Autore: Francesco Facchini

  • Gestione del tempo: una app ti aiuta a dominarlo

    Gestione del tempo: una app ti aiuta a dominarlo

    Gestione del tempo: un bel problema del quale hai la soluzione tra le mani

    Già, si tratta del tuo smartphone e di una app che, più di altre, ti aiuta a dominarlo. Si chiama Sorted, è per iPhone, ti insegna a gestire il tuo tempo in modo fluido, per arrivare al 100% di cose fatte nel corso della giornata. Ecco come.

    Gestione del tempo: premesse operative

    Prima ti raccontarti di Sorted, faccio alcune premesse. Le giornate complicate che passi possono avere nello smartphone uno strepitoso alleato. La capacità di registrare informazioni del telefonino può essere determinante per far registrare a lui (e non a te) le informazioni e i compiti importanti. Le cose che devi fare tu, invece, sono due. La prima è quella di non farti distrarre quando stai facendo una cosa (leggasi “spegni le notifiche”). La seconda è semplice: trovati un momento in cui allestisci la lista dei tuoi compiti e poniti davanti un numero ragionevole e prudente di cose da fare.

    Il tempo liquido e il tempo solido

    C’è un’altro assunto da sapere prima di partire a utilizzare Sorted. Nelle tue ore di veglia esiste un tempo solido e un tempo liquido. Il tempo solido è quello degli appuntamenti con altri (o con te stesso, tipo fare la spesa), il tempo liquido è quello che hai tra un appuntamento e l’altro. Un tempo da riempire in modo fluido con occupazioni fattibili nell’intervallo di minuti o ore che hai tra un appuntamento e un altro. Sorted ti insegna a farlo, portandoti a gestire quel tempo fluido in modo efficiente, senza strafare.

    Sorted ha qualcosa di magico

    Sorted è un’applicazione per il sistema operativo iOS. Si sincronizza con il tuo account Apple e ti presenta un ambiente nel quale le attività e gli eventi sono riuniti nella stessa videata. In modo molto armonico. Tra iPhone e iPad cambia la visualizzazione degli elementi, ma l’efficacia è la stessa.

    L’ambiente di Sorted per iPad

    Sorted ha qualcosa di magico perché ti fa partire sempre con il foglio bianco della giornata davanti, dentro il quale, come dei massi, ci sono gli appuntamenti che hai preso. All’inizio della giornata metti in fila i compiti da svolgere. Per ogni attività Sorted ti fa dire il tempo che ci metterai a farla, nella finestra alla voce “Durata”. Componi la tra lista, la valuti mettendo prima le cose urgenti. Poi schiacci in alto a destra i tre puntini e trovi una voce che si chiama “Programma automatica”. Già, la traduzione non è un granché…

    Il tempo diventa pieno con Sorted

    La gestione del tempo che hai solo abbozzato viene gestita in automatico dalla app se sei stato bravo a indicare tempi ragionevoli di conclusione di tutte le operazioni. Ma c’è di più.

    Sorted ti aiuta a gestire l’imprevisto con un righello del tempo

    Se hai guardato il video, ti sarai accorto che Sorted ti aiuta a fare una selezione multipla di una serie di eventi e di spostarli in avanti o indietro nel tempo. La gestione del tempo di Sorted, quindi, potrà farti rispondere anche all’imprevisto che ti è capitato e che non ti ha fatto rispettare la tabella di marcia oraria che avevi impostato con la programmazione automatica.

    Gestione del tempo e Sorted: binomio perfetto

    Questa app è la sintesi praticamente perfetta degli strumenti che ti servono per gestire le tue giornate. Oltretutto è sincronizzabile con tutti i tuoi calendari di Google. Sorted, infine, mostra ottimi strumenti di editing nella scrittura delle attività e degli eventi. Puoi arricchire ogni elemento, infatti, con sottotitoli, elenchi puntati, sotto obiettivi che ti possono far scrivere anche un’intero progetto nello spazio di un’attività, cui puoi allegare anche foto. Sorted e la gestione del tempo: un binomio perfetto.

