Categoria: Giornalismo

Studio da anni il mobile journalism e sono uno dei punti di riferimento della materia in ambito italiano e internazionale. In questa categoria del mio sito ci sono raccolti tutti gli spunti arrivati dalle mie esperienze, dai miei studi e dalla trasformazione della mia figura professionale. Ormai il mobile journalism è il giornalismo di oggi.

  • Sindacato giornalisti, il momento delle elezioni

    Sindacato giornalisti, il momento delle elezioni

    Il sindacato giornalisti è arrivato ai giorni delle votazioni e delle elezioni.

    Da qualche tempo ho fatto un passo avanti nel mondo delle istituzioni della mia professione. Diciamo da un anno e mezzo, forse due. Il motivo per cui l’ho fatto è legato a una motivazione personale: ho vissuto un lungo percorso di cambiamento del mio lavoro e l’ho vissuto con un obiettivo preciso in mente. Volevo sperimentare l’evoluzione del mio mestiere, visitandone i confini, per poi tornare nel mio mondo e dire: “Si può fare”. L’ho fatto con l’Ordine, facendo una bellissima esperienza (pur senza l’esito positivo dell’elezione), l’ho rifatto con il sindacato giornalisti che in queste ore vive il momento del rinnovo delle cariche regionali e nazionali (i delegati per il congresso di Riccione).

    L’idea di un sindacato nuovo

    Per pensare a un futuro del sindacato ho due idee, legate al mio ruolo di innovatore o, perlomeno, sperimentatore del giornalismo. La Fnsi, il nostro sindacato giornalisti, offre un sacco di servizi, oltre a condurre le consuete vertenze per cercare di salvaguardare. A mio avviso spero possa migliorare il dialogo, spero possa far conoscere meglio le sue molteplici opportunità col fine di cercare nuovo pubblico proprio attraverso l’erogazione di servizi oltre all’interposizione tra lavoratori e datori di lavoro tipica del suo mandato.

    A mio avviso, poi, l’idea di un sindacato nuovo, passa per l’innovazione, per l’incubazione di nuovi modelli del lavoro, per il riconoscimento delle nuove figure professionali non dal lato giuslavoristico, ma dal lato delle loro nuove esigenze. L’innovazione del sindacato si può praticare in molti modi e un ruolo centrale in questo cambiamento può essere la formazione professionalizzante. Sarebbe bello anche poter sperimentare luoghi di incontro, virtuale e fisico, della domanda di lavoro con l’offerta. In questo senso la vicinanza con le altre istituzioni giornalistiche e il dialogo con le stesse dovrebbero essere resi più strutturali ed evidenti

    Si può votare anche lunedì 5 dicembre 2022

    Si può votare anche lunedì 5 dicembre on line e in presenza. Io sono candidato per le elezioni congressuali. Il congresso che eleggerà il nuovo segretario Fnsi e i nuovi consiglieri si svolgerà a febbraio a Riccione. Ti invito a votare tutta la mia squadra che è quella di Nuova Informazione. Sono persone straordinarie, sono persone che mi hanno sempre aiutato, sono persone che hanno sempre interpretato il sindacato giornalisti come deve essere: come servizio. Se vuoi tutte le informazioni per votare clicca qui. Devi essere in regola con le quote associative al sindacato e aver ricevuto dalla piattaforma Eligo tutte le coordinate per votare online. Lo potrai fare, per la Lombardia, anche in viale Montesanto al 7 a Milano.

  • Il sindacato giornalisti e la stagione dell’impegno

    Il sindacato giornalisti e la stagione dell’impegno

    I giornalisti hanno un sindacato.

    Affermazione un po’ forte, visto che la crisi del settore ha stritolato questa istituzione importante per i lavoratori. Del sindacato, infatti, non si sente traccia tangibile, pensano i più, nelle vite di chi, come me, fa la professione tra mille fatiche e con risultati molto inferiori rispetto alle necessità di una vita dignitosa. Il sindacato dei giornalisti, invece, esiste e ha un valore enorme perché impegnato in furiose e spesso impari battaglie per tenere in piedi questo settore del lavoro.

    Un paio di precisazioni personali

    Innanzitutto scusami se è un mese che non vengo qui a scrivere. L’estate che ho passato è stata intensa, sono arrivato a settembre stanco, a ottobre ho faticato, a novembre sto ripartendo. Son sempre qui sulla mia strada, con il mio smartphone a raccontare storie, a progettare contenuti, a fare l’apprendista papà (naturalmente non in questo ordine). Questo periodo è stato anche un periodo in cui ho maturato l’idea di continuare la stagione dell’impegno e di impegnarmi anche per il sindacato.

