Autore: Francesco Facchini

  • Social audio: la rivoluzione continua

    Social audio: la rivoluzione continua

    Quando pensi ai social audio, pensi a Clubhouse. Errore. C’è molto di più in giro.

    Ecco cosa sta succedendo nel mondo dei social network della voce di cui Clubhouse (ne ho parlato in questo articolo) è stato solo la punta dell’iceberg. In questi ultimi giorni, queste reti di relazione sociale hanno stravolto completamente il paradigma di questo mondo. Il fiorire di nuovi social audio ha imposto all’attenzione dei più attenti un cambiamento che definire storico non è sbagliato. Sono emerse due situazioni decisive per tratteggiare il futuro di tutte le reti sociali.

    Da social asincrono a social sincrono

    I social network sono sempre stati asincroni. Sono cioè ambienti virtuali nei quali la comunicazione non si svolge allo stesso momento, ma in successione nel tempo. Io faccio un post, tu commenti, io ti rispondo. I social audio hanno portato tutti dentro esperienze virtuali di stanze nelle quali la comunicazione è sincrona. Per parlare insieme, infatti, io e te dobbiamo essere nella stessa stanza nello stesso momento.

    Dopo Clubhouse sono usciti allo scoperto altri social audio di cui ho parlato un po’ più diffusamente su Algoritmo Umano in questo articolo. Dive, Space, Chalk, Swell, Locker Room sono solo alcuni esempi di questo movimento che porta le persone a parlare insieme dei più svariati argomenti.

    Le mosse dei grandi non si sono fatte attendere

    Una vera marea che ha avuto l’effetto dello tsunami nelle stanze dei progettisti dei social network classici, quelli asincroni, per intenderci. Il primo a muoversi è stato Telegram con la possibilità di aprire, nei gruppi, delle live audio chat per tutti i membri del gruppo. Il secondo in ordine di tempo è stato Twitter che ha fatto arrivare i suoi Spaces nell’ecosistema italiano nel mese di aprile.

    Si tratta di vere e proprie room audio nelle quali ci possono essere fino a un massimo di 11 speaker e illimitati ascoltatori. Unico difetto, per ora (ma forse voluto) il fatto di non poter programmare nel tempo l’apertura del “Twitter Space” in modo da poterla gestire dentro il flusso del profilo Twitter. Una formattazione voluta, penso, perché il social network del cinguettio è il social dell’immediatezza e, quindi, non può essere visto se non a brevissimo termine.

    Mark Zuckerberg e i social audio

    Il pensiero che ho è che il boss di Facebook abbia pensato per un bel po di tempo di comprare Clubhouse per risolvere il problema. Poi, però, ha visto che doveva metterci del suo e ha scatenato i suoi designer, programmatori e ingegneri per creare nuove “feature” da social audio nella app di Facebook. Il 29 aprile, Facebook ha ufficialmente annunciato la nascita dei Soundbites, brevi spazi audio da registrare dentro la app con delle feature in grado di gestire i rumori di fondo (e toglierli) o cambiarti la voce. Nello stesso articolo del blog ufficiale, la casa di Menlo Park ha annunciato l’arrivo dei podcast direttamente dentro la app di Facebook e l’arrivo delle stanze di social audio. Una rivoluzione.

    Ecco i Soundbite (https://about.fb.com/news/2021/04/bringing-social-audio-experiences-to-facebook/)

    C’è di più. Facebook ha rivelato che nella sua app ci sarà anche la possibilità di aprire delle room esattamente come negli altri social audio. Il rilascio sarà a partire dai gruppi di Facebook, poi a continuare con alcune star americane del social network. Successivamente si apriranno le stanze audio su Messenger e poi, da lì, l’apertura a tutti. Un movimento potente per ridefinire ulteriormente il nuovo mondo dei social audio.

    Le stanze audio (https://about.fb.com/news/2021/04/bringing-social-audio-experiences-to-facebook/

    Non è rimasto fermo Instagram che nei giorni scorsi ha annunciato la prima mossa verso i social audio. Quale? Quella che nelle già rinnovate live (ora si può chiacchierare anche in quattro) ci sarà la possibilità di togliere la camera e rimanere solo con l’audio acceso.