  • Creare lavoro: dieci consigli non richiesti

    Creare lavoro: dieci consigli non richiesti

    Creare lavoro resta un’opportunità.

    Creare lavoro, bella sfida. Come esperto di mobile content creation ho deciso di aprire i confini dei miei interessi, prima facevo solo mobile journalism, perché penso che la cultura che divulgo possa aiutare chiunque. Essa è infatti uno strumento di impareggiabile valore per creare lavoro e ricchezza. Quelli che viviamo sono momenti difficili, ma non devi dimenticarti di avere risorse per superarli o strumenti per rinnovarti. Per questo motivo ti metto a disposizione alcuni elementi che mi sono serviti a creare la nuova strada della mia carriera, in risposta alle difficoltà del Covid-19, sperando che ti possano essere utili.

    1. Guarda dove sta andando il mondo

    Per creare lavoro devi osservare dove sta andando il contesto che vivi, il tuo mondo. Sebbene in molti strepitino per ritornare alla vita di prima, la pandemia ha cambiato per sempre la società. Se clicchi su questo link potrai vedere quali saranno i campi dell’economia in crescita. Non lo dico io, lo dice il World Economic Forum.

    2. Usa lo smartphone

    Lo smartphone ti fa produrre il tuo nuovo linguaggio e creare il tuo nuovo lavoro. L’ho già detto e lo ripeto. Aggiungo che è il ponte per il tuo dialogo con nuovi clienti e il controllore di tutti i flussi lavoro e di ricavo. Lo smartphone controlla il tuo e-commerce e i tuoi social, può farti modificare il tuo sito e addirittura fornire il tuo servizio. Hai tra le mani tecnologia, sfruttala.

    3. Studia come se non ci fosse un domani

    Acquista conoscenze, rivedi quello che pensi di sapere, formati per allargare le tue possibilità. Cerca quelle competenze che ti permettono di digitalizzare il tuo lavoro per quanto possibile. Fai attenzione alle fonti della tua conoscenza, ma buttati come se non ci fosse un domani per rendere più ampi i confini del territorio nel quale il tuo lavoro può essere utile. Il sito più autorevole in questo campo in lingua italiana è Federica.

    4. Creati un oceano blu

    Leggi l’Oceano Blu per capire dove trovare il mercato nel quale ti crei un nuovo lavoro. Leggi l’Oceano blu cambiare, per sapere come farlo evolvere. Considerati un’azienda anche se lavori da solo. Ti servirà per sapere operazioni, strumenti e modi per stare sul mercato.

    5. Coltiva i piccoli numeri

    Qualunque lavoro tu faccia o voglia fare, se lo crei, lo rinnovi, lo digitalizzi o lo cambi seguendo quello che sta succedendo, subito dopo avrai il problema dei numeri. Creare lavoro è partire dalla tua community, dai numeri piccoli, progettando una crescita costante e non arrendendoti se è lenta.

    6. Per creare lavoro investi l’unico denaro che hai: il tempo

    Per creare lavoro hai due strade da percorrere in parallelo. La prima è quella del tuo progetto, la seconda è quella dei mezzi per poterlo raggiungere. Se il mezzo per raggiungere il tuo fine è pulire i cessi, mettiti i guanti e fallo. Non dimenticarti, mentre lo fai, che quello è un mezzo per creare il lavoro che vuoi tu. L’unico denaro che hai tra le mani è il tuo tempo: usalo bene.

    7. Traccia il tuo tempo

    Lo smartphone è un registratore di molte cose. Può, per esempio, registrare il tuo tempo. Se lo fotografi, per esempio con l’applicazione Toggl, puoi sapere se stai spendendo bene gli unici soldi che hai: le tue ore.

    8. Crea luoghi digitali

    Creare lavoro è creare luoghi. C’è un luogo che non ha confine e che non ha limitazioni di spazio. Createlo e lavoraci su come se quello che crei fosse una piazza virtuale nella quale dare valore ai tuoi clienti e proporre i tuoi prodotti e i tuoi servizi. Saper fare un sito, per te, potrebbe essere un presupposto irrinunciabile.

