Autore: Francesco Facchini

  • Come scegliere lo smartphone se produci contenuti

    Come scegliere lo smartphone se produci contenuti

    Proprio nelle ore in cui esce il nuovo iPhone SE 2020, la domanda “come scegliere lo smartphone” se devi produrci dei contenuti torna a essere attuale. La mossa della Apple, ha ridestato l’interesse su una nuova filosofia del mercato dei telefonini che, specialmente ora con la crisi, potrebbe essere stimolante seguire. Sto parlando, naturalmente, della strategia aperta proprio dalla Casa di Cupertino con questo nuovo SE: fare smartphone con prestazioni top e prezzo non proibitivo.

    La domanda delle domande

    Come scegliere lo smartphone è la domanda delle domande, specialmente ora che l’emergenza internazionale legata al Covid 19 ci ha fatto profondamente cambiare l’uso che facciamo del nostro telefonino. Ora non abbiamo bisogno, quando cambiamo lo smartphone, di concentrarci soltanto su moda, fotocamera, memoria. Ora abbiamo bisogno che lo smartphone sia strumento di lavoro, di produzione di contenuti, di creazione e scambio di file, di pubblicazione dei nostri messaggi. Adesso abbiamo bisogno che il nostro smartphone sia centro del nostro lavoro e della nostra vita di tutti i giorni, sia ufficio, banca, posta, custode dei ricordi e creatore dei nostri messaggi.

    Così rispondere alla domanda delle domande “come scegliere lo smartphone” è diventato un esercizio più concettuale e meno istintivo di prima. Con i pochi soldi che abbiamo in tasca e le molte risposte che dobbiamo avere dai nostri aggeggi, infatti, dobbiamo rapidamente dimenticarci della parola ”bello” associata alla nostra device e sostituirla con la parola “utile”. Cosa è davvero utile che il nostro smartphone abbia?

    Come scegliere lo smartphone? Prima di tutto… non sia nuovo.

    Ho cambiato molti telefonini in questi anni e nessuno di questi era nuovo. Vuoi saperne il motivo? Semplicissimo: quando un telefono nuovo esce è più delicato nel suo progetto di hardware e meno testato nel suo rapporto con il sistema operativo che monta. Per chi lavora producendo contenuti è importante che ci sia armonia tra il telefono e le app che si utilizzano d’abitudine per raggiungere il risultato che ci si prefigge. Oltretutto deve esserci armonia anche tra il telefono che compri e gli accessori che utilizzi. Basta, infatti, comprare un telefono con un processore diverso o dei codici bluetooth rivisti dal produttore, per mettere della sabbia nel meccanismo di interazione tra il nuovo telefonino che hai appena tolto dalla scatola e il tuo caro vecchio microfono che usi da tempo. Te la senti di prendere questo rischio? Per questo dico sempre a tutti quelli che mi rivolgono la domanda su come scegliere lo smartphone che la risposta è il penultimo modello uscito. Magari usato da poco, ma usato. Diciamo che è una scelta che ti fa stare al sicuro da sorprese sgradevoli sulla tenuta dell’hardware, sul rapporto tra gli hardware (come smartphone-microfono) e sul rapporto hardware-software..

    Come scegliere uno smartphone: la fotocamera? Anche no…

    Quando sento del tal telefonino uscito con una fotocamera da millemila megapixel mi viene davvero l’orticaria. Quando sento dell’ultimo Samsung, l’S20, che fa immagini in 8k, mi viene lo scorbuto. Dai, scherzo, ma è assolutamente serio il fatto che la corsa alla tecnologia di queste macchine è, per quelli come noi, solennemente inutile. Le fotocamere che montano i cellulari usciti negli ultimi due anni sono una dotazione più che abbondante per le produzioni fotografiche e videografiche che ti riguardano. La fotocamera da urlo dell’ultimo modello, quindi, non deve essere un criterio di valutazione per un acquisto.

    Stessa valutazione per le potenzialità video (4k è più che abbondante) e per le qualità dello schermo. Fare un video in 4 k è solo un dispendio di energia. Vedere un video in 4K con un telefonino è un nonsenso. Lo schermo così piccolo non ne farà mai godere le qualità. Quindi inutile farlo e inutile basarsi, per rispondere alla domanda “come scegliere lo smartphone”, alle mirabolanti potenzialità degli ultimi delicatissimi e costosissimi schermi degli ultimi modelli di telefonini.

    Le risposte giuste

    Come scegliere lo smartphone: sono tre le cose importanti.