    La discesa di Clubhouse? Segnale molto positivo

    Tutti, ma proprio tutti, gli espertoni di comunicazione e di marketing, hanno già fatto il funerale a Clubhouse dopo la caduta verticale dei download avvenuta tra marzo e aprile. C’è effettivamente stato un potente rigetto nei confronti del fenomeno, ma va detto che sono cambiati gli equilibri del valore. Su Clubhouse, infatti, sono spariti molti fenomeni del buzz, del pettegolezzo e sono rimasti alcuni esempi di valore. Ecco, c’è stata una selezione naturale degli argomenti e degli interpreti. Un ottimo segnale che fa pensare che questo social audio sia un mondo che qualcuno, finalmente, si appresta a capire meglio. Già, perché per il momento ben pochi ci hanno capito qualcosa.

    Costruire valore sui social audio

    Sto ancora studiando il fenomeno, ma qualcosina ho iniziato a capire. I social audio sono importantissimi per creare delle comunità di interessati ad aziende, istituzioni, enti. Sono interessantissimi per sviluppare dinamiche di contatto tra il pubblico e i creatori di interesse. Star, artisti, istituzioni, imprese. Tutti hanno bisogno del contatto diretto con il pubblico per sentirlo, ascoltarlo e parlargli. In ultimo mi permetto di dirti questo. La cosa si vede benissimo in Locker Room, il social audio dello sport nato negli Stati Uniti.

    Se clicchi qui scoprirai una cosa incredibile: Spotify si è presa proprio questo social dello sport e ha annunciato che progetterà “nuove esperienze di live audio”. Faccio il percorso: i social audio hanno un futuro con le stanze a pagamento, con l’unione con i podcast e con la creazione di valore aggiunto legato all’audio (per musicisti? per cantanti? per speaker e talentosi podcaster?). Datti da fare, perché le opportunità non mancano, in questo nuovo mondo dei social audio.

  • Social media e mobile: ecco il mix per rilanciarsi

    Social media e mobile: ecco il mix per rilanciarsi

    Social media e la Mobile Content Creation: ecco la cassetta degli attrezzi per il rilancio di carriera e business.

    Afol Metropolitana, agenzia per il lavoro della Lombardia, mi ha incaricato di sviluppare un progetto che, per me, si è rivelato una grande occasione. Si tratta di un corso sull’uso del web e dei social media come strumenti per il rilancio dei progetti professionali e di business. Il corso è finanziato dalla Regione Lombardia .

    Il collegamento tra social media e telefonino

    Il corso, strutturato in 10 giornate da 4 ore l’una, è stato creato come una sorta di laboratorio. Il tutto per dare ai professionisti e ai lavoratori competenze utili e operative. Così potranno trasformare le piattaforme sociali in strumenti strategici per la costruzione di un progetto professionale o per il rilancio della carriera. Non sono un social media manager e nemmeno un social media strategist. Ho offerto ad Afolmet la prospettiva di mettere insieme l’uso dei social con le potenzialità di produzione di contenuti che ha lo smartphone. L’ho fatto perché volevo dare strumenti veri ai partecipanti.

    I contenuti giusti per i social media

    Questa unione è stata favorevolmente recepita. Si è trasformata in un percorso didattico che sta creando una nuova consapevolezza tra i lavoratori presenti. Insomma, insieme abbiamo conosciuto a fondo i meccanismi dei social media e stiamo per attraversare quelli della Mobile Content Creation. Con il linguaggio “mobile” i corsisti potranno produrre i contenuti giusti per “dar da mangiare” ai loro social network. Nel modo più corretto, con un racconto coerente e consistente del loro percorso professionale o dei loro progetti.

    La collaborazione con Afolmet

    Questa collaborazione con Afolmet ha un significato profondo. Mi sta dando la possibilità di verificare che la Mobile Content Creation può essere utile a tutti. Dall’esperto di marketing all’artista, dall’ingegnere alla mediatrice sociale. Conoscere e usare le piattaforme social per creare un racconto del proprio progetto e della propria carriera è determinante. Farlo con la forza di uno smartphone è immediato, particolare e poco costoso perché è un oggetto che abbiamo in mano tutti i giorni. Si tratta della penna del ventunesimo secolo, quella con la quale si possono scrivere tutti i percorsi di una vita di lavoro. Per arrivare a risultati migliori e alla piena espressione del proprio valore.