    9. Per creare lavoro dimmi chi sei

    E’ il titolo dell’ultimo libro di Riccardo Scandellari, ma è anche un obiettivo. Se devi trovare lavoro, auguri. Se devi creare lavoro, devi far sapere a più persone possibile chi sei e perché devono rivolgersi a te.

    10. Cambia

    Coltiva il personal branding, anche se fai l’idraulico. Cambia, cambia cambia. Cambia mentalità, cambia modi di lavorare, cambia destinatari del tuo lavoro. E non mollare. Per creare lavoro devi creare un nuovo te. Fallo, prima che sia troppo tardi.

  • Gimbal OM4, finalmente uno strumento che ha senso

    Gimbal OM4, finalmente uno strumento che ha senso

    Il gimbal? Non l’ho mai utilizzato nelle mie produzioni mobile. Ho sempre pensato che fosse uno strumento non necessario per fare bei video con lo smartphone, un po’ per i suoi difetti genetici e un po’ per non rendere artificiale il linguaggio video del telefonino. In carriera ho provato molti tipi diversi di gimbal e la risposta ai miei test era sempre la stessa: strumento inutile. Troppe imprecisioni nella progettazione, troppi difetti operativi, troppi problemi di collegamento allo smartphone. Credo di aver maneggiato almeno 7-8 gimbal, i quali mi hanno portato agli stessi accadimenti.

    La questione filosofica

    Dei gimbal ho anche sempre odiato il fatto che rappresentano un esoscheletro che cambia il senso delle inquadrature di uno smartphone, rendendole troppo ferme, troppo pulite, troppo cinematografiche. Sarà anche una questione filosofica, ma tutto quello che trasforma il telefonino in una videocamera non è proprio benaccetto nel mio modo di vedere la produzione dei contenuti video nell’ambito della mobile content creation. Un gimbal, per me, è sempre stato una specie di additivo artificiale alle inquadrature del mio telefonino. Lo smartphone, invece, deve saper esprimere inquadrature sporche e vere, per avvicinarsi alla realtà senza il limite della pulizia grammaticale tipica della tv e del cinema.

    Poi è arrivato il gimbal OM4

    Ok, pensavo tutte queste cose fino a pochi giorni fa, quando è arrivato il nuovo gimbal della DJI Global, l’OM 4. Gimbal che mi ha messo fuori gioco. Già, perché con il nuovo strumento l’azienda di Shenzhen sembra aver messo a posto ogni problematica rispetto ai precette di gimbal. In due mosse.

    Il video ufficiale di presentazione di OM4 (Dji)

    Il primo cambiamento

    Ha cambiato la staffa di attacco allo smartphone del braccio motorizzato, liberando in un baleno tutte le prese del telefono (tipo quella per metterci un microfono) che erano bloccate dai progetti degli improbabili gimbal che hanno preceduto questo prodotto innovativo. L’attacco dello smartphone ha due opzioni: la prima è una leggerissima staffa in alluminio con attacco magnetico; la seconda è un medaglione da attaccare al retro del telefonino. Piccolo problemino, con quel bollo di metallo lì dietro ti puoi scordare qualsiasi tipo di cover…

    La seconda soluzione

    Il secondo grande lavoro sul gimbal OM4 è stato sulla fluidità e sulla resistenza del braccio e del motore di movimento. L’ho stressato in mille modi, ma non si è mai staccato dal contatto con lo smartphone, dimostrando affidabilità perfino durante inquadrature in corsa. Tutti i precedenti, nel corso del lavoro, staccavano il bluetooth o impazzivano facendo tremare lo smartphone. OM4 non sbaglia un colpo, almeno secondo le mie prove sul campo. La batteria, poi, dura almeno due giorni di lavoro, altra caratteristica molto importante.

    Il resto del gimbal

    Il resto del gimbal lo fa il software, con funzioni come l’ active track che segue fedelmente il soggetto inquadrato, con i comandi a gesti e con tutta la tecnologia Dji a disposizione per timelapse, hyperlapse, foto panoramiche e zoom dinamico. Questo, però, non è merito dell’hardware, ma dei programmatori di Shenzhen.