    Entriamo quindi nel cuore della domanda “Come scegliere lo smartphone” se sei un produttore di contenuti. Le caratteristiche fondamentali del telefono utile per quello che devi fare se vuoi produrre dei contenuti sono queste. Ci vuole un buon processore, una buona RAM e una buona memoria. Tutti gli smartphone, anzi tutti gli hardware si reggono su questa asse.

    Il processore

    Il processore è il motore del telefonino e ne condiziona la velocità di prestazione. Per usare lo smartphone per fare video e gestire molti dati l’idea è che nel mondo Apple bisogna preferire macchine con un processore dall’ A11 in poi, mentre nel mondo Android lo Snapdragon 845 (Octacore) è la soglia minima di accesso per avere una buona macchina tra le mani. Già che ci sono ti indico anche il motivo della preferenza verso gli iOS del mondo della mobile content creation. Semplice: l’iPhone è uno all’anno, se va bene sono due. Nel mondo Android si stimano 27 mila diverse combinazioni di hardware. Di conseguenza ti risulterà facile pensare che lo sviluppatore di app che deve confrontarsi con un tipo di telefono all’anno, impazzirà di meno di quello che si avventura nella battaglia contro 27 mila. Il tutto con l’effetto di creare software per quel telefono più performanti rispetto a colui che deve far andar bene la sua app a 27 mila telefoni diversi.

    La RAM

    Io non sono un tecnico, ma conosco l’uso che il telefonino fa della memoria RAM. La usa per le operazioni veloci e che hanno bisogno di gestire molti dati. Di conseguenza avere una buona RAM, da 6 gigabyte in su è una buona idea, è un buon criterio quando si compra uno smartphone. La gestione dei video è un’operazione che mette alla prova lo smartphone e poter contare su una buona memoria rapida facilita le cose.

    La capacità di memoria.

    Lo smartphone deve essere capiente perché la mole di immagini che ci invade sta aumentando in modo vertiginoso. Per questo motivo il criterio che riguarda la memoria e risponde alla domanda “Come scegliere lo smartphone” è semplice: dai 128 giga in su è tutto buono. Certamente giocano un loro ruolo anche i servizi in cloud e i drive, ma avere le proprie immagini nella propria device è il modo migliore per averle a disposizione quando si vuole elaborare un contenuto, montare un video, creare una bella immagine o un consistente post sui social.

    Insomma: non nuovo, con una buona fotocamera, ma senza impazzire, un processore veloce, una RAM da almeno 6 giga e 128 gigabyte di harddisk. Questo è l’identikit della tua prossima macchina per produrre sogni.

  • Lo smartphone crea nuovi linguaggi (e il tuo nuovo lavoro)

    Lo smartphone crea nuovi linguaggi (e il tuo nuovo lavoro)

    Se per fare un disegno passi da una matita, a un pennarello a un pennello, cambia il quadro.

    Se cambi strumento di produzione di un contenuto, questo cambia il linguaggio con cui ti esprimi e il risultato che ne esce quando lo pubblichi. Quando vuoi imparare lo spagnolo che no sai, lo studi. Quando devi imparare il linguaggio dello smartphone, se va bene, spippoli e provi. Perché?

    La tua arma migliore.

    Lo smartphone è l’arma migliore che hai per tirarti fuori da questo impiccio. Non c’è dubbio. Provo a immaginare la situazione. Il Coronavirus è passato come un terremoto nella tua vita nel tuo lavoro. Attività chiusa, negozio chiuso, azienda chiusa, cassa integrazione se va bene. Hai poche cose in mano. Una di queste è lo smartphone. Visto che è cambiata la comunicazione ed è cambiato il tuo uso dell’aggeggio, cominci ad accorgerti che quello che ti ti tiene attaccato al mondo è quel maledetto telefono. Non solo per ricevere rotture tutto il giorno, ma anche per chiedere, inviare, comprare, vendere, far vedere.

    Nuovi linguaggi=nuovi formati

    Lo smartphone ha risvegliato la sua importanza, si è preso la rivincita anche nei confronti di chi lo aveva pensato e continuava a usarlo come una mitraglia puntata contro di te. Ora sei tu che lo puoi puntare contro qualcuno. Anzi, mi spiego meglio: contro chi deve sapere che ci sei, che stai facendo progetti, che hai sorprese per lui, che hai nuovi prodotti o nuovi servizi per il tuo cliente. Se il linguaggio nuovo che usi è quello dello smartphone devi imparare a usarlo bene. Devi inventare e creare nuovi formati per arrivare a destinazione con il tuo messaggio. Basta fotine dei tuoi piedi in spiaggia, basta video del cane, basta dirette dai concerti che non si vede un tubo. Nuovi formati di comunicazione, nuovi formati di vendita, nuovi formati di racconto di quello che fai.