    La mia idea di impegno nel sindacato giornalisti

    Non so, magari non sei un giornalista e la cosa non ti interessa molto. Oppure sei un giornalista e non hai mai visto il sindacato arrivare nella tua vita. Io l’ho visto e l’ho visto salvarmi la vita professionale in più di una occasione. Ho visto persone straordinarie comparire come angeli nel momento in cui il nero mi avvolgeva. Di conseguenza il sindacato e il suo valore, la sua importanza, sono sempre rimasti con me. E mi hanno cambiato la vita in meglio.

    Il sindacato, per primo, ha capito il valore del mio cambiamento e lo ha voluto per se. Di conseguenza ho deciso di impegnarmi e portare al sindacato le istanze dell’innovazione. Mi attirerò nemici (non ti preoccupare, li ho già), faticherò a tenere in piedi tutto, ma non mi preoccupo: voglio portare sul tavolo del sindacato le esperienze che ho fatto nei settori di cui mi sono occupato. Servire gli altri in politica o in attività sindacale non fa rima con l’occuparsi di tutto. Per questo metterò a disposizione le competenze nel cambiamento della professione, nell’innovazione, nel futuro del mestiere. Non altro.

    Sono candidato al congresso

    Insomma: ho accettato la candidatura al congresso del sindacato FNSI che si svolgerà in febbraio a Riccione. La mia lista è Nuova Informazione e le liste di tutti i candidati le trovi qui. Il sindacato va a elezioni e i modi per votare li trovi qui. Sul quando votare l’Associazione Lombarda dei Giornalisti dice questo: Le elezioni per il rinnovo delle cariche sociali Alg e per i delegati al 29° Congresso della FNSI si terranno nelle giornate di venerdì 2 dicembre, sabato 3 dicembre, domenica 4 dicembre e lunedì 5 dicembre 2022, il seggio di Milano, in viale Monte Santo resterà aperto dalle ore 10 alle ore 18 per tutte e quattro le giornate. Si precisa che il voto elettronico si potrà effettuare dalle ore 10 del primo giorno, ininterrottamente, fino alle ore 18 dell’ultimo giorno.

    L’importanza del sindacato giornalisti

    Le regole sono un po’ macchinose e ricordano l’elezione dell’Ordine. Per votarmi devi essere un “professionale” in regola con le quote del sindacato al 3 giugno 2022. Ora, non so se lo sei, ma ti racconto una cosa. Il sindacato dei giornalisti è importante per garantire la salvaguardia e il futuro di questa professione. Il giornalismo è importante anche se non sei un giornalista perché resta uno degli strumenti della democrazia. Siccome della democrazia abbiamo ancora bisogno, beh, dammi una mano a diffondere la cosa tra amici e conoscenti che magari giornalisti lo sono e in regola con le quote anche. Se vuoi capire più approfonditamente i motivi del mio impegno leggi qui.

  • La crisi energetica, la comunicazione e la forbice

    La crisi energetica, la comunicazione e la forbice

    Crisi energetica, è iniziata l’accelerazione.

    Da alcuni giorni sto lavorando al 2023 di Algoritmo Umano. Un 2023 che si annuncia interessante, sfidante e difficile. Pianificare il modo con il quale ti inventerai lo stipendio per i prossimi 12 mesi sempre un’operazione difficoltosa per un libero professionista. Un questo periodo, oltretutto, le difficoltà sono acuite dalla crisi energetica e politica che il mondo sta attraversando. Una crisi sulla quale, a naso, marciano in molti. Iniziata l’accelerazione di questa situazione critica, sono iniziati anche i primi problemi nel settore della comunicazione e nella produzione di contenuti.

    La forbice per tagliare

    In più di qualche telefonata di tipo commerciale mi sono sentito dire: “Francesco, grazie, ma le bollette ci hanno messo in ginocchio. Nel 2023 non investiremo in comunicazione”. Insomma, la forbice dei tagli va per prima alla lettera “C”. Viviamo ancora in un mondo del business e delle aziende per il quale la comunicazione è intesa come una necessità, come un costo. La stragrande maggioranza degli imprenditori e dei manager, attanagliata certamente da preoccupazioni gravi, valuta l’interazione di un’impresa con l’esterno (o anche al suo interno) come qualcosa di non necessario. Insomma una cosa che si deve fare, ma si può pure fare a meno.

