Categoria: Hardware

  • Microfoni per smartphone: le soluzioni più classiche

    Microfoni per smartphone: le soluzioni più classiche

    Prendere un buon audio con lo smartphone non è mai stato così facile e pulito. Vuoi sapere come? Ecco alcune soluzioni, classiche e stabili, con alcuni ragguagli tecnici che ti faranno trovare il microfono che preferisci a seconda delle esigenze che hai.

    Se segui il mio lavoro, forse avrai notato che sto parlando molto dei microfoni senza fili, di quelle soluzioni per l’acquisizione del suono che viaggiano sulla connessione bluetooth con il telefonino. Ecco, in questa occasione, invece, parliamo di due soluzioni con attacco fisico allo smartphone, costruite per non avere alcun tipo di tradimento per quanto riguarda la “presa” di un buon audio. Sto parlando di due soluzioni del brand australiano Rode, ottime per risolvere i problemi riguardanti interviste posate o per “catturare” il suono in modo eccellente nella bolgia di mille telecamere (cosa che ai colleghi delle news capita molto spesso.

    Il Rode SC6-L (per telefoni iOS)

    Il kit SC6-L della Rode

    Fra i microfoni per smartphone di categoria lavallier, il set con due microfoni più l’adattatore lightning commercializzato dalla Rode con il nome di SC6-L è lo strumento indispensabile per fare ottime interviste senza alcuna sbavatura. Innanzitutto ti specifico che, se vuoi il set da due “spillini” più la porta-adattatore con i due ingressi TRRS, devi cercarlo esattamente a questo link qui: si chiama SC6-L mobile interview kit. Splendide le caratteristiche di questo prodotto che io uso con grande facilità soprattutto per i podcast. I due lavallier hanno qualità del suono pari al broadcasting e capsula in kevlar, garanzia di solidità dell’hardware e di profondità del suono. Questo piccolo sacchettino degli strumenti è un must have per le interviste da seduti, con inquadrature posate, sebbene possa essere usato, vista la direzionalità dell’acquisizione suono, anche da microfonino per la cronaca. Io lo considero una piccola working station se devi fare lavori audio come podcast o format, perché garantisce pulizia nell’acquisizione del parlato.

    I microfoni entrano mixati automaticamente nelle device iOS e possono essere gestiti molto fedelmente dalla app di Rode chiamata Reporter. Con la definizione si va a 44.1/48 khz e a 24 bit. Gli SmartLav+ che fanno parte del kit si armonizzano facilmente con le app di registrazione del mondo Apple.

    Il mitico Videomic me (L e normale – iOS e Android)

    Ecco il solido mezzo fucile Videomic Me L

    Il Videomic Me, mezzo fucile della Rode solido e preciso. è una specie di “grande classico” dell’audio per smartphone. Si può trovare una versione con la presa lightning e con il jack, ma quello che conta è la sua facilità d’uso e la sua solidità. Dotato di una presa cuffie può permetterti di ascoltare il suono che stai registrando (è lo stesso anche per l’SC6-L) con conseguente maggiore assicurata nel risultato.

    E’ il classico microfonino che pesca anche attorno ai 2,5 metri di distanza. Il range di frequenza è sui 20 khz mentre il suono è a 24 bit. Ha una grande efficacia nel ridurre i rumori e comincia a perdere di qualità attorno ai 2 metri di distanza. Nel confronto “one to one” (per un’intervista nella bolgia) o per fare speech con la selfie camera, è praticamente perfetto. Viene venduto con un antivento, un topo (per intenderci) in grado di svolgere molto efficacemente la sua funzione. Ecco un piccolo test di resa sotto stress.

    https://www.instagram.com/p/BuYrVdeh1GF/?utm_source=ig_web_copy_link

    Audio con attacco fisico, assicurazione sulla vita.

    L’australiana Rode è fra le aziende che fanno cose meravigliose, anche e soprattutto con attacco fisico. Naturalmente il filo o la “presa diretta” come nel caso del mezzo fucile, sono i modi più fedeli di acquisire audio. A questo proposito sappi che continuerò le chiacchierate e i piccoli test sull’argomento e sul settore dei microfoni wifi. Voglio che questo blog rappresenti per te un valido punto di riferimento per rispondere alle domande sulla strumentazione adatta per fare mobile content creation.

    Ulima considerazione: so bene che il kit è un po’ costoso, ma tieni conto che, con 300 euro, hai praticamente risolto oltre il 90 per cento delle soluzioni di acquisizione di audio. Non ti sembra interessante?