    Non è proprio il caso, visto che devi mettere in tavola pranzo e cena per te e magari per altri, che tu faccia l’errore che fanno i media. Lo hai notato? Te lo spiego: mettono sui social quello che mettono sul sito o sulle loro tv. È come avere una Ferrari e andare in giro in prima… Tu, invece, devi creare formati autentici, nuovi. Si la base è l’immagine, ma il mezzo e il linguaggio devono diventare lo strumento con il quale raggiungi lo scopo di dare ai tuoi clienti, a chi deve darti lavoro, qualcosa di nuovo. Di importante.

    Il tuo progetto te lo disegna lui.

    Che il tuo lavoro sia digitale o fisico, che tu faccia il comunicatore o il calzolaio, lo smartphone è la via per trasformare il tuo progetto. Puoi trasformare anche semplicemente l’immagine che dai di te sui social o il suo modo di comunicare con i tuoi cari (che vista la società che troveremo all’uscita da questa merda non è solo usare zoom). La priorità, tuttavia, è il lavoro. Prendi lo smartphone tra le mani, puntalo sul tuo mondo, crea contenuti che siano esattamente il racconto che vuoi. Se serve una mano, sai dove trovarmi.

    Foto da Pixabay

  • La rivincita dello smartphone

    La rivincita dello smartphone

    L’uso che facciamo dello smartphone è cambiato, ma non tutti sembrano ancora averne preso consapevolezza. Forse vale la pena di rifletterci un attimo.

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  • Coronavirus: come cambierà la comunicazione

    Coronavirus: come cambierà la comunicazione

    La comunicazione in questo periodo sta mutando in modo velocissimo: ecco alcuni consigli per farla evolvere correttamente.

    Ho studiato con cura i cambiamenti della comunicazione al tempo del coronavirus e penso sia utile mettere nero su bianco un’analisi che possa essere uno strumento efficace per comprendere la strada da percorrere per usare efficacemente questa arma primordiale dell’uomo: raccontarsi.

    Le persone.

    La comunicazione umana sta subendo, a causa dell’emergenza mondiale del Covid 19, profondi cambiamenti. Molte delle comunicazioni fisiche che facevamo sono diventate virtuali. La maggior parte del peso che davamo ai comportamenti non verbali, quelli legati, per intenderci, alle espressioni e ai gesti, è andata a mettersi sulle comunicazioni mediate attraverso un computer, un tablet, uno smartphone. Ora la comunicazione più importante per noi e per i nostri cari avviene via Whatsapp, Skype, Zoom e tutte le piattaforme di video conferenza. Per questo motivo abbiamo abbandonato tutte le aspettative che avevamo nei confronti di messaggi senza risposta e di tempi di attesa. Oggi sappiamo che chi non ci risponde non lo fa perché non può, come sappiamo che lo stampatello è un urlo maleducato e che l’attesa di una risposta può essere riempita con zero domande e tanta vita. Tanto, prima o poi, arriverà. Oggi le persone comunicano smarrite con questi nuovi mezzi, domani creeranno linguaggi che diano valore al nuovo fluire delle parole. Il resto? Video, video, video. Con che cosa? Con lo smartphone.

    È il momento di scrivere una storia completamente nuova.

    Le carriere.

    La tua carriera, nel mezzo di questa crisi, si è bruscamente arrestata, si è gravemente danneggiata, si è brutalmente ridimensionata. Qualunque lavoro tu faccia. Il percorso da intraprendere è quello della virtualizzazione di tutti i passaggi possibili e del cambiamento del modello di interazione fisica quando sei obbligato ad averla per concludere le operazioni (per esempio della vendita). Avvocati, commercialisti e affini, anche i comunicatori come me, possono virtualizzare quasi tutto della loro attività. Il punto centrale è, tuttavia, questo: come comunicare? Ecco la risposta, almeno quella che nasce dalla mia analisi.

    In tempo di emergenza racconta l’evoluzione, gli studi, i cambiamenti. Parla con i tuoi clienti attraverso le piattaforme sociali e chiedi loro di stabilire quali nuovi servizi desidererebbero e quali nuovi modi di interagire con te vorrebbero portare avanti per sentirsi adeguatamente serviti. Offri buoni consigli, magari facendoti un piccolo calendario di interventi sui suoi account sociali o sul tuo sito. Ah, a proposito: se non hai piattaforme di social network e non hai una casa sul web è il momento di farla.

