Passa il tempo, ma Switcher Studio resta la numero uno
Sto parlando del mondo delle app per realizzare dirette sui social network principali o per emettere un segnale che, via web, può anche essere immesso in una regia televisiva.Si tratta di una app americana, di cui ho già parlato in passato (per esempio in questo articolo), un vero software per iPhone e iPad che, nel tempo, ha raggiunto livelli di eccellenza. Con Switcher Studio non ci sono limiti alla realizzazione di dirette sulle reti sociali di carattere professionale con elementi grafici, contributi, inserti video, audio, slide, foto ed effetti. Il tutto nel tuo smartphone.
Tutte le possibilità di Switcher Studio
L’app americana (questo il sito ufficiale) ha dietro di sè almeno quattro anni di sviluppo, ma in questo periodo è arrivata a livelli di eccellenza davvero notevoli. Gli ultimi aggiornamenti hanno arricchito le possibilità della diretta: sottotitoli, grafiche, multiviews (cioè la possibilità di mandare in linea più telecamere contemporaneamente), collegamenti da remoto, un cloud per tenersi elementi e contributi sempre a disposizione e molto altro. Un mondo che trasforma qualsiasi diretta con lo smartphone in un format professionale.
Poi c’è un altro mondo. Il mondo del mobile journalism live e registrato. Fra le caratteristiche importanti di Switcher c’è, infatti, quella di poter considerare lo sviluppo del format live come un’esecuzione a blocchi di un pezzo giornalistico o di un contenuto per la propria comunicazione riutilizzabile. Alla fine della diretta, infatti, Switcher Studio dà la possibilità di scaricare quanto si è realizzato per poterlo rilavorare. Il tutto in Full hd.
La filosofia dei blocchi
Questa app ti permette di lavorare a blocchi, sia per costruire una diretta, sia per registrare un pezzo in locale. Già, perché Switcher Studio fa anche registrare il contributo creato direttamente nel tuo iPad. La conseguenza è che si libera di colpo la possibilità del montaggio live. Basta scrivere bene la successione degli elementi che si vogliono mettere nel video e il gioco è fatto.
Switcher Studio crea dei prodotti nuovi
Il mio laboratorio è specializzato in registrazioni da remoto (le puoi acquistare qui) proprio con questa app. Sto producendo corsi, speech, webinar, interviste e quanto altro viene proposto dai miei clienti. Ma c’è di più. Con la redazione di Verona Network sto formando una serie di giovani giornalisti all’uso di questa suite e ai flussi di lavoro necessari a realizzare dirette sui social e contenuti montati al momento. Stiamo costruendo un percorso per passare dal mobile journalism al mobile journalism live. Un’avventura meravigliosa.
Google Keep è una delle tantissime applicazioni di note, liste e registrazioni appunti che ci sono negli App Store di Apple e Android (qui il suo sito). In questi anni di forte uso dello smartphone avrai già trovato la tua app migliore, quella che ti è famigliare, ma solo Keep ha una caratteristica che potrebbe risultare determinante. Ecco di cosa si tratta e perché Google Keep è così importante.
Sembra una app come tante
Sembra una app come tante, ma c’è una caratteristica che la rende diversa da tutte le altre. In Google Keep si trova la possibilità di fare liste dei to-do, di scrivere note, di dividerle per tag e progetti. Si trova anche la splendida opportunità di registrare le note vocali. Annotare con la voce è il mezzo più dinamico per catturare un’idea che ti viene. Magari mentre stai camminando sul marciapiede di una via o sei in attesa dal macellaio. Ma c’è di più
L’idea viene collocata nel tempo
Google Keep, quindi, ti può far aprire una nota e te la può far registrare con la voce, la quale viene trasformata in un testo con grande accuratezza. Nella videata di lavoro c’è un’altra interessante possibilità. Di cosa parlo? Del bottone in alto a destra che può mettermi un promemoria collocato nel tempo per far viaggiare l’idea che mi è venuta fino al punto giusto. Mi riferisco proprio al fatto che questa nota, registrata con la voce e trasformata in testo, viene collocata nel calendario alla data e all’ora che vuoi tu.
