Autore: Francesco Facchini

  • Editore della tua vita e della tua carriera

    Editore della tua vita e della tua carriera

    Editore: una parola strana. Cambiata nel tempo.

    Questo lungo periodo di emergenza ci sta rendendo coscienti della necessità di avere un’immagine digitale, ma la stretta della crisi economica sta già minando questo pensiero dalle fondamenta. Il percorso più giusto è quello di diventare editore del tuo progetto professionale e del tuo business.

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  • Toggl: la app più importante di tutte

    Toggl: la app più importante di tutte

    Chi crea contenuti con lo smartphone e chi si organizza vita e lavoro con lo smartphone ha un solo preziosissimo bene.

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  • Resilienza, la tua dote più importante

    Resilienza, la tua dote più importante

    Resilienza è la parola che amo di più nel vocabolario italiano.

    Il Treccani, alla voce resilienza, dice “… in psicologia, si tratta della capacità di reagire a traumi, difficoltà, tragedie…”. Poco lontano da questa definizione c’è quella che riguarda la tecnologia dei materiali.

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  • Dirette streaming a pagamento: Facebook si butta

    Dirette streaming a pagamento: Facebook si butta

    Lo streaming è diventato il nuovo standard per andare sui social e un modo per spicciarsela con i contenuti video della strategia editoriale di media, aziende, professionisti e persone. Ok, può anche andare bene, ma è importante capire che andare in diretta è una cosa seria. Ora più che mai.

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  • Come scegliere lo smartphone se produci contenuti

    Come scegliere lo smartphone se produci contenuti

    Proprio nelle ore in cui esce il nuovo iPhone SE 2020, la domanda “come scegliere lo smartphone” se devi produrci dei contenuti torna a essere attuale. La mossa della Apple, ha ridestato l’interesse su una nuova filosofia del mercato dei telefonini che, specialmente ora con la crisi, potrebbe essere stimolante seguire. Sto parlando, naturalmente, della strategia aperta proprio dalla Casa di Cupertino con questo nuovo SE: fare smartphone con prestazioni top e prezzo non proibitivo.

    La domanda delle domande

    Come scegliere lo smartphone è la domanda delle domande, specialmente ora che l’emergenza internazionale legata al Covid 19 ci ha fatto profondamente cambiare l’uso che facciamo del nostro telefonino. Ora non abbiamo bisogno, quando cambiamo lo smartphone, di concentrarci soltanto su moda, fotocamera, memoria. Ora abbiamo bisogno che lo smartphone sia strumento di lavoro, di produzione di contenuti, di creazione e scambio di file, di pubblicazione dei nostri messaggi. Adesso abbiamo bisogno che il nostro smartphone sia centro del nostro lavoro e della nostra vita di tutti i giorni, sia ufficio, banca, posta, custode dei ricordi e creatore dei nostri messaggi.

    Così rispondere alla domanda delle domande “come scegliere lo smartphone” è diventato un esercizio più concettuale e meno istintivo di prima. Con i pochi soldi che abbiamo in tasca e le molte risposte che dobbiamo avere dai nostri aggeggi, infatti, dobbiamo rapidamente dimenticarci della parola ”bello” associata alla nostra device e sostituirla con la parola “utile”. Cosa è davvero utile che il nostro smartphone abbia?

    Come scegliere lo smartphone? Prima di tutto… non sia nuovo.

    Ho cambiato molti telefonini in questi anni e nessuno di questi era nuovo. Vuoi saperne il motivo? Semplicissimo: quando un telefono nuovo esce è più delicato nel suo progetto di hardware e meno testato nel suo rapporto con il sistema operativo che monta. Per chi lavora producendo contenuti è importante che ci sia armonia tra il telefono e le app che si utilizzano d’abitudine per raggiungere il risultato che ci si prefigge. Oltretutto deve esserci armonia anche tra il telefono che compri e gli accessori che utilizzi. Basta, infatti, comprare un telefono con un processore diverso o dei codici bluetooth rivisti dal produttore, per mettere della sabbia nel meccanismo di interazione tra il nuovo telefonino che hai appena tolto dalla scatola e il tuo caro vecchio microfono che usi da tempo. Te la senti di prendere questo rischio? Per questo dico sempre a tutti quelli che mi rivolgono la domanda su come scegliere lo smartphone che la risposta è il penultimo modello uscito. Magari usato da poco, ma usato. Diciamo che è una scelta che ti fa stare al sicuro da sorprese sgradevoli sulla tenuta dell’hardware, sul rapporto tra gli hardware (come smartphone-microfono) e sul rapporto hardware-software..