    Tagliando la comunicazione queste aziende tagliano anche il loro futuro. Già, perché mentre in Italia “il sito lo facciamo l’anno prossimo”, in giro per il mondo comunicare e produrre contenuti, per un’azienda, è ritenuto un asset imprescindibile.

    La crisi energetica e la necessità di valore

    Si, sto parlando di asset, cioè di un valore, un bene immateriale di un’azienda. La comunicazione e l’interazione con il cliente è costruzione di valore del proprio brand. La capacità di un’impresa di parlare al suo mondo e di ascoltarlo si trasforma in coinvolgimento e il coinvolgimento in rafforzamento del mercato (e quindi dei ricavi). Ecco perché talune aziende mettono a bilancio la valutazione della propria reputazione: perché vale soldi.

    Oltretutto proprio in questo momento di crisi energetica le aziende, anche piccole, dovrebbero raccontarsi e raccontare le loro scelte. Svelare le difficoltà e far capire come le risolvono.

    L’Italia ha un grande tessuto economico di aziende piccole mediamente arretrate sul digitale e sui social. La cultura imprenditoriale italiana ha fatto in modo che il sito restasse un peso e i social una roba per il cugino a 150 euro al mese. E gli effetti si vedono nella diversa velocità alla quale vanno le imprese rispetto a quello che c’è fuori da Bardonecchia, Chiasso o Trieste.

    Il rimedio nello smartphone

    Sono anni che mi sbatto per far capire che i device mobili sono ormai macchine potenti e performanti per produrre contenuti. Sono anni che lo faccio.

    A coloro che tagliano a partire dalla “C” di comunicazione dico solo una cosa. Farlo ora avrà questa conseguenza: se sorpasserete il tunnel della crisi, una volta fuori, tutti parleranno e voi sarete in silenzio. Tutti avranno trovato e fatto crescere le loro comunità di persone interessate e i loro mercati, mentre voi dovrete ancora cominciare.

    Sinceramente non posso insegnare a guardare nel futuro perché non sono Mago Merlino. Tuttavia sono sicuro che, chi supererà la crisi energetica sarà quello che più coraggiosamente risponde al cambiamento del contesto dei costi e non smette di guardare l’orizzonte e di parlare al suo pubblico. C’è un rimedio per questo: usare lo smartphone per raccontare un’azienda, un’attività, una carriera, un’impresa grande o piccola che sia.

  • Campagna elettorale: parlateci dei freelance

    Campagna elettorale: parlateci dei freelance

    Campagna elettorale: non voglio parlare di politica, ma…

    voglio parlare di noi. Sulla campagna elettorale è meglio non pronunciarsi. Tuttavia mi tocca notare, anche se spero di poter essere smentito, che non si parla di libera professione, di freelance. Siamo milioni, già, il famoso popolo delle partite iva. Ebbene, nei discorsi acchiappavoti valiamo zero.

    Una parentesi: il mio nuovo sito

    Prima di addentrarmi nell’argomento ti racconto del mio nuovo sito. Questa volta ho scelto di essere ancora più essenziale e di prediligere il racconto. Per questo ho reso questo luogo digitale un luogo minimo. Il mio intento è quello di sedermi, di tanto in tanto, a ragionare insieme a te giocando con le parole. Incontro dopo incontro, esperienza dopo esperienza, riflessione dopo riflessione. Sul mio mondo, sul mio lavoro, sul mio percorso. Voglio farlo scrivendo testi che stiano su, che siano buoni ora o fra 6 mesi, o due anni (tanto di campagna elettorale ce ne sarà presto un’altra, poi un’altra, poi un’altra…).

    Tu sei un’azienda

    Tu sei un’azienda. Noi siamo aziende. Paghiamo le tasse, produciamo ricchezza, creiamo lavoro. Eppure zero. Siamo lo zero. Credo fermamente nelle possibilità, credo nella capacità, nel merito. Però lo Stato e la politica continuano, anche in questa campagna elettorale, a fare finta che i freelance, le partite iva, non esistano.

