colleghi e di studenti spagnoli, cercando di far capire loro che lo smartphone non è solo l’arma per creare contenuto, ma è anche l’arma per progettare il futuro.

    Brutta figura evitata

    Il mio discorso pubblico è passato e sono passati i suoi concetti e gli strumenti per avere nuove visioni professionali.

    Brutta figura evitata.

    Nel laboratorio, invece, ho affrontato il mondo dell’audio e dello smartphone dai social audio ai podcast. Ho dispensato dritte, consigli, suggestioni, suggerimenti su come pensarsi protagonisti della propria vita professionale, su come essere amministratori delegati della Me Corporation con la sola forza di uno smartphone tra le mani.

    La velocità del viaggio mojo della Spagna

    Ho incontrato splendidi colleghi come Urbano Garcia, Montserrat Rigall e Alfonso Perez Caneiro. Ho visto che sono leader veri di un movimento che patisce i suoi problemi (contrasti con chi non vuole cambiare), ma che fa questo viaggio nella mutazione del giornalismo più velocemente rispetto all’Italia. Ho visto un’energia pronta a esplodere che deve arrivare anche qui.

    Il viaggio continua

    Tornando a casa ho pensato che il viaggio deve continuare e deve essere più veloce. Aggiungo anche che deve partire dal basso. Sperimentare come sto facendo in questo istante con questo contenuto nuovo è una delle cose da fare per far capire che si può fare. Con i fatti. Raccontare esperienze e progetti riusciti è un’altra delle cose da fare. Creare e diffondere cultura, pensare fuori dalla scatola ed essere aperti all’ascolto é il senso di questo viaggio. Per questo motivo ho anche messo su questo sito là chat di Messenger. Tu fai domande, io prima o poi ti rispondo.

    Nei prossimi mesi succederanno delle cose. Arriveranno cambiamenti sia sulla mia figura professionale sia nella mia casa digitale: Algoritmo Umano. Stai pronto che andiamo lontano.

  • Smartphone Evolution e i suoi lettori

    Smartphone Evolution e i suoi lettori

    Il libro Smartphone Evolution continua il suo viaggio.

    Continua anche a darmi dei regali, dei doni, ogni tanto. L’ho scritto nel 2020. Volevo raggiungere quei lettori che desideravano utilizzare lo smartphone in un modo più consapevole, più efficiente, più produttivo e più utile per migliorare il proprio percorso lavorativo o di vita. Smartphone Evolution è stato pensato come un libro strumento, un manuale che, magari, leggi una volta e poi ti resta sulla scrivania, perché sai che, prima o poi, ti servirà di nuovo. Smartphone Evolution è un libro chiacchierata, pieno di esperienze, di spiegazioni, di “come si fa” e di consigli. Un libro che mi ha dato una grande opportunità.

    Un piccolo filo continuo di dialogo

    I lettori di Smartphone Evolution, in questi mesi, mi hanno cercato. Mi hanno mandato messaggi, fatto richieste, scritto considerazioni. “Grazie, guardo lo smartphone con occhi diversi e lo uso in un altro modo”, una delle frasi che ho sentito di più. Le recensioni pubblicate fino a qualche tempo fa parlano di un”manuale di filosofia d’uso dello smartphone” o del manuale di istruzioni che, ormai, non trovi più nelle scatole quando acquisti un telefonino nuovo. Eppure servirebbe. Ho vissuto un filo di dialogo continuo, del quale ringrazio i lettori, perché mi ha dato due cose molto importanti.

    La prima è che Smartphone Evolution ha vinto la sua scommessa, quella di essere utile a chi lo prendeva in mano. La seconda è che mi onora di aver in un certo qual modo inciso sulle vite di molte persone. Me ne sono accorto dagli occhi di Daniela, la lettrice che vedi nella foto di questo articolo. Una lettrice di Smartphone Evolution contenta e soddisfatta.

    Smartphone Evolution mi ha insegnato ad ascoltare

    Per il mio lavoro io ascolto molto. Ascolto le novità della tecnologia e cerco di capire, provandole, come potrebbero essermi utili. Ascolto i miei studenti, per rispondere alle loro domande. Ascolto anche i miei lettori e i loro consigli, le loro critiche.