    Come scegliere uno smartphone: la fotocamera? Anche no…

    Quando sento del tal telefonino uscito con una fotocamera da millemila megapixel mi viene davvero l’orticaria. Quando sento dell’ultimo Samsung, l’S20, che fa immagini in 8k, mi viene lo scorbuto. Dai, scherzo, ma è assolutamente serio il fatto che la corsa alla tecnologia di queste macchine è, per quelli come noi, solennemente inutile. Le fotocamere che montano i cellulari usciti negli ultimi due anni sono una dotazione più che abbondante per le produzioni fotografiche e videografiche che ti riguardano. La fotocamera da urlo dell’ultimo modello, quindi, non deve essere un criterio di valutazione per un acquisto.

    Stessa valutazione per le potenzialità video (4k è più che abbondante) e per le qualità dello schermo. Fare un video in 4 k è solo un dispendio di energia. Vedere un video in 4K con un telefonino è un nonsenso. Lo schermo così piccolo non ne farà mai godere le qualità. Quindi inutile farlo e inutile basarsi, per rispondere alla domanda “come scegliere lo smartphone”, alle mirabolanti potenzialità degli ultimi delicatissimi e costosissimi schermi degli ultimi modelli di telefonini.

    Le risposte giuste

    Come scegliere lo smartphone: sono tre le cose importanti.

    Entriamo quindi nel cuore della domanda “Come scegliere lo smartphone” se sei un produttore di contenuti. Le caratteristiche fondamentali del telefono utile per quello che devi fare se vuoi produrre dei contenuti sono queste. Ci vuole un buon processore, una buona RAM e una buona memoria. Tutti gli smartphone, anzi tutti gli hardware si reggono su questa asse.

    Il processore

    Il processore è il motore del telefonino e ne condiziona la velocità di prestazione. Per usare lo smartphone per fare video e gestire molti dati l’idea è che nel mondo Apple bisogna preferire macchine con un processore dall’ A11 in poi, mentre nel mondo Android lo Snapdragon 845 (Octacore) è la soglia minima di accesso per avere una buona macchina tra le mani. Già che ci sono ti indico anche il motivo della preferenza verso gli iOS del mondo della mobile content creation. Semplice: l’iPhone è uno all’anno, se va bene sono due. Nel mondo Android si stimano 27 mila diverse combinazioni di hardware. Di conseguenza ti risulterà facile pensare che lo sviluppatore di app che deve confrontarsi con un tipo di telefono all’anno, impazzirà di meno di quello che si avventura nella battaglia contro 27 mila. Il tutto con l’effetto di creare software per quel telefono più performanti rispetto a colui che deve far andar bene la sua app a 27 mila telefoni diversi.

    La RAM

    Io non sono un tecnico, ma conosco l’uso che il telefonino fa della memoria RAM. La usa per le operazioni veloci e che hanno bisogno di gestire molti dati. Di conseguenza avere una buona RAM, da 6 gigabyte in su è una buona idea, è un buon criterio quando si compra uno smartphone. La gestione dei video è un’operazione che mette alla prova lo smartphone e poter contare su una buona memoria rapida facilita le cose.

    La capacità di memoria.

