Questa cosa farà inorridire i colleghi, ma è vera: la professione del giornalista è una professione tecnica.
Se vuoi diventare giornalista devi far pace con questo: è un lavoro che è permeato totalmente dalla tecnologia.Il mondo del giornalismo italiano brilla per arretratezza è scarsa competenza tecnica dell’universo dei media che viviamo. Nella gran parte, si tratta di un mondo di professionisti. Anche bravissimi, ci mancherebbe.
Sono attaccati, tuttavia, a metodi vecchi e recalcitranti ad approcciare nuovi applicativi e strumenti per fare questa professione.Il giornalista in Italia oggi è ancora legato al messaggio. Questo può essere scritto, video, foto o audio. È anche legato ai criteri del giornalismo. Non si affrontano nemmeno due caratteristiche importantissime della professione oggi. L’importanza dei dati è una. L’altra è l’importanza della tecnologia e dei suoi strumenti. Perché?
Il giornalista e i social
Il giornalista e i social network: un rapporto perlomeno difficile. Eppure in tutto questo tempo, lo schema mentale con il quale il giornalista ha affrontato le piattaforme sociali è semplice. E alquanto stupido. Le piattaforme social sono un pericolo da evitare. La realtà, tuttavia, è un’altra: i social sono il modo con il quale le persone si informano. Ecco, le piattaforme di connessione sociale hanno tre caratteristiche. Sono strumenti tecnologici (software). Consegnano una marea di dati. Vengono fruiti dagli smartphone.
Se si vuole diventare giornalista, l’ecosistema della professione è quello lì: software, dati, hardware. E quindi che cosa ci impedisce di pensare che la professione giornalistica sia tecnica? Niente.
Diventare giornalista è questione di mediazione
Non pretendo certo che la preparazione di un giornalista diventi soltanto tecnica. Non riguarda solo software, hardware, smartphone, intelligenza artificiale e strumenti di registrazione multimediali. Tuttavia, diventare giornalista resta una questione di mediazione sociale. Il problema è che la mediazione che devi saper proporre è legata ai dati. Questi dati ti vengono forniti dagli strumenti (web e app) che frequentiamo ogni giorno. Li usiamo per capire le notizie, le informazioni e creare i contenuti.
Ti rivelo una tendenza: il lavoro dell’innovatore del giornalismo Francesco Marconi (di cui puoi leggere qui) si sta indirizzando verso la “previsione” delle notizie. Già, hai letto bene: l’intelligenza artificiale ci permetterà di prevedere una notizia prima che diventi tale. Come? Non con la magia nera… con i dati.
Per questo sostengo questa idea: diventare giornalista è una sfida che fa rima con la tecnologia. La mia è una professione totalmente rivoluzionata dalla tecnologia. Resta una cosa: il fattore umano. Non c’è strumento artificiale che ti fa trasferire valore agli altri. Ci vuole l’umanità.
Se vuoi approfondire il futuro del giornalismo ti confermo che il numero uno al mondo è lui: Francesco Marconi. Clicca qui per andare a curiosare nel suo sito internet.