    Non mi riferisco a misure a raggio stretto, a qualche sgravietto buono per comprarsi le sigarette, a qualche deduzione in più. Mi riferisco alla struttura delle cose. I freelance non possono crescere, non hanno accesso al credito, non hanno ammortizzatori sociali, non hanno protezioni da infortunio (e io lo so bene, se leggi qui). Non possono programmare, avere figli (se non tra mille rischi), avere infrastrutture per lavorare. Non possono fare un mutuo (a me ridono in faccia ogni volta che ci provo). Niente formazione, nessuna preparazione ad affrontare i rischi della libera professione…

    Campagna elettorale: desolazione

    Al di là delle questioni politiche (che mi avviliscono), il panorama degli argomenti è desolante. Il vuoto cosmico che regna attorno alle partite iva fa pensare che presto, noi freelance avremo da faticare ancora di più in questo mercato del lavoro atomizzato, precarizzato, sminuzzato. I clienti avranno mani libere per tirare ancora di più il cappio dei prezzi, dei tempi di pagamento. Dallo Stato non avremo risposte, strutture, protezioni. Forse nemmeno quelle ossa spolpate che sono i bonus una tantum che i precedenti governi ci hanno dato. I nuvoloni neri sono in arrivo, perché questa campagna elettorale è così vuota di contenuti che fa spavento.

    Per favore parlateci dei freelance. Così, a spanne, sono una ventina di milioni. Proprio come quelli che non votano. Vuoi vedere che… son gli stessi? Mai vista una campagna elettorale così scema, quindi non ho speranze. Però lo chiedo lo stesso, anzi lo richiedo: parlateci degli autonomi, parlateci dei freelance.

  • Sindacato giornalisti: ne abbiamo tutti bisogno

    Sindacato giornalisti: ne abbiamo tutti bisogno

    Nel giornalismo, italiano in particolare, stiamo vivendo un momento di crisi senza fine.

    E senza precedenti. Devo essere particolarmente fortunato. Già, perché proprio nello stesso periodo ho cercato di rimettermi in piedi dopo una pesante crisi professionale. Fino qui tutto bene, sembrerebbe. Se mi leggi, forse lo sai: sono uno che non si accontenta e che non ama le mezze misure. Per questo sono particolarmente apprezzato, oppure particolarmente odiato. Bene. Detto l’antefatto posso dirti che voglio di più. Mi hanno chiesto di impegnarmi per il cambiamento della mia professione. L’ho fatto, lo sto facendo e lo farò. Anche dentro il sindacato giornalisti.

    Servo il cambiamento

    Il sindacato giornalisti esiste. Te lo volevo dire, cara lettrice, caro lettore. Esiste ed è vivo. Si chiama FNSI, Federazione Nazionale della Stampa italiana. Ha una storia lunga. Di impegno, di cambiamento, di passione, di valori. Anche di passaggi a vuoto e di sbagli. Una storia che anche io conosco poco, ma voglio rimediare. Con l’impegno e lo sguardo di un pivello che si affaccia dentro un mondo sconosciuto. Anche se ho fatto la mia parte, anche se del sindacato giornalisti faccio parte. Anche se qualche volta non ne capisco più il senso.

    Mossa pericolosa, lo so. Tuttavia mossa che mi ha aperto le porte alla conoscenza e all’amicizia di persone, di colleghi, di valore enorme. In mezzo alla tempesta di questa crisi anche questa istituzione democratica appare, dal di fuori, devastata dai cambiamenti, dalla mancanza di denaro, dalla mancanza di cultura, di identità, di tempo. Ho amici nel sindacato strizzati da ritmi iniqui e intenti a cercare di salvare centinaia di colleghi dai licenziamenti e dalla falce di chi tratta giornali, siti, radio, tv, testate, come luoghi da devastare in nome del ragionamento meno costi, più ricavi. Senza pensare ad altro.

    Ho visto le facce stanche

    Io appartengo a una parte del sindacato che si chiama Nuova Informazione. Puoi trovare qui il loro sito. Finalmente, con grande fatica e tanta professionalità, lo hanno rinnovato.

    Il sindacato giornalisti è uno in Italia, ma ha molte correnti. Sembra un esempio di vetero-politica, ma io lo vedo così. E’ un insieme di persone che si battono per l’esistenza della nostra professione. Io appartengo a Nuova Informazione non perché ho qualche tessera, qualche convenienza, qualche utilità. Anzi, ho avuto più danni che benefici. E continuerò ad averne. Appartengo a loro perché sono brave persone, perché aiutano quando c’è bisogno, specialmente quando sei nella merda.

    Li ho incontrati sabato 25 giugno 2022 in una riunione all’auditorium di Radio Popolare a Milano. Avevano facce molto stanche, un classico di chi fa sindacato giornalisti. Sembravano anche sfiduciati, ma… ho visto molto altro. Molto. Ho visto lucidità, impegno, passione, competenza, visione, sacrificio, a volte duri scontri, ma alla fine anche chiarimenti.