Sincronizzazione tra Google Keep e Calendar
Il mondo delle applicazioni di Google è vario e interessante. Quella più conosciuta è Calendar. Grazie alla sincronizzazione dell’account Google, la nota di Keep compare in pochi secondi nel nostro calendario uscendo col suo promemoria proprio al momento giusto. L’uso di Google Keep come cattura idee è di fondamentale importanza nello sviluppo del lavoro. Lo è per organizzare le proprie giornate, le proprie liste di cose da fare, ma si rivela fondamentale per allestire un calendario editoriale di pubblicazione dei contenuti.
Le idee per i contenuti, infatti, vengono spesso mentre siamo operativi su altri fronti, mentre stiamo viaggiando, mentre stiamo facendo altro o semplicemente camminando. Momenti in cui fermarsi e prendere nota risulta difficile. Aprire Keep, dettare una cosa al volo, mettere un titolino e fissare il promemoria nel tempo è un’operazione più facile e veloce. Un’operazione che, spesso, salva preziosi pensieri.
Gestione del tempo: un bel problema del quale hai la soluzione tra le mani
Già, si tratta del tuo smartphone e di una app che, più di altre, ti aiuta a dominarlo. Si chiama Sorted, è per iPhone, ti insegna a gestire il tuo tempo in modo fluido, per arrivare al 100% di cose fatte nel corso della giornata. Ecco come.
Gestione del tempo: premesse operative
Prima ti raccontarti di Sorted, faccio alcune premesse. Le giornate complicate che passi possono avere nello smartphone uno strepitoso alleato. La capacità di registrare informazioni del telefonino può essere determinante per far registrare a lui (e non a te) le informazioni e i compiti importanti. Le cose che devi fare tu, invece, sono due. La prima è quella di non farti distrarre quando stai facendo una cosa (leggasi “spegni le notifiche”). La seconda è semplice: trovati un momento in cui allestisci la lista dei tuoi compiti e poniti davanti un numero ragionevole e prudente di cose da fare.
Il tempo liquido e il tempo solido
C’è un’altro assunto da sapere prima di partire a utilizzare Sorted. Nelle tue ore di veglia esiste un tempo solido e un tempo liquido. Il tempo solido è quello degli appuntamenti con altri (o con te stesso, tipo fare la spesa), il tempo liquido è quello che hai tra un appuntamento e l’altro. Un tempo da riempire in modo fluido con occupazioni fattibili nell’intervallo di minuti o ore che hai tra un appuntamento e un altro. Sorted ti insegna a farlo, portandoti a gestire quel tempo fluido in modo efficiente, senza strafare.
Sorted ha qualcosa di magico
Sorted è un’applicazione per il sistema operativo iOS. Si sincronizza con il tuo account Apple e ti presenta un ambiente nel quale le attività e gli eventi sono riuniti nella stessa videata. In modo molto armonico. Tra iPhone e iPad cambia la visualizzazione degli elementi, ma l’efficacia è la stessa.
Sorted ha qualcosa di magico perché ti fa partire sempre con il foglio bianco della giornata davanti, dentro il quale, come dei massi, ci sono gli appuntamenti che hai preso. All’inizio della giornata metti in fila i compiti da svolgere. Per ogni attività Sorted ti fa dire il tempo che ci metterai a farla, nella finestra alla voce “Durata”. Componi la tra lista, la valuti mettendo prima le cose urgenti. Poi schiacci in alto a destra i tre puntini e trovi una voce che si chiama “Programma automatica”. Già, la traduzione non è un granché…
Il tempo diventa pieno con Sorted
La gestione del tempo che hai solo abbozzato viene gestita in automatico dalla app se sei stato bravo a indicare tempi ragionevoli di conclusione di tutte le operazioni. Ma c’è di più.
Se hai guardato il video, ti sarai accorto che Sorted ti aiuta a fare una selezione multipla di una serie di eventi e di spostarli in avanti o indietro nel tempo. La gestione del tempo di Sorted, quindi, potrà farti rispondere anche all’imprevisto che ti è capitato e che non ti ha fatto rispettare la tabella di marcia oraria che avevi impostato con la programmazione automatica.