    Ho potuto ascoltare e capire meglio chi ho davanti, grazie a Smartphone Evolution. Ho capito che ho davanti persone, lavoratori e professionisti di molti generi differenti. Ho capito che aveva senso parlare della mobile content creation, vale a dire della cultura che ti insegna a creare contenuti multimediali con smartphone e tablet, per dare a tutti un nuovo linguaggio per esprimersi. In ogni campo.

    Grazie a Daniela e a tutti gli altri lettori che mi hanno mandato una loro foto con il libro tra le mani. Siete il senso del mio lavoro. Grazie a te che sei arrivato fino a qui. Se non hai ancora letto Smartphone Evolution lo puoi trovare qui, anche in edizione digitale. Se vuoi fare due chiacchiere con me, utilizza la chat di Messenger. Ti risponderò quanto prima.

  • Dal video del Mottarone alla speranza dello smartphone

    Dal video del Mottarone alla speranza dello smartphone

    La strage del Mottarone ha segnato una nuova pessima pagina del giornalismo italiano.

    Come se ce ne fosse bisogno. Mi riferisco alla pubblicazione, avvenuta su un mare di media italiani, del video delle telecamere di sicurezza della funivia dove è accaduto l’incidente che è costato la vita a 14 persone il 23 maggio 2021. Un video che mostra i secondi precedenti la tragedia e aggiunge solo orrore alla vicenda. Un video che non doveva essere pubblicato. Un video che dell’evento del Mottarone ci regala solo lo stringimento del cuore e il voltastomaco per pensare a quegli infiniti secondi che precedono lo schianto. Un video la cui pubblicazione viola leggi penali e regole professionali.

    Mottarone, quanti pensieri cupi

    La pubblicazione del video del Mottarone mi ha fatto venire moltissimi pensieri cupi, tristi, pieni di rabbia. Vorrei dire quello che penso, ma il senso di questo sito non è la galleria dei miei pensieri. Il sito vuole essere uno strumento utile per capire il mobile journalism, la mobile content creation e tutto il mondo che gli ruota intorno. Vuol far capire il cambiamento che l’uso dello smartphone può svelare per fare informazione vera, per modificare il linguaggio delle immagini e il senso della connessione con lettori, spettatori, clienti, fruitori di ogni tipo dei miei e dei tuoi messaggi di comunicazione.

    Nello stesso giorno del video del Mottarone, video che naturalmente non pubblicherò qui per non partecipare al gioco del click, mi è comparso nello smartphone un altro video. Non violento, violentissimo. Non tragico, tragicissimo. Eppure sostanzialmente diverso. Questo si che te lo sbatto in faccia, te lo pubblico. Questo voglio proprio che tu lo veda.

    Il meraviglioso video di Hashtag our Story

    Vuoi comprendere la differenza delle due tragedie: il Mottarone è costato la vita a 14 persone, le guerre fanno milioni di morti e rendono tragedia la vita di una marea di umani. Se guardi il video capirai che è tragico, urticante, pauroso, impressionante. Ti tocca, di colpisce, ti devasta, ti annienta.

    Però non cavalca il voyeurismo, non chiama il click basato sul buco della serratura, sull’audience, sul voltastomaco, sull’orrore. Non ti violenta, non ti fa stringere il cuore. Mostra la tragedia, la paura, il bisogno, ma anche l’umanità la forza delle madri, la forza dell’aiuto. Il video è di Hasthag our stories, il progetto del mobile journalist Yusuf Omar che mi onora della sua amicizia

    Il messaggio di speranza dello smartphone

    Questo video è per l’organizzazione umanitaria World Vision che, con quei tre minuti realizzati completamente con il mobile journalism, ti mostra, grazie al genio di Yusuf, come può cambiare la vita di una famiglia e come può essere distrutta in tre minuti di tempo. E’ stato realizzato per il World Refugee Day 2021. La potenza del mobile, le immagini dello smartphone, il terrore della batteria che finisce e di non potersi più rivedere. Questo video racconta tutto, ma consegna anche un messaggio di forte speranza. Vuoi sapere quale?

    Lo smartphone può salvarci dalla discesa nel maleodorante mare di merda della mediocrità ed essere linguaggio visivo della nostra vita, della nostra realtà, anche senza cedere al gioco del click, al trionfo delle visualizzazioni, al voyeurismo, alla pornografia dell’orrore. Io guardo da quella parte, dalla parte che indica Yusuf. Quella del mobile journalism, linguaggio nuovo di un giornalismo molto diverso da quello del video del Mottarone.