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  • Audio wireless: la rivoluzione italiana di Instamic

    Audio wireless: la rivoluzione italiana di Instamic

    Con l’audio wireless sta cambiando tutto.

    Già da qualche tempo, anche per motivi di didattica e di ricerca, sto studiando gli strumenti per l’acquisizione dell’audio senza fili. IL mercato di questo tipo di hardware si sta muovendo molto e i mobile journalist, ora come ora possono approfittare di una serie di strumenti innovativi. Sul discorso dell’audio, tuttavia, quello che probabilmente non è ancora stato affrontato bene è la nuova potenzialità che offrono i piccoli microfoni senza fili che abbiamo imparato a conoscere per cambiare il racconto video proprio grazie al fatto che l’acquisizione del suono sia diventata parte integrante della creatività “mobile”.

    In questa rivoluzione dell’ audio wireless va detto che dobbiamo entrare pensando che il microfono non è più solo uno strumento per tenerci al riparo dal cattivo audio che “prende” il telefonino. Questi microfoni che lavorano con il bluetooth o con il wireless sono strumenti che esprimono una grande potenzialità perché possono essere spostati da un posto all’altro e dare più o meno importanza a una fonte audio che significa qualcosa per il racconto video.

    Quello che senti, ora, è quello che racconti.

    Per questo motivo, per valorizzare questi strumenti che hanno, di fatto, migliorato molto il rapporto tra l’audio e l’ smartphone, ho deciso di intraprendere un viaggio alla scoperta di nuovi microfoni, per valorizzare il fatto che qualsiasi buon mojo, ora, non può più limitarsi a raccontare una storia video con un microfono accettabile e stop. Perché ora, quello che senti, è proprio quello che racconti. 

    Viva l’Italia, finalmente.

    Questo mio viaggio nel mondo dell’audio in mobilità inizia dall’Italia e dall’ex videomaker Michele Baggio, nato al confine tra Friuli e Veneto e laureato in tecniche del cinema, nonché autore di una strepitosa impresa. Quale? Con una fortunata campagnia Indiegogo ha lanciato Instamic, microfono registratore che viene definito un wearable wireless. Con una memoria sua interna, Instamic rappresenta un piccolo strumento fedele e potente per la registrazione stand alone, ma anche e soprattutto per la registrazione via bluetooth con applicazioni come Filmic Pro e Pro Movie recorder che lo riconoscono.

    Funziona come recorder e come microfono bluetooth

    E’ utilizzabile in ambiente iOS e in ambiente Android e la bella cosa è che, almeno dalle mie prove, dalla parte del Robottino viene riconosciuto anche come una memoria esterna se lo si collega con un connettore OTG e il suo cavo al telefono. Non è la stessa cosa con gli iPhone e gli iPad, con i quali intrattiene più facilmente una connessione via bluetooth. E’ piccolo, molto piccolo, ma la sua posizione rispetto alla fonte del suono gli permette un pescaggio mono o stereo di ottima qualità e permette a noi di far entrare o meno il suono ambiente nel discorso. Dalla app è gestibile come da un telecomando, ma ancora non ha abilitato lo streaming con il quale poter importare direttamente da telefono i file senza far comunicare fisicamente i device.

    Il capolavoro di Baggio.

    Questo content creator diventato hardware creator, trasferitosi a San Fransisco, dove è di casa Indiegogo, ma sempre in volo tra gli Stati Uniti, Stoccolma (dove ha famiglia), l’Italia e la Cina, dove produce, ha fatto un capolavoro pensando che il suo microfono dovesse diventare così piccolo da essere scordato. Nella sua seconda funzione, infatti, quella da microfono bluetooth, interagisce così bene con la fattura di un video che spesso ci si dimentica dispegnerlo. Non è immediato da capire il modo in cui si pareggia in bluetooth perché bisogna prima parificarlo alla app proprietaria, poi aprire nei settings il suo profilo “Hands Free”, poi “spaiarlo” dal telefono e, solo in quel momento, ripareggiarlo con l’iPhone e farlo riconoscere da Filmic Pro.

    Un’azienda che ascolta i clienti.

    Fa molto piacere che questo innovativo hardware per audio wireless trovi un suo posto, anche a un prezzo non inaccessibile (149-169 dollari). E’ molto importante, però, la dichiarazione di intenti di Baggio: “Vogliamo ascoltare i content creators e i mojoer – ha detto – per fare un prodotto migliore e parlare di contenuto. Presto implementeremo lo streaming, faremo evolvere ancora la app e speriamo che altre aziende ci permettano di “parificare” il nostro Instamic con le loro app. L’avventura è appena cominciata e io spero di poterla continuare facendo sparire il mio microfono. Cosa voglio dire con questa provocazione? Dovrà diventare talmente piccolo e talmente facile da usare che sempre più spesso ci dimenticheremo di averlo”. 