    Un gimbal veramente mojo

    Da questo OM4, quindi, possiamo dire che mi sbaglio a considerare il gimbal un oggetto inutile. E’ arrivato lo strumento adatto per migliorare le tue inquadrature perché è diventato più leggero, veloce all’uso, facile e performante. E’ un gimbal veramente mojo. Alla fin fine, infatti, non impedisce allo smartphone di essere uno smartphone e alle tue inquadrature di essere mobile. Nonostante questo esoscheletro, quindi, la palla del gioco di fare meravigliosi video resta a te.

  • Digitale: esperienze di una crescita lenta e felice

    Digitale: esperienze di una crescita lenta e felice

    Questo 2020 è stato ed è ancora, per me, l’anno della maturazione digitale della mia immagine e del mio percorso. Ti racconto alcune cose che nascono dalla mia esperienza di una crescita lenta e felice.

    Te le racconto parlando di te, non di me. Te le racconto spiegandoti quanto ho progettato, creato e vissuto in questi mesi, mettendoti in grado di comprendere da solo se queste indicazioni che nascono dalle mie esperienze ti possano essere utili.

    Tu, il tuo progetto, il tuo racconto

    Al centro ci sei tu. Hai un progetto, un lavoro, una strada da seguire. Probabilmente, in questi mesi il tuo progetto è cambiato, per forza o per amore. Questo percorso ha bisogno di una casa digitale, di un racconto, fatto di immagini e contenuti. Tutto questo serve a far capire cosa ti rende unico, cosa potrebbe o dovrebbe spingere gli altri a contattarti per avere i tuoi servigi. La tua arma più potente e anche l’unica che hai a disposizione è lo smartphone. Non lo dico io, lo dice la storia. Lo smartphone è il tuo ponte verso l’esterno, il diffusore della tua immagine digitale o di quella della tua attività.

    Una casa digitale

    Tutti abbiamo bisogno di un posto dove stare. Anche tu. Anche il tuo lavoro. In un mondo nel quale la casa è per molti un miraggio, un’abitazione digitale è molto meno costosa da raggiungere e difficile da costruire. La mia ha avuto un costo legato alle ore di lavoro che ci ho messo e a pochi materiali che mi sono serviti a tirarla su. Per avere la tua casa digitale il posto dove devi andare a prenderla è WordPress, software di costruzione di siti e pagine web facile e performante. Ci vuole studio, ok, ma si tratta di un sistema che ha una logica comprensibile e che offre enormi possibilità. Se creerai la tua casa digitale ti sentirai come mi sono sentito io in questi mesi. Ho lavorato durante il giorno per i miei clienti, ma le sere e i momenti liberi li ho dedicati al mio nuovo mondo digitale. Come un muratore di una volta, ho faticato nel mio cortile per fare fondamenta, muri, stanze, finestre, vetrine. Una soddisfazione di enorme valore, una sensazione intensa e rinvigorente. Ho costruito qualcosa di mio, la mia casa digitale, con i miei muri, i miei panorami, i miei contenuti.

    La crescita: questione di lentezza

    Costruire una casa sul web è il punto centrale della crescita della tua vita digitale e del tuo lavoro. L’ho sempre sostenuto e poi l’ho fatto. Il tuo sito è il centro del tuo progetto e i social sono i satelliti del tuo mondo. Lo strumento per farla è WordPress e l’esperto cui mi sono rivolto io per imparare a nuotare in quel mare è Fabio Ranfi. La sua capacità di farti capire il mondo digitale è impareggiabile. Algoritmo Umano, la mia casa digitale, ne è la prova: se l’ho fatto io puoi farlo anche tu. Una volta ultimata la costruzione sarai davanti alle scogliere di Dover con le ali al loro posto, pronto a spiccare il volo e impaurito dalla possibilità di non riuscirci. Stai tranquillo, la crescita è questione di lentezza.