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    Smartphone Evolution, la tua arma più potente

  • Formazione: il web è una strada a due sensi

    Formazione: il web è una strada a due sensi

    Faccio formazione: sinceramente ne sono stupito più di te. Non me l’aspettavo.

    D’altronde per un quarto di secolo ho fatto altro. Ho fatto il giornalista sportivo. Eppure adesso faccio formazione. Faccio formazione in azienda, con i singoli, per istituzioni come l’Ordine dei giornalisti della Toscana, per agenzie di lavoro e di riqualificazione professionale come Afolmet e Ig Samsic, per media company come Verona Network o in per fondazioni come Edulife di Verona.

    Il senso della formazione

    Non sono stato formato per fare formazione. Ho studiato Scienze Politiche (beh, forse gli esami di Psicologia mi aiutano), ma non ho fatto altro di specifico. Per questo motivo mi sono attaccato a un metodo. Vuoi sapere quale? Faccio formazione con il learning by doing. Tutto quello che insegno lo insegno perché l’ho studiato, imparato e testato sul campo. In questo modo viene più facile una delle due cose importanti della formazione o, perlomeno, delle cose in cui credo. Quale? Il trasferimento di conoscenza, un trasferimento utile, basato sull’esperienza. L’altro è l’elemento della preparazione. Strano, ma vero, ho imparato queste due cose, vale a dire a raccontare facilmente e a informarmi, proprio dalla mia professione giornalistica.

    Il verso della formazione

    L’altro cardine dei miei progetti di formazione è il verso. Parlo proprio del senso di marcia. Per me formare gli altri è soprattutto ascoltare e rispondere alle loro precise esigenze. Per questo motivo, in un verso io trasferisco conoscenze e competenze, nell’altro appoggio il mio lavoro sulle basi di un’interazione vera, solida. Cioè vedo arrivare dagli studenti il vissuto, la loro cultura, le loro competenze e le gestisco, trasformandole in una ricchezza per me e per gli altri che stanno ascoltando nell’aula virtuale.

    A proposito di aule virtuali

    Tutti non vedono l’ora che questa formazione a distanza finisca e si torni in aula. Sinceramente io non ne sento la mancanza. Il motivo è semplice: uso il web e la tecnologia mobile proprio per favorire i due sensi della formazione, proprio come si fa quando hai davanti il destinatario della formazione stessa. Faccio cantare i monitor, faccio condividere gli schermi anche agli studenti, li guardo mentre lavorano, li sento mentre stanno in silenzio e creano. Uso anche le piattaforme come Slack e Whatsapp per star loro vicino anche tra una lezione e l’altra.

    Doppio senso di circolazione

    Se sei un formatore, quindi, ricordati che il web è una strada a due sensi di circolazione. Un senso lo occupi tu, con il tuo trasferimento di competenze, un senso lo occupano i tuoi studenti con il senso della condivisione di informazioni. Usare le piattaforme per la formazione a distanza, in questo modo, diventerà altrettanto efficace rispetto al lavoro che puoi fare in presenza. Se hai bisogno di consigli contattami qui e ti fornirò tutta la conoscenza necessaria per far “cantare” i tuoi schermi. Grazie ai miei ultimi clienti Ig Samsic e Ascai ho sperimentato quello che ti ho appena scritto. Sono successe cose bellissime.

  • Lo smartphone e il time management

    Lo smartphone e il time management

    Lo smartphone è già da molto tempo il gestore delle tue giornate, lo strumento principe del time management.

    Nel mondo dell’organizzazione del tempo ci sono fiumi di letteratura e centinaia di metodi. Ci sono anche centinaia di app che ti propongono la loro ricetta per dare efficenza alle tue ore, siano esse di lavoro o personali. Si tratta del famoso time management. Quello che pochi ti raccontano è il rapporto che devi (o dovresti) avere con lo strumento più utile nella gestione del tuo tempo: lo smartphone.