    Lo smartphone deve essere capiente perché la mole di immagini che ci invade sta aumentando in modo vertiginoso. Per questo motivo il criterio che riguarda la memoria e risponde alla domanda “Come scegliere lo smartphone” è semplice: dai 128 giga in su è tutto buono. Certamente giocano un loro ruolo anche i servizi in cloud e i drive, ma avere le proprie immagini nella propria device è il modo migliore per averle a disposizione quando si vuole elaborare un contenuto, montare un video, creare una bella immagine o un consistente post sui social.

    Insomma: non nuovo, con una buona fotocamera, ma senza impazzire, un processore veloce, una RAM da almeno 6 giga e 128 gigabyte di harddisk. Questo è l’identikit della tua prossima macchina per produrre sogni.

  • Lo smartphone crea nuovi linguaggi (e il tuo nuovo lavoro)

    Lo smartphone crea nuovi linguaggi (e il tuo nuovo lavoro)

    Se per fare un disegno passi da una matita, a un pennarello a un pennello, cambia il quadro.

    Se cambi strumento di produzione di un contenuto, questo cambia il linguaggio con cui ti esprimi e il risultato che ne esce quando lo pubblichi. Quando vuoi imparare lo spagnolo che no sai, lo studi. Quando devi imparare il linguaggio dello smartphone, se va bene, spippoli e provi. Perché?

    La tua arma migliore.

    Lo smartphone è l’arma migliore che hai per tirarti fuori da questo impiccio. Non c’è dubbio. Provo a immaginare la situazione. Il Coronavirus è passato come un terremoto nella tua vita nel tuo lavoro. Attività chiusa, negozio chiuso, azienda chiusa, cassa integrazione se va bene. Hai poche cose in mano. Una di queste è lo smartphone. Visto che è cambiata la comunicazione ed è cambiato il tuo uso dell’aggeggio, cominci ad accorgerti che quello che ti ti tiene attaccato al mondo è quel maledetto telefono. Non solo per ricevere rotture tutto il giorno, ma anche per chiedere, inviare, comprare, vendere, far vedere.

    Nuovi linguaggi=nuovi formati

    Lo smartphone ha risvegliato la sua importanza, si è preso la rivincita anche nei confronti di chi lo aveva pensato e continuava a usarlo come una mitraglia puntata contro di te. Ora sei tu che lo puoi puntare contro qualcuno. Anzi, mi spiego meglio: contro chi deve sapere che ci sei, che stai facendo progetti, che hai sorprese per lui, che hai nuovi prodotti o nuovi servizi per il tuo cliente. Se il linguaggio nuovo che usi è quello dello smartphone devi imparare a usarlo bene. Devi inventare e creare nuovi formati per arrivare a destinazione con il tuo messaggio. Basta fotine dei tuoi piedi in spiaggia, basta video del cane, basta dirette dai concerti che non si vede un tubo. Nuovi formati di comunicazione, nuovi formati di vendita, nuovi formati di racconto di quello che fai.

    Non è proprio il caso, visto che devi mettere in tavola pranzo e cena per te e magari per altri, che tu faccia l’errore che fanno i media. Lo hai notato? Te lo spiego: mettono sui social quello che mettono sul sito o sulle loro tv. È come avere una Ferrari e andare in giro in prima… Tu, invece, devi creare formati autentici, nuovi. Si la base è l’immagine, ma il mezzo e il linguaggio devono diventare lo strumento con il quale raggiungi lo scopo di dare ai tuoi clienti, a chi deve darti lavoro, qualcosa di nuovo. Di importante.

    Il tuo progetto te lo disegna lui.

    Che il tuo lavoro sia digitale o fisico, che tu faccia il comunicatore o il calzolaio, lo smartphone è la via per trasformare il tuo progetto. Puoi trasformare anche semplicemente l’immagine che dai di te sui social o il suo modo di comunicare con i tuoi cari (che vista la società che troveremo all’uscita da questa merda non è solo usare zoom). La priorità, tuttavia, è il lavoro. Prendi lo smartphone tra le mani, puntalo sul tuo mondo, crea contenuti che siano esattamente il racconto che vuoi. Se serve una mano, sai dove trovarmi.

    Foto da Pixabay

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