  • Apple event 2018: big news per i mobile journalists

    Apple event 2018: big news per i mobile journalists

    Apple è tornata sulla terra e per i mojo è una grande notizia.

    Ieri pomeriggio ho fatto un esperimento matto. Ho prodotto una lunga diretta Periscope e Facebook (in contemporanea) per raccontare l’Apple Event 2018 nel corso del quale, dallo Steve Jobs Theatre di Cupertino, la casa degli iPhone ha presentato i nuovi modelli e i nuovi prodotti. E’ stato un esperimento matto e molto migliorabile, ma mi ha fatto godere una volta di più la potenzialità del telefono come macchina produttiva. 

    https://anchor.fm/francesco-facchini/episodes/Italian-Mojo-Stories-episode-35-Apple-Event-2018-e26tkv

    La novità più importante.

    Ho visto tante cose che possono interessare i mobile journalist e far migliorare il loro lavoro. A cominciare da quel processore A12 Bionic che offre al telefono 5 mila miliardi, hai letto bene, di operazioni al secondo per continuare con l’effetto Bokeh che fa lavorare la profondità delle foto anche dopo la loro realizzazione. Ritengo, tuttavia, che la novità più importante che riguarda la Apple e il suo evento, sia da ricondurre alla presentazione del terzo dei tre iPhone X nuovi che sono stati svelati. 

    https://www.apple.com/iphone-xr/

    Sto parlando dell’iPhone X R, un modello che si pone sul mercato come un momento nel quale la Apple ritorna sulla terra e propone dei prodotti un po’ meno qualitativi, ma dotati del medesimo cuore tecnico e dei medesimi apparati fotografici del suo fratello maggiore S o S Max. Per questo motivo, il fatto che venga messo a 749 dollari è davvero una bella pensata per rimettersi un po’ in asse con dei prezzi più umani per il top della gamma di Cupertino. 

    La beffa non manca

    La capacità di Apple di prendere in giro i suoi clienti senza farsi sgamare resta comunque proverbiale. La novità di quest’anno è che si saranno iPhone Dual Sim e Dual Stand By. Cosa che i concorrenti offrono da anni e che a Cupertino fanno passare per l’ultima figata. 

  • Microfono per Smartphone?  iRig Mic HD2, soluzione perfetta per le news

    Microfono per Smartphone? iRig Mic HD2, soluzione perfetta per le news

     Microfono per smartphone: l’offerta si fa sempre più ricca.

    La questione dell’audio, te l’ho sempre detto, è assolutamente centrale se vuoi fare mobile journalism seriamente.

    Dall’inizio di questo progetto fino a oggi mi è capitato di avere per le mani molte soluzioni microfoniche che hanno soddisfatto diversi tipi di necessità di un mobile journalist o di un mobile videomaker.

    Oggi ti parlo di iRig Mic HD2, evoluzione dei microfoni a filo della iK Multimedia, azienda italiana che sta facendo uno strepitoso lavoro negli hardware di acquisizione audio, soprattutto nell’ambito della musica.

    Ho incrociato la strada di questa azienda molte volte per più di un tipo di supporto per il mojo. Treppiedi, amplificatori microfoni lavallier (i mitici iRig Mic Lav di cui parlo spesso nei miei corsi). Ora arriva il microfono per smartphone perfetto se fai il cronista di strada e hai bisogno di registrare velocemente.

    Il controllo assoluto del suono

    Se segui questo sito lo sai: anche per questo microfono per smartphone, come per gli altri sponsored post, non mi va di fare l’unboxing. Per cui ti dico che nella scatola trovi il microfono, l’astuccio, il filo di connessione al PC (comunque a USB) e il filo con la presa lightning per adattare questo microfono per smartphone a tutti i telefoni del mondo iOS.

    Grazie a convertitori a 24 bit di alta qualità, sample rate fino a 96kHz, un preamplificatore con bassissimo rumore di fondo, una nuova capsula gold-sputtered a condensatore e un’uscita cuffie integrata per il monitoring, iRig Mic HD 2 offre qualità e versatilità senza rivali ad un prezzo imbattibile

    I suoi ampi ambiti di utilizzo.