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    Il consulente nello smartphone

  • Il consulente nello smartphone

    Il consulente nello smartphone

    Il ruolo del consulente mi piace sempre di più.

    In questi anni la mia figura professionale è cambiata, arrivando a essere quella di uno che studia e suggerisce progetti di comunicazione. Con l’aiuto dello smartphone e di tutto quello che di buono questo strumento può creare. Mi rende felice in particolare modo una cosa dell’essere un consulente: l’idea di guardare e raccontare, in anteprima, il futuro di coloro che si rivolgono a me, anche per un semplice aiuto. In questi mesi ho visto molti professionisti e molte aziende cambiare strada grazie ai loro valori e ai miei consigli. Ora, però, cerco di fare di più.

    Il ruolo del consulente? Incidere tutti i giorni

    Penso con convinzione che il ruolo del consulente sia quello di mettersi dalla parte del cliente, capire le sue esigenze, salvaguardare i suoi interessi, rendere chiare le strade dei suoi progetti e incidere. Tutti i giorni. Per questo go pensato che, per essere davvero un consulente coerente con i miei valori e con i miei studi, dovevo entrare negli smartphone di chi si rivolge a me. Per essere presente, per rispondere alle domande, per essere nello stesso tempo strumento e braccio, mente e azione.

    Per questo motivo ho rivoluzionato i servizi della piattaforma Algoritmo Umano, iniziando la strada che porterà quel luogo virtuale a essere un posto dove chi fa domande trova risposte, strumenti e spunti per rilanciare i suoi progetti e disegnare un altro futuro. Con la possibilità di farmi domande e di contare sulla mia presenza. Tutti i giorni.

    La membership AU Premium

    Con questo pensiero ho inventato la membership AU Premium della piattaforma Algoritmo Umano. Se vuoi capirne i contenuti clicca sul link qui sotto.

    https://www.algoritmoumano.it/2021/04/07/cose-la-membership-au-premium/
    Le caratteristiche della membership per aderire ad Algoritmo Umano.

    Con questa membership, quindi, potrai aderire a tutti i momenti di formazione e di incontro proposti dalla piattaforma, ma potrai anche entrare su una piattaforma dedicata alla consulenza per potermi fare delle domande sulle problematiche che incontri seguendo i tuoi progetti, nati magari dagli spunti che ti consegna il mio lavoro. Voglio incontrarti, sapere dei tuoi problemi, sentirti fare domande e cercare di darti risposte. Insomma, un consulente di comunicazione mobile che è presente nei tuoi giorni. Basta prendere lo smartphone per trovarlo.

  • Membership, media e smartphone: ecco il futuro

    Membership, media e smartphone: ecco il futuro

    Creare membership, parlare attraverso lo smartphone: ecco il futuro dei media.

    Studiando la Mobile content creation, in questi anni, ho studiato anche l’evoluzione dei media. Le parole strategiche per creare informazione di successo, nel 2021, restano due, almeno a mio modo di vedere: membership e smartphone. Lo dicono gli esempi di successo, lo dice l’evoluzione del telefonino per il quale il presente e il futuro è quello di una macchina totale. Specifico meglio: lo smartphone è passato da finestra dalla quale guardare il mondo a chiave per aprire le porte del mondo.

    La membership e il concetto di valore della conversazione

    L’ho già detto tempo fa, quando ho pubblicato su questo blog un’intervista a Kathie Vanneck-Smith, co-fondatrice di Tortoise. uno dei medium di maggiore successo di questi ultimi tre anni. Se i media vogliono creare valore economico, devono pensare alla conversazione con i loro lettori. Devono trasformarli in membri fondatori di una comunità attorno a dei valori e a dei temi. Ecco il concetto di membership per i media.

    Il lettore deve pensare di essere importante, di valere e di essere sentito, ascoltato, capito. La membership dei media, quindi, si deve basare sui valori condivisi che si sviluppano con contenuti utili, importanti e impattanti per chi li legge. L’epoca dei media di massa è finita da un pezzo, bisogna solo rendersene conto.

    C’è solo un modo per essere importanti per i lettori: dialogare con loro. Il mezzo e il posto migliore per fare questa conversazione è lo smartphone. Ecco perché la seconda parola importante per creare media di successo è smartphone.