    Spegni tutto, mi raccomando

    Comincia da un’operazione molto semplice per dare libertà al tuo time management: spegni le notifiche. Tutte, di tutte le app. Inutile che cominci a dire “sì, ma la mail del cliente? E il messaggio del capo?”. Non c’è e non ci sarà mai alcun problema se rispondi entro un tempo ragionevole, ma quando lo decidi tu. Se spegni le notifiche deciderai tu quando prendere in mano il device e rispondere. A tutti, in un momento preciso. Fallo e guadagnerai ore, un monte ore imprecisato che arriva dai momenti in cui prendi il telefono perché vuoi fare una cosa e, distratto dai messaggi, ti perdi a fare tutt’altro.

    Poi impara a spegnere il telefono.

    Stiamo connessi almeno 6 ore e mezza al giorno. Tramite lo smartphone principalmente. Almeno che tu non sia un cardiochirurgo o tu non abbia necessità primarie (un anziano genitore che vive da solo a 95 anni?) non ci sono motivi per non spegnerlo. Si libererà altro tempo. Ricorda che sei nell’epoca dell’economia dell’attenzione e tutti stanno cercando la tua, ma la tua deve essere focalizzata verso quello che è importante nel tuo time management.

    Time management uguale soldi

    Quello che non dicono spesso i libri sul time management è questo: il tuo tempo vale soldi. Si tratta molto spesso dell’unico capitale che hai. Con lo smartphone puoi fotografare il tempo e sapere, di conseguenza, dove stai mettendo il tuo capitale. Oppure come lo stai sprecando. Ti ho già parlato di Toggl, trovi l’articolo qui, ma ce n’è molte altre che lavorano sul time management fotografando il tempo. E’ come quando fai una dieta: devi cominciare da come mangi per capire dove sbagli. D’altronde se mangi male il tuo tempo mangi anche il tuo portafoglio. Si app impostate su questo compito ce ne sono molte, ma devi trovare quella che è in grado di dare un valore economico al tuo tempo. Vedrai come ti cambierà la percezione di quello che stai facendo se lo controlli dando al tuo tempo un riscontro numerico. Sarà brutto vedere gli sprechi (e sono tanti), sarà bello pensare che con quel cliente o con quell’amico non vuoi più perdere tempo.

    Ognuno ha il suo time management

    Secondo me chi ti dottora la ricetta perfetta della gestione del tempo ti dice una tavolata: ognuno ha il suo. Ti dico una cosa, tuttavia: lo strumento più importante per migliorarlo è lo smartphone. Ti spiego il perché: è un calcolatore e un registratore di dati. Ormai ha una potenza di calcolo che è pari a un computer (o superiore). Per far scattare un’ efficiente gestione del tuo tempo devi forzarti ad avere una sola abitudine. Quale? L’abitudine di prendere in mano lo smartphone per registrarlo. Certo, qual che volta non si riesce a conservare con precisione questa abitudine, ma con le app dedicate al time management c’è la possibilità di registrare quanto fatto nel passato anche al momento. Insomma, l’operazione è a metà tra il tracciamento del tempo e il diario giornaliero delle attività.

    Altri piccoli accorgimenti

    Per cambiare in modo strutturale la maniera in cui tieni il tempo, aggiungo due cose. Non fare mai liste con più di sette obiettivi. Finiresti in una buca. Nella buca che c’è nello spazio tra chi sei e chi vorresti essere, nella differenza tra quello che avresti voluto-dovuto fare e quello che hai realmente fatto. Poi tieni delle note, anche brevissime, giornaliere. Di cosa parlo? Del quaderno della gratitudine sul quale segni quello per cui sei grato. Allenerà il tuo cervello a gestire il tuo time management con la prospettiva di chi guarda quello che ha fatto, non quello che deve fare. Ti lascio un ultimo ragionamento: sei uno che dà o uno che prende?

    Adam Grant, autore del best seller “Più dai, più hai”. Leggilo, ti converrà. Per capire come gestisci il tuo tempo.

    Sul time management, poi, ti consiglio di fare qualche lettura, ma non ti dico quale. Se vuoi aggiustare il tuo tempo, il cambiamento deve partire da te. Ti metto qui un articolo ben scritto sul time management che può essere un punto di partenza. Allora datti da fare, perché finora hai sprecato un sacco di soldi. Prendi in mano lo smartphone e dacci dentro.

  • Cocreazione con lo smartphone per umani e imprese

    Cocreazione con lo smartphone per umani e imprese

    Sto cercando di mettere a fuoco il concetto di cocreazione.