Gestione del tempo e Sorted: binomio perfetto
Questa app è la sintesi praticamente perfetta degli strumenti che ti servono per gestire le tue giornate. Oltretutto è sincronizzabile con tutti i tuoi calendari di Google. Sorted, infine, mostra ottimi strumenti di editing nella scrittura delle attività e degli eventi. Puoi arricchire ogni elemento, infatti, con sottotitoli, elenchi puntati, sotto obiettivi che ti possono far scrivere anche un’intero progetto nello spazio di un’attività, cui puoi allegare anche foto. Sorted e la gestione del tempo: un binomio perfetto.
Ieri è stato un giorno storico per la mobile content creation, per merito di Adobe Premiere Rush
Dal 21 maggio 2019, infatti, è possibile scaricare Adobe Premiere Rush per Android e avere a disposizione quella app di editing di cui ti avevo parlato in questo pezzo qui ma anche in questo pezzo qui, pure per i telefoni del Robottino (per ora il numero delle device abilitate è abbastanza limitato). Questa scadenza, questa data, cambia le cose della mobile content creation in tutti i sensi perché ieri ha visto la luce la prima piattaforma creativa che può farti montare un contenuto video con qualsiasi aggeggio mobile tu abbia. Sto parlando, infatti, di un software che ha una versione per mac, una per pc, una per iPad, una per iPhone e una, da ieri, per telefoni Android.
Il segreto è nella nuvola
Adobe è entrata in campo, per quanto riguarda il montaggio video da smartphone e tablet, con tutta la potenza del suo concetto che riguarda la nuvola e ha approntato una app che è una base potentissima su cui si svilupperà il lavoro dei prossimi periodi. Oggi l’ho provata creando il video che vedi qui sotto (con qualche imprecisione) in due versioni diverse e con due device diversi dalle 16.10 alle 16.49. L’ambiente di lavoro sugli smartphone (io ho lavorato su un iPhone 7plus e su un Note 8) è famigliare e facile da comprendere, intuitivo e veloce. Può essere vissuto in verticale e porta alla lavorazione di video immediati e veloci, ritmati e adatti ai social. Insomma Rush fa creare in velocità e fa scatenare la creatività per la sua facilità d’uso. Ho impostato facilmente in Android il lavoro in 26:9 con qualche copertura “basic” e due sottopancia. Poi ho provato il grande segreto di Adobe Premiere Rush.
Così, mentre caricavo il video in 16:9 per la mia diretta multicast, ho continuato sull’iPhone a produrre il formato verticale e ho visto una grande cosa. Il riallineamento dei formati da orizzontale a verticale è sorprendente e nasconde quello che mi ha spiegato in una telefonata Fred Rolland. Di chi sto parlando? Sto parlando dello Strategic Manager di Creative Cloud per imprese e Video, EMEA di Adobe, di stanza a Parigi. Verticalizzare il lavoro che ho fatto è stato facile in un modo disarmante e ho visto con i miei occhi le grafiche ritararsi seguendo il cambiamento dell’immagine.
E’ nato Adobe Sensei… un maestro AI
Senti cosa dice Rolland: “Rush per noi è la base per uno sviluppo futuro che avrà dei confini sorprendenti – mi ha raccontato al telefono – e che regalerà ai creatori di video una piattaforma mai vista prima, uno strumento che li farà lavorare in totale libertà. E volete sapere grazie a cosa? Grazie a Adobe Sensei. Si tratta di tutta quella parte di programmazione che sta dietro a Rush e che rappresenta la base tecnologica di intelligenza artificiale con la quale abbiamo già rivoluzionato alcuni passaggi, come il cambiamento di formato e l’armonizzazione della voce con la musica. Però sappiate che ci apprestiamo a fare di più, molto di più. Gli speech to text e la sottotitolazione automatica possono essere due scenari futuri che Rush implementerà con l’aiuto della AI, una AI che è già presente nella nostra struttura base e che sarà l’ingrediente con il quale rilanceremo la creatività video nel mondo”. Il tutto grazie al nuovo Sensei di Adobe che, questo lo penso io, avrà anche il merito di riuscire a far parlare Rush con tutta la suite di Creative Cloud.
Le prime impressioni.
