Mi piace molto rispondere a questa domanda, quando mi viene posta.
La mobile content creation è una cultura che può toccare, migliorare, cambiare molte professioni diverse e molte vite. E’ una cultura completa e coinvolgente che riguarda la produzione di contenuti di ogni genere, su base visuale e di carattere multimediale, con le device mobili. La mobile content creation è nata dal giornalismo e dalla sua volontà di cambiare il racconto della notizia utilizzando in modo evoluto l’hardware che abbiamo in tasca per telefonare. Ora, tuttavia, è diventata molto altro. E’ una disciplina completa che apre a possibilità senza limiti sotto il profilo operativo. Con il mobile puoi fare piccoli video, servizi da tg, interi format, programmi audio, scrittura digitale, documentari, film video immersivi.. Per questo motivo non c’è lavoro e non c’è professionalità che non possano essere toccate dalla mobile content creation e giovarsene.
Esempi? Anche troppi.
Traduco in modo semplice: saper fare video di qualità è una cosa che può essere importante per tutti. Un architetto può far vedere un suo nuovo progetto, un artigiano il suo ultimo manufatto, un’azienda il suo nuovo servizio, un professionista può dare consigli, un docente fare formazione, uno studente creare una ricerca, un parrucchiere il suo ultimo stiloso taglio. Vado avanti? Inutile: la mobile content creation potrebbe servire a tutti. E’ più importante spiegare perché.
Il segreto di questo strumento.
Lo smartphone è uno strumento che puoi usare o dal quale vieni usato. E’ questa la grande battaglia che fai con il coso che hai in tasca, il quale, peraltro, sta perdendo fascino. Lui usa te ogni volta che lo accendi. Tu usi lui ogni volta che produci un contenuto e lo pubblico. La mobile content creation è quello strumento che rende ogni contenuto che pubblichi utile e di qualità, nonché mezzo con il quale tu dirigi esattente cosa vuoi dire al mondo. Usando come lo usi ora, lo smartphone usa te. Usando la mobile content creation, tu usi lo smartphone. Che ne dici? Non è il caso di impararla? Se la risposta è sì, clicca qui.
(Foto di copertina di fancycrave1 da Pixabay )