    La mia membership, il mio smartphone

    Sono abbonato a due soli media: il già citato Tortoise e theSkimm. Hanno alcune caratteristiche comuni. Eccole:

    • Hanno siti semplici con pochi contenuti di qualità
    • Hanno una app di qualità eccezionale basata sull’interazione con il lettore
    • Creano eventi di valore (incontri, corsi, webinar)
    • Contengono contenuti multimediali (audio, video, testi, foto)
    • Interagiscono con i telefoni dei lettori (perfino con i loro calendari personali)

    Con queste caratteristiche ti sarà facile pensare al motivo per cui ho acquistato la membership volentieri. Semplice: questi media sono importanti per me perché mi fanno sapere e capire cose che gli altri media non mi fanno sapere e capire. Secondo: questi media mi parlano e io parlo a loro. Per questo sono importanti.

    I vecchi media e gli smartphone media

    Il mondo dei media tradizionali deve staccarsi dai suoi modelli, ma per molti sarà impossibile. L’innovatore del mondo dei media Francesco Marconi sta tracciando da tempo la via e bisogna seguirlo. L’epoca del prodotto giornalistico “one fits for all” (uno va bene per tutti) è terminata. Dai media devono uscire prodotti giornalistici che vadano bene per una comunità (combattendone eventuali bias cognitivi) o addirittura media responsivi alle diverse esigenze di ogni lettore. A base di Intelligenza artificiale.

    Vuoi approfondire il discorso? Clicca qui.

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    La forza di una rete di smartphone

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  • La forza di una rete di smartphone

    La forza di una rete di smartphone

    Ci vuole un cambiamento di pensiero: da pubblico a rete.

    D’altronde il web è una rete, una rete di connessioni. Siamo tutti punti terminali di questa rete da decenni, ormai. Prima il nostro modo di essere si sviluppava solo tramite i personal computer. Ora la rete si sviluppa attraverso gli smartphone, ma ancora non abbiamo consapevolezza di questo cambiamento.

    Dai numeri freddi alla comunicazione calda

    Il mondo digitale è stato caratterizzato, finora, dalla dittatura dei numeri freddi. Le metriche con cui si è misurato il successo sono state quelle dei click, dei like, della massa del pubblico. La massa dell’umanità connessa alla rete è stata vivisezionata, profilata, massacrata da un fiume enorme di dati. Questi ultimi sono stati gli anni della dittatura dei numeri grandi e della massificazione del messaggio, qualunque fosse, attraverso la rete.

    Poi è arrivato il covid.

    Nel 2020 ci siamo accorti che, per continuare a stare in piedi, avevamo bisogno dello smartphone in un modo totalmente diverso rispetto al passato. Lo abbiamo usato molto meno come schermo attraverso il quale guardare le vite degli altri e molto di più come strumento per raccontare la nostra. Le reti di smartphone in giro per il mondo si sono svegliate come mai era successo nella storia. Vero, grazie al passaparola e alla diffusione di questo device erano già successe tante cose importanti per la storia: la primavera araba, i movimenti ecologisti come Fridays for Future, quelli sociali come Black Lives Matter.

    La nostra personale rivoluzione in rete

    In questi mesi anche tu ed io abbiamo fatto la nostra rivoluzione in rete proprio grande allo smartphone. Proprio basandomi su questo concetto di fondo ho scritto un libro: si chiama Smartphone Evolution. La rete degli smartphone che parte da te è un valore di cui devi tenere conto. Un valore che ha due aspetti molto importanti: quello delle connessioni personali e quello delle connessioni in rete.

    Le tue connessioni personali: valore umano

    Lo so che è difficile accettare, specialmente se hai la mia età, i nuovi ambiti digitali della nostra vita. In questi giorni sembrati essere sempre soli. Ti invito a pensare, invece, che hai in tasca tutto il tuo mondo. La rete di relazioni umane che hai costruito in tutto questo tempo è ancora lì. L’unica cosa che devi accettare è che va vissuta con un alfabeto diverso. Il valore umano e le emozioni che ti provoca questa nuova rete di relazioni sono ancora lì. Tutte meno una: quella della vicinanza fisica.

    La rete di connessioni personali: valore economico

    Ecco, adesso devi pensare a quella rete di smartphone che parte dalla tua tasca come a una potente fonte di valore economico. Le interazioni pubbliche che hai, se racconti sui social i tuoi progetti e il tuo lavoro, sono comunque conversazioni dirette, uno a uno, con chi ti sta cercando per avere le risposte alle sue domande. Le interazioni private professionali, invece, sono un reticolato che ti porta nei circuiti giusti per creare quelle relazioni che ti servono ad arrivare a un nuovo cliente, a un nuovo partner, a un nuovo progetto.