    Ecco cosa ho scoperto. Prima, però, ti faccio una premessa. Ho studiato per anni lo smartphone, il mobile journalism, la Mobile content creation e le app e per molto tempo sono arrivato vicino a questo concetto senza capirlo. Eppure molte volte me ne hanno parlato creatori di app e di strumenti per lavorare con il telefonino. In questi giorni, per un progetto di mobile brand journalism con l’associazione ASCAI (guarda qui di cosa si tratta) ho, per la prima volta capito esattamente che valore può avere la cocreazione.

    Cosa si intende per cocreazione

    Wikipedia ne parla in questo modo e si riferisce in modo specifico al mondo degli affari: “Nel mondo del business, per cocreazione si intende quel processo di design di nuovi prodotti e servizi per il quale gli input dei clienti gioca un ruolo centrale“. Nel mondo della mobile content creation la cosa si esplicita in modo abbastanza netto e poi ti spiego come. Sempre Wikipedia riferisce che il termine inglese co-creation è stato coniato nel 1979 e, in vari paper, indica il fatto che il concetto è stato sviluppato sempre nel senso dello sviluppo di innovazioni di valore nel campo economico dei prodotti e dei servizi. La filosofia che c’è dietro è quella del pensare che dietro la partecipazione attiva dei consumatori a quello che un’azienda deve creare, c’è una maggiore “customer satisfaction”. Oltretutto viene più volte evidenziato come la cocreazione sia uno dei modi più efficaci per creare valore economico.

    Nel mondo della Mobile content creation la cocreazione è…

    Per anni ho sentito sviluppatori di app di molti paesi ispirarsi a questo valore. In due modi. Il primo modo è quello di cui parla Wikipedia. Già, perché è capitato anche a me personalmente di essere ispiratore di cambiamenti e novità su espressa richiesta di chi crea software e hardware per smartphone. Poi ho anche visto i risultati. La comunità mobile, quindi, basa molto del suo lavoro di sviluppo sulla condivisione di sogni e obiettivi con gli innovatori e quelli che in inglese si definiscono early adopters, primi utilizzatori.

    Il secondo modo è ancora più bello: la cocreazione è anche un principio sul quale gli sviluppatori di app costruiscono il software. Mi spiego meglio. In modo sempre più importante le app di creazione del contenuto sono diventate piattaforme di lavoro in collaborazione per la loro capacità di godere dei servizi di cloud, di far comunicare i device, di esportare e condividere progetti di contenuti creativi.

    Non solo creazione

    Slack, Trello, Asana, Simplemind, Toggl, Focus to-do, Miro, Zoom, Teams. Questi sono solo alcuni dei nomi delle piattaforme di collaborazione nel lavoro e nella realizzazione di progetti che ho incontrato sulla mia strada. Lo smartphone, quindi, non è solo un oggetto con il quale si può sviluppare la creatività, ma anche la progettazione condivisa. La mia collaborazione con Ascai, oltretutto, mi ha fatto davvero pensare con grande intensità che si possano anche creare flussi importantissimi di comunicazione partecipata. Sia interna, sia esterna.

    Lo smartphone come rete di relazione

    Pensaci un attimo, con un esempio stupido. Pensa a un comunicatore che debba inventarsi un messaggio di auguri di Natale dell’azienda. Spesso non se ne rende conto, ma ha nelle reti di relazioni con gli smartphone di tutti i dipendenti una potente rete di relazione. Se tutti i dipendenti (o un gruppo di essi) contribuisse con 5 secondi di video preceduti da una breve formazione per fare inquadrature decenti, il comunicatore si troverebbe tra le mani un contenuto cocreato di notevole valore. Molti gli effetti: metterebbe i volti dell’azienda in primo piano, li coinvolgerebbe in un esercizio che sviluppa senso di appartenenza nei confronti dell’impresa, creerebbe fiducia nel cliente, moneta importantissima oggi.

    Spero di averti portato fino a qui creando, pezzo dopo pezzo, un ragionamento, un’immagine davanti ai tuoi occhi. Smetti di vedere negli smartphone un oggetto tecnologico che distrae e crea omologazione. Trovaci la risorsa per comunicare con gli umani e cocreare con loro valore. Scoprirai un mondo nuovo.