    Ogni contatto è importante

    La paura di non trovare i primi clienti, di non crescere, di non farcela è indotta da un mondo digitale che è ancora saldamente attaccato ai numeri, alle quantità. Ferma le vene dei polsi. In quel momento la tua crescita nel digitale diventerà questione di lentezza. Ogni persona che ti avvicina sarà importante, ogni messaggio sul tuo smartphone potrà nascondere un’opportunità, ogni operazione social sul tuo telefonino sarà un piccolo mattone del tuo futuro. Ogni volta che instauri un contatto non pensare a vendere, ma a dargli valore. Con un contenuto, un consiglio, un parere, un po’ di ascolto. Questa è la via che ti farà crescere in modo lento, ma costante.

    Lo smartphone ti aiuterà

    Il telefonino, nel momento in cui avrai costruito la tua casa digitale, diventerà lo strumento determinante per farla funzionare. Ti aiuterà tantissimo. La benzina nel motore sono e saranno i contenuti, quelli che creerai per parlare del tuo progetto, ma soprattutto per far crescere i progetti degli altri. Pubblica quando è utile che tu lo faccia, non quando devi. Non parlare di te stesso, ma di quello che può arricchire, umanamente e professionalmente, chi ti circonda. Ascolta il tuo mondo, fallo parlare, come suggerisce saggiamente Riccardo Scandellari. Vedrai che sarà chi ti segue a farti capire cosa e quando dare, con il tuo smartphone alla mano, contributi importanti a chi ti circonda.

  • Social network: pubblica quando è utile

    Social network: pubblica quando è utile

    Ho provato una piattaforma di social media management per automatizzare la mia presenza e le mie pubblicazioni sui social network: ecco quello che ho scoperto

    Nel percorso di crescita di questo strano 2020 ho razionalizzato molti passaggi di proposizione del mio lavoro, delle mie attività di marketing e dell’interazione con i clienti. Una delle cose su cui ho lavorato è la mia presenza sui social network. Ho preso una piattaforma in prova per un mese per verificare se l’automatizzazione delle pubblicazioni poteva portare sul mio telefonino dati di maggiore interazione con il pubblico. Non è stato così.

    I motivi di un insuccesso

    Il mio lavoro, come quello di tanti altri liberi professionisti, è un lavoro in solitaria e con risorse economiche molto ristrette. Per questo motivo posso mettere tra i motivi di insuccesso dell’operazione social media management anche la ridotta quantità di risorsa tempo che ho potuto dedicare a questo esercizio. Un’altra cosa, però, mi è balzata agli occhi, guardando il mio piccolo pubblico. Le reazioni avute alla programmazione automatica dei post sulle mie pagine sociali mi hanno fatto capire che chi mi segue lo fa per capire cosa penso, per sapere cosa dico e per trarne utili consigli. Tutto questo non può essere fatto da qualcosa di automatico.

    Pubblicare quando…è utile

    Per questo motivo ho abbandonato la piattaforma e ho deciso di rispettare un solo criterio di pubblicazione. Quale? Pubblicherò quando ho da dire qualcosa di utile, di importante, di impattante. Senza pensare a rigidi piani editoriali o a costose piattaforme che automatizzino la diffusione del mio verbo. Oltretutto vedo dai dati che l’impatto del traffico sui miei siti che deriva dai social non è aumentato se non quando il contenuto era di buona qualità. Un grosso messaggio di speranza che si porta dietro un consiglio utile: condividi valore quando ce l’hai tra le mani. Il resto comincia a contare di meno. Molto di meno.

    Foto di Lisa Fotios da Pexels

  • Il progetto Da Noi a Noi

    Il progetto Da Noi a Noi

    Sto sviluppando un nuovo racconto in collaborazione con l’agenzia Interlaced, splendida interprete nel mondo della comunicazione integrata.

    Per il brand della grande distribuzione Mercatò, sono stato incaricato di raccontare il marchio Da Noi a Noi che il player piemontese della grande distribuzione ha creato per valorizzare prodotti e produttori del territorio. Il mio compito è quello di visitare le aziende, di scoprire i tesori della terra piemontese e di raccontare le storie delle persone che ci sono dietro le eccellenze che il marchio richiude e porta sugli scaffali per i suoi clienti.

    Ecco il primo dei video di questo racconto che si svilupperà per alcuni mesi. Sarà interpretato, sia nel filming, sia nel montaggio, con strumenti, software e tecniche prese dalla mobile content creation. Buona visione.