    Si tratta di una comunicazione “uno a uno”: ricordalo.

    Rispondi a tutti i messaggi e penso che ogni messaggio è importante. Questo blog lo vedono e lo leggono tra le 50 e le 100 persone al giorno. Possono essere pochi, possono essere tanti. Per me sono importanti. Per me tu sei importante: sei un punto finale della mia rete di relazioni che ho costruito tramite i miei due smartphone. Sono qui, quando vuoi facciamo due chiacchiere.

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    L’importanza della forza dei legami deboli

  • Smartphone 2021: il kit mobile (hardware)

    Smartphone 2021: il kit mobile (hardware)

    Smartphone 2021: un anno particolare. Ecco perché.

    Dopo alcuni mesi ritorno a parlare di mobile content creation. Sulla piattaforma Algoritmo Umano ho preparato un corso avanzato per imparare a creare video di qualità professionale con il tuo smartphone e poco altro. Torno a parlare di creazione del contenuto perché lo smartphone del 2021 è diventato una macchina totale. Fra le potenzialità più importanti c’è la produzione di video che, con gli ultimi smartphone, ha raggiunto livello di eccellenza tale da pareggiare e, a volte superare, la qualità della videografia classica.

    Guardo dentro la mia borsa e scopro molte cose

    Preparandomi a questo corso, ho guardato dentro la mia borsa e ho visto la rivoluzione della mobile content creation di questi mesi. Smartphone, microfoni, supporti, camere, gimbal: è cambiato tutto. Ti racconto il kit con il quale eseguo le mie produzioni, dal lato dell’hardware. Si tratta solo della prima puntata, perché presto ti svelerò anche quello che c’è dentro il mio telefonino a livello di software.

    Smartphone 2021: ecco i miei telefoni

    Ho già parlato di come acquistare un telefono se produci contenuti. L’ articolo lo puoi trovare cliccando qui. I miei telefoni sono un iPhone 12 (normale) e un Note 10 della Samsung, per dare una guardata a quello che succede nel mondo Android. Li acquisto sempre usati perché attendo la stabilizzazione dei nuovi hardware con i sistemi operativi prima di procedere al cambiamento degli strumenti principali del mio lavoro. L’iPhone è anche il mio primo telefono 5G e ha una fotocamera in grado di riprendere in Dolby Vision, mentre il Note ha un processore potentissimo e una camera dalla velocità di fuoco portentosa.

    Supporti per lo smartphone del 2021

    Il primo supporto di base è il treppiede. In questo caso ho sempre il solito aggeggio, molto leggero (in alluminio) e da pochi soldi. La sfatta per abbrancare il telefonino al treppiede può essere di diversa natura, ma quella che uso principalmente non è una semplice staffa. Si tratta del Shoulderpod G2, una maniglia per reggere il telefono in modo davvero sicuro, dotata di molti attacchi per gli accessori e versatile per ogni uso. Con il miglioramento della stabilizzazione ottica degli smartphone trovo che fare le immagini a smartphone libero sia molto divertente, ma il G2 è l’handheld con la H maiuscola. Lenti? Continuo a non contemplarle nel mio uso professionale della mobile content creation. Naturalmente gli smartphone sono protetti da un guscio antiurto.

    Il Gimbal, finalmente amico.

    Sinceramente odio la Dji Global per quel suo modo di fare marketing che ti obbliga a piegarti a grandi difficoltà per avere i prodotti (e a grandi spese…). Tuttavia l’ultimo Gimbal che ha realizzato la casa cinese dei droni è quello che meglio ha risposto alle mie esigenze. Carrellate, piani sequenza, immagini in movimento, li svolgo volentieri con l’OM 4, di cui ho già parlato qui. Un esoscheletro per il telefono davvero resistente e performante, ottimo anche per avere una camera in movimento nelle dirette. Finalmente un gimbal amico.

    Microfoni per lo smartphone del 2021.