Adobe Premiere Rush ha una filosofia diversa rispetto alle altre suite. Spinge sull’immediatezza e sul montaggio lineare se è vero che, per esempio, per mettere della B-Roll sulla seconda timeline l’operazione deve’essere fatta in due passaggi perché il video aggiuntivo casca prima sulla timeline di base e poi può essere lavorato. Mi voglio, tuttavia, prendere del tempo, più di un mese, diciamo, per ragionare su come Rush ti invita a lavorare e assecondarla. Titoli, musica, transizioni: tutto è immediato, tutto lavorabile in secondi. “L’idea è che Rush sia una suite che fa lavorare in flusso e regala una grande libertà. La libertà di produrre ovunque e di vivere quello che si sta raccontando con le immagini con serenità, perché trasformarlo in un racconto visuale è facile, ma dal risultato qualitativo”.
I perché di una rivoluzione
Perché Adobe Premiere Rush cambia il mondo dei media? Semplice, perché é una suite che non ha barriere e ha tutto quello che le serve dentro il suo cuore, quella nuvola grazie alla quale io oggi sono passato dal Note 8 all’iPhone nel giro di pochi secondi. Provate a portare questa benedetta possibilità dentro i flussi di lavoro delle redazioni e scoprirete un mondo con infinite possibilità, visto che gli aggiornamenti su tutte le device che lavorano su uno stesso video sono automatici e possono instaurare un flusso di lavoro che regala un’interazione perfetta tra risorse che sono sui luoghi degli eventi e delle notizie e risorse che nella newsroom integrano il lavoro e ne curano poi l’emissione.
Accetto la sfida, Rush.
Se invece porti il ragionamento ai freelance l’arma di poter lavorare da fisso e da mobile e far vedere (sperando che non tocchi eh…) il lavoro al cliente in tempo reale, penso che liberi potenzialità enormi. Rush è ancora all’inizio e già costa 12 euro. Qualcuno polemizza, ma il cloud, la licenza per tutti i device e le sinergie che fa sviluppare a mio avviso valgono la pena. A patto che Rush ci regali dei miglioramenti che favoriscano il montaggio non lineare (per accontentare noi vecchi bacucchi che montiamo ancora pensando alla tv). Però accetto la sfida e rilancio. Se Rush mi fa cambiare modo di scrivere i video io ci sto e spacco tutto. Vediamo cosa succede.
Linkedin ha deciso di sbarcare nel mondo delle trasmissioni live via social.
Si tratta di una mossa interessante e destinata a cambiare il mercato. Ecco cosa c’è dietro e, sopratutto, chi c’è dietro. Sto parlando di Switcher Studio, company americana specializzata nel live multicamera e creatrice della app più professionale che esista (almeno nel mondo iOS) per coloro che vogliano realizzare produzioni dal vivo di qualità televisiva con le device mobili. Del prodotto, la app Switcher Studio, ne avevo già parlato in questo articolo. Nick Mattingly e il suo team sono stati fenomenali nello sviluppo delle potenzialità di questo sotfware per fare dirette, ma hanno proprio cambiato il passo in questi giorni diventando uno dei partner privilegiati per le dirette “business” di Linkedin. Sta nascendo, quindi, il mercato dei “live business” per i produttori di contenuti e sembra naturale pensare che sarà diverso.
Le parole del CEO di Switcher.
Questo video è stato registrato un po’ di tempo fa, quando è stata lanciata la versione 1.8 della app con importanti aggiornamenti. Nel periodo successivo, Switcher ha iniziato i test di diretta con Linkedin che, per il momento sono solo a inviti e utilizzabili solo negli Stati Uniti. “Siamo contentissimi – ha riferito Nick Mattingly – che Linkedin ci abbia scelto come provider del servizio live. I video in diretta stanno già cambiando il modo in cui uomini d’affari e professionisti interagiscono. Poter fare video live nel luogo dove i business si sviluppano, Linkedin appunto, gioverà molto alla cura delle conversazioni con partner e clienti”. Come saranno questi live? Beh, alcune idee le ho e sono idee che possono essere proposte come servizio a clienti corporate in modo davvero interessante. Stay tuned che ne parliamo presto…