    Le aziende.

    Sono tempi durissimi. Se la tua comunicazione è silente ora, non fartene un cruccio. Quando ricomincerai spiega il tuo silenzio e motivalo col tuo lavoro fatto durante questa brutta rottura della realtà. Nel momento in cui metteremo il naso fuori di casa, raccontati più che mai. Ora è il momento di fare una revisione profonda del valore che dai al tuo cliente e di riorganizzarlo con lui. Ora il video è la porta aperta per far entrare il tuo cliente in azienda e vedere cosa stai facendo così come in futuro sarà il veicolo per far fare al cliente un’esperienza sensoriale sul tuo prodotto. Proprio quando tutti sono su internet più di prima, dare valore a quello che stai facendo è molto più importante che avere numeri dalla tua parte. Sono meglio 100 clienti che ti chiamano per acquistare I tuoi prodotti di 10 mila che ti guardano distrattamente (finalmente, verrebbe da dire).

    Se non vuoi sparire, affacciati alla rete, con un piano basato sul contenuto e sul racconto del tuo percorso verso il futuro. Non farti ammaliare facilmente dal digital adv che non sia racchiuso in un progetto di ampio respiro. Lo strumento più adatto a mettere in opera il piano è quello che hai in tasca: lo smartphone. Grazie a quello e alla mobile content cremation molti eventi possono essere raccontati dalla tua stessa mano (certo ci vuole formazione) o da quella dei tuoi dipendenti. Chi meglio di loro?

    Anche i tuoi eventi possono continuare a esistere, in un formato diverso. La versione online dei tuoi appuntamenti si può realizzare a costi contenuti e con software e app che lavorano da remoto, facendo stare in sicurezza tutti gli attori della produzione e realizzazione degli stessi. I rapporti con i tuoi clienti, in futuro, cambieranno: saranno più distanziati fisicamente e molto più vicini di prima virtualmente. La comunicazione di oggi, in emergenza, deve far capire che sei vicino a chi è stato tuo cliente. La comunicazione di domani deve far capire le sorprese che hai preparato per lui in questo periodo.

    Il tuo racconto deve essere realizzato con la cura che un artigiano mette nel suo lavoro.

    Il sarto della comunicazione.

    Questo sito ha subito un cambiamento importante in questo periodo. È ridiventato un colloquio con i miei clienti e le persone che seguono il mio lavoro. Ho osservato molto le manifestazioni di persone e aziende in questo momento e ho trovato un’opportunità. L’opportunità è quella di sfruttare le tecnologie e la professionalità di cui dispongo per mettermi a fare il sarto della nuova comunicazione. Presto pubblicherò una piattaforma di nuovi servizi adatti alle esigenze di questo mondo che cambia. Al centro, tuttavia, resterai tu e il tuo bisogno di avere addosso, con mano sartoriale sartoriale, l’abito nuovo della tua comunicazione e della tua immagine digitale.

  • Algoritmo Umano Project: la piattaforma

    Algoritmo Umano Project: la piattaforma

    Il mio portfolio, come comunicatore e creatore di contenuti, è un contenitore di progetti variegati.

    Nel portfolio, quindi, va a pieno diritto il progetto di Algoritmo Umano. Si tratta di un lavoro di carattere multimediale che è partito da un podcast per incarnare meglio il fatto che la voce è e sarà il nostro modo di essere nel web del presente e del futuro. La pagina pubblica del podcast la puoi trovare qui sotto.

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  • Il progetto Bracco 1881

    Il progetto Bracco 1881

    Raccontare un’azienda vinicola con le immagini e i contenuti, spiegarne i valori, il lavoro e le stagioni: ecco il mio compito.

    Da qualche mese sto aiutando l’Azienda Agricola Bracco 1881 ad aprirsi al racconto della sua realtà sui social network e a farlo attraverso i contenuti. Il percorso di crescita dei numeri e delle interazioni è stato lento e costante. Al centro sempre le immagini dei passaggi stagionali del lavoro sulle viti e in cantina e i valori di ecosostenibilità, di tradizione e di cultura che da 5 generazioni contraddistinguono l’azienda di Brazzano, frazione di Cormons (Gorizia). In questi tempi nei quali comunicare è diventato difficile, ma necessario, inserisco nel portfolio un video pubblicato sui social dell’azienda nel marzo del 2020 che sta dando numeri impressionanti anche al cospetto del pubblico ristretto e qualificato di coloro che seguono questo produttore di vini naturali del Friuli Venezia Giulia.

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