    La iK multimedia ne descrive così le caratteristiche principali che fanno di questo microfono lo strumento ideale per le news, per le interviste, per veloci stand up in primo piano, per registrazioni audio, per podcast, per live via social, ma anche . Il suo preamplificatore (con segnalatore multicolore a led) e la sua uscita cuffie fanno poi in modo che, se lo usi, tu abbia completa consapevolezza di quello che sta accadendo al tuo audio mentre lo registri. Nota ulteriore: ha la phantom e quindi prende energia dal telefono stesso.

    Con una controindicazione: ho verificato che, nel momento in cui parte lo standby del telefono, l’energia di alimentazione del microfono viene meno. Se non fai attenzione, quindi, specialmente quando stai registrando cose lunghe (in audio) potresti perdere pezzi. Ho fatto video, interviste, interviste con gente lontana, Facebook live.

    L’unico difetto…

    La resa mi sembra di quelle da urlo per un microfono per smartphone che ha un solo vero difetto. Volete sapere quale? Non è per telefoni Android e per come è messo il mercato italiano dei telefoni mi sembra una cazzata. Cara iK Multimedia, ti prego fanne una versione che sia “comprensiva” di un cavo Android (micro usb? Usb C?).

    Sono comunque ammirato da questo microfono per smartphone: da quando ho iniziato a produrre materiale per le mie Italian Mojo Stories non sono mai più uscito senza. Vale la pena, anche se il prezzo non è dei più bassi.

  • Accessori per il mobile journalism: il Dreamgrip Universal Transformer Rig

    Accessori per il mobile journalism: il Dreamgrip Universal Transformer Rig

    Accessori per il mobile journalism: Dreamgrip, soluzione resistente e intelligente.

    Ordine dei Giornalisti
    Il presidente Odg Lombardia Alessandro Galimberti.

    Quando ho visto Yegor Denisov a Parigi con questa sua soluzione palmare per sostenere il telefono e i suoi accessori per il lavoro del mobile journalist, confesso che mi ha stranito. Per mostrare questo suo pezzo pieno di accessori per il mobile journalism, l’imprenditore e creatore di questo Dreamgrip Universal Transformer Rig aveva messo, nel suo piccolo spazio alla conferenza Video Mobile cui ho partecipato nel febbraio 2018, tutto il mettibile su questo suo esoscheletro palmare che rende lo smartphone invincibile. Poi è venuto a parlarmi e ho scoperto un imprenditore serio e creativo, il quale mi ha presentato un supporto per il lavoro molto efficace, leggero e pensato in modo intelligente per il mojo.

    Io non amo troppe cose sul telefono, ma…

    Sono totalmojo e, per questo motivo, sono anche molto legato al fatto che non voglio molti accessori per il mobile journalism addosso al mio iPhone 7 Plus. Un po’ di tempo fa, per esempio, ho sconfessato l’uso dello stabilizer perché, a mio avviso, falsava il linguaggio visuale del mobile journalism. Per me, alla fin fine, gli sforzi di chi vuole prendere accessori per il mobile journalism dovrebbero essere concentrati su audio, telefono e poco altro. Questo Dreamgrip, però, mi ha fatto cambiare idea. Può interpretare un esoscheletro leggero, resistente e versatile per ogni tipo di utilizzo.

    Dentro la scatola magica ci sono un sacco di trucchi.

    La soluzione che si vede nella scatola della foto in evidenza è davvero una scatola magica. Dentro la confezione del Dreamgrip si trovano, oltre allo scheletro da montare, viti, cold shoes, supporti, due luci e un microfono shotgun che, sinceramente, è l’unico aspetto migliorabile del pacchetto. Il motivo? Non è di grande qualità. Il resto, invece, una volta composto, si rivela un accessorio magico. Volete vedere il montaggio? A Italian Mojo abbiamo filmato il primo hands up. Eccolo:

    https://youtu.be/vSUgULqNCMc

    Nella lista degli accessori importanti per il mobile journalism, quindi, questo Dreamgrip Universal Transformer Rig ci può andare, per la sua solidità e per la quantità di soluzioni che apporta ai problemi quotidiani del mojoer. Ci vogliono ancora due distinguo prima di chiudere: il volume del Dreamgrip impone il fatto che venga montato e poi lasciato montato se si lavora nelle news.

    Certamente non è un aggeggio che si può riporre smontato nella borsa e poi tirare fuori al volo. Nella classifica degli accessori per il mobile journalism, però, diventa assolutamente importante e necessario quando si fanno cose statiche o interviste posate. In questi casi e in questi modi è l’accessorio numero uno. Bravo Yegor.