    Per realizzare le interviste, di solito, uso il microfono più stabile che è ancora il Samson Go Mic Mobile. Si tratta di un microfono Wi-Fi con trasmettitore gelato e lavallier e con ricevitore dotato di staffa che si può abbrancare al retro del telefono. Se voglio usare un clip bluetooth uso Instamic, realizzato dall’italiano Michele Baggio. Sempre nel mondo dei microfoni wi-fi, c’è il Memory Mic della Sennheiser, c’è il Mikme e sto valutando se acquistare il Sabinetek. Il mio mezzo fucile preferito è l’MV 88+ della Shure.

    La relazione tra l’audio e lo smartphone è sostanzialmente migliorata e presenza molte soluzioni, sia a filo, sia wireless. Nella mia borsa, per esempio, resiste ancora lo stabilissimo iRig Mic HD2 della Ik Multimedia, azienda di Modena. Ormai esiste anche un comparto di mixer da utilizzare con i device mobili i quali fanno, diciamo, digerire il suono ad alte frequenze, sopra i 96 khz, anche ai nostri strumenti. Di questi parlerò quando affronterò l’argomento del kit per mobile podcasting che sto ancora studiando.

    Il suono dello smartphone 2021

    Nel mio zaino ci sono anche le Ambeo Smart Headset. Di cosa si tratta? Si tratta di un paio di cuffie, della Sennheiser, che hanno, all’esterno dei padiglioni auricolari, due microfoni che catturano l’audio a 360 gradi. Ottime per carpire l’audio spaziale e simboliche di un mondo che non ha grande successo, ma potrebbe rappresentare una nuova opportunità per dare profondità al racconto visuale che fai con la mobile content creation.

    Una sparizione rumorosa

    Nel kit per lo smartphone 2021 non c’è più una cosa che sembrava aprire un mondo: la telecamera a 360°. Ecco un paio di motivi di questa sparizione. Non essendo ancora alla portata di tutti la possibilità di vedere questi video correttamente (ci vogliono i visori oculari i quali hanno ancora un costo elevato), la videografia immersiva non ha fatto successo. Oltretutto le piattaforme sociali hanno vietato, con un cambiamento di codici, la trasmissione a 360° di video in diretta. Una sparizione rumorosa dall’orizzonte delle prospettive di produzione dei contenuti per la mobile content creation.

    Le camere d’appoggio

    Per cambiare punti di vista uso principalmente due camere. La Dji Osmo Pocket 2, di cui ho parlato qui, ma anche la Insta GO. La prima delle due copre tutte le realizzazioni di immagini di copertura. Il motivo? Semplice. Le sue dimensioni e la consistenza della sua stabilizzazione la rendono un aggeggio perfetto per evitare qualsiasi movimento indesiderato delle immagini. Quando le fai con la Pocket, sembra sempre che il tuo smartphone sia appoggiato a un treppiede. La Insta Go, invece, è un hardware piccolissimo e dal peso ridottissimo. Queste due qualità rendono la insta un accessorio importante per lo smartphone 2021. Con quella, infatti, fai immagini dai punti di vista completamente inusuali e inaspettati.

    Queste camere hanno la caratteristica di essere “plug and play”. Vale a dire si attaccano fisicamente allo smartphone per trasferire i dati.

    Il drone per lo smartphone 2021

    In attesa di prendere il patentino e di acquistare un drone professionale, ho nella mia borsa un Tello della Dji. Mi serve solo per dei piani sequenza che abbiano punti di vista particolari. Un capannone di un’azienda presto dall’alto, un fly away (inquadratura che si allontana dal protagonista della storia facendone vedere il contesto). In questo ambito devo studiare ancora molto e percorrere molta strada, ma intanto mi alleno con l’unico drone giocattolo che fa immagini di sufficiente qualità.

    C’è anche il computer, già.

    Lo avevo annunciato in questo articolo che il computer sarebbe stato aggiunto al kit mobile. Il motivo è dato dal fatto che il mio nuovo MacBook Air, ha il processore M1 che ha la capacità di leggere le app che girano sul mio iPhone e sul mio iPad (a proposito, io l’editing lo faccio con il mio tablet). Ho provato proprio in questi giorni l’ebbrezza di trasferire progetti e idee che nascono dal mio telefonino al mio Mac per continuarle in piena configurazione mobile. Dirimente, in questo senso, la potenza della batteria del Mac che funziona senza caricarlo per 2 giorni di lavoro interi.