  • Flash storage per telefonino: la salvezza del mojo

    Flash storage per telefonino: la salvezza del mojo

    Flash storage: prima la definizione.

    Spetta, non te ne andare. Prima ti dico cosa è il flash storage e a cosa serve. Poi parliamo della sua grande importanza per il lavoro in mobilità, per il lavoro da mobile journalist. Insomma, dai parliamo papale, papale. Mi sto riferendo alla memoria flash, quella delle chiavette, la quale è stata di recente orientata anche al mercato degli smartphone con evidenti effetti positivi sul lavoro e sulla capacità di questi ultimi di prendere immagini. Faccio una cosa banale per chiarire il tipo di memoria di cui parlo. “La memoria flash, anche chiamata flash memory, è una tipologia di memoria a stato solido, di tipo non volatile, che per le sue prestazioni può anche essere usata come memoria a lettura-scrittura“: faccio una cosa bruttina, vale a dire copiare la definizione di Wikipedia, ma spero ti aiuti a capire.

    Uno dei limiti fisici del telefono.

    La memoria limitata dei telefoni, anche se dai 256 giga in più potremmo mettere in discussione la definizione di memoria limitata, è uno dei limiti fisici del telefono nel suo lavoro da filming machine. Il flash storage viene in soccorso in modo egregio e aiuta quando ci manca lo spazio per continuare a contenere nel telefono la produzione di immagini.

    Va detto che, quando uno parte per fare una mojostory, deve partire con almeno tre giga di memoria (tra l’altro, anche quella che c’è dentro il telefono è flash storage) liberi nel telefono. Se non li ha consiglio di fermarsi a scaricare in una flash storage il girato, catalogandolo subito, per poi riprendere. Quali sono gli strumenti utili del flash storage?

    La chiavetta santa.

    Per me che produco in iOS e edito in Luma Fusion la chiavetta santa è questa. Si tratta della Sandisk Usb-Lightning che può operare direttamente in collegamento con l’iPhone tramite una app che si chiama Sandisk iXpand e che puoi trovare qui. Si tratta di un prodotto veloce ed efficiente, uno strumento che può aiutare anche una prima catalogazione delle immagini che risulta poi importante quando passi a una app di montaggio e devi lavorare a una mojo story. Non so se lo hai letto, ma ti parlo qui di una chiavetta da rifuggire come la peste: questa. Si tratta di una chiavetta wi-fi della Sandisk, decantata come utile da molti grandi del mobile journalism. Per me è una disgrazia e ora ti spiego perché.

    Le chiavette wi-fi sono un grande bluff.

    La trasmissione dati wi-fi è una trasmissione molto, molto più lenta della trasmissione fisica dei dati che avviene quando il vostro telefono è collegato all’unità di flash storage che deve recepirne le immagini. E’ una cosa molto banale, ma che va ribadita per non perdere il contatto con il fatto che la velocità è una delle caratteristiche importanti del mobile journalism. In generale la trasmissione per via aerea, dunque, ha protocolli di trasferimento dei dati peggiori del trasferimento fisico, specialmente in memorie flash che hanno la capacità di fare lettura e scrittura in un solo flusso. Per questo motivo chiavette come quella che ti ho fatto vedere nel link di sopra sonno perfino in grado di fare streaming in un iphone o in un iPad di film interi senza occupare la memoria della device.

    Nel mondo Android scelgo una strada diversa.

    Il mondo Android è quello che più si avvicina ai computer. Per questo motivo, visto anche il fatto che il file classico di uscita dei telefoni Android è il .mp4, preferisco suggerirti una chiavetta “lettore” che non ha memoria interna, ma può trasferire i file presenti nel tuo smartphone a una flash storage di tipo SD o, addirittura, microsd. E’ la soluzione migliore per passare i tuoi file, per esempio, da una camera DSRL al telefono o al tablet per montarli. Oppure per passare dal telefono al computer (e qui non continuo perché penso tu sappia, se mi segui, che io il computer non lo prevedo). Ce ne sono tante, non sai quante. Io ne ho una che ha una app di lettura solo in cinese e mi sono fatto dire dal negoziante sotto casa come si faceva a usarla.

    Ultimo suggerimento (ovvio ma non troppo).

    Per trasferire i file usate degli storage online che non comprimano la qualità del video, riducendola. Drive, Wetransfer, Dropbox, vattelapesca cosa. Soprattutto non fare la cazzata di trasferire contenuti per uso professionale con app di messaging come Whattsap, Messenger, Skype o Telegram. E’ indubbio che comprimano e riducano la bontà dell’immagine che fai.