    Parti prima tu

    Ho imparato molto, ho portato la mia esperienza. Ho pensato che il sindacato giornalisti deve cambiare e che io posso aiutarlo a cambiare. Ho pensato che la parola sindacato deve scrollarsi di dosso quell’idea di lotta del passato per darsi una nuova collocazione. Se sei una collega, un collega, starai pensando: “Il sindacato non serve a un cazzo”. Per molti di noi i fatti dicono questo. Se il sindacato trovasse una nuova posizione, nuovi linguaggi, nuovi modi di essere utile, forse qualche cosa succederebbe. Per farlo cambiare, mi sono detto, devi partire prima tu. Già, mi rivolgo a me, ma anche a te.

    Sindacato giornalisti: chiarirsi le idee

    Non faccio promesse. Sono molto impegnato con lo sviluppo di Algoritmo Umano. L’obiettivo, tuttavia, è quello di imparare e di chiarire nella mia testa (e nella tua) qual è il ruolo del sindacato giornalisti e quale dev’essere il suo ruolo domani. Non voglio addentrarmi nelle curve di quello che è stato, voglio sapere quello che è il sindacato giornalisti e quello che sarà. Il giornalista è una figura professionale dotata di tecnica e di creatività che interpreta il suo ruolo nel mondo dei media e della comunicazione, per qualsiasi committente e su qualsiasi piattaforma, con i principi della professione richiamati dalle leggi costitutive e dall’etica. Per questo deve avere una nuova definizione. Per questo deve avere un nuovo sindacato al suo fianco che ne segua l’evoluzione e si batta affinché questa sia poi codificata in leggi, regolamenti e contratti.

    Sindacato giornalisti: un nuovo scenario

    Il giornalismo ha bisogno di un nuovo sindacato e il sindacato giornalisti ha bisogno di capire dove deve stare e come deve agire. Mi va di impegnarmi per questo cercando di riaprire le porte di questo luogo chiuso, appesantito, fiaccato dalla crisi e dalle battaglie. Ci provo e ti tengo aggiornato. Ti va?

    Ti rivelo un ultima cosa: abbiamo tanto bisogno di sindacato giornalisti e il perché me lo ha detto la ricerca della keyword che ho usato per questo pezzo. “Sindacato giornalisti” è stata cercata, in Italia, 70 volte nell’ultimo mese. Pochissimo. Ecco, questo è il senso del problema che abbiamo. Ormai, noi giornalisti, il sindacato non lo cerchiamo più. A questo punto invito il sindacato a cercare un dialogo coi colleghi.

  • Giornalismo e le bandierine sulla gobba del toro

    Giornalismo e le bandierine sulla gobba del toro

    Il Giornalismo ha bisogno di futuro e di nuove visioni.

    Ora posso dirti di aver dato il mio contributo al domani della mia professione, il giornalismo. Come? Ora te lo racconto. Da poche ore sono disponibili sulla piattaforma di formazione dei giornalisti italiani i due video corsi che mi ha chiesto di fare il Consiglio Nazionale dell’Ordine dei Giornalisti nel mese di marzo. Li ho definiti come due bandierine sulla gobba del toro, ma prima ti spiego di cosa si tratta e dove li puoi trovare, se sei un collega (o una collega) pubblicista o professionista.

    Giornalismo in mobilità e giornalismo auto-imprenditoriale

    Il presidente dell’Odg Carlo Bartoli (che ringrazio) e il Consiglio Nazionale mi hanno chiesto di creare dei videocorsi intitolati “Concetti e strumenti per una nuova professionalità del giornalista” e “Fondamenti e strumenti del giornalismo in mobilità. Insomma: mi hanno chiesto di parlare di modi, strumenti, modelli e percorsi della mia professione improntati al futuro. Il giornalismo in mobilità e l’auto-imprenditorialità sono due ambiti di un nuovo vestito del giornalista di oggi, un professionista che deve lavorare in un modo diverso, con strumenti diversi e con una mente diversa. I corsi li trovi qui sotto, se sei un collega o una collega:

    Le bandierine sulla gobba del toro

    Ehi, ti guardo negli occhi e te lo dico: io di solito qui non mi lamento, non mi incenso, non mi glorio, non mi dispero, ne mi esalto. Infatti, come vedi, ti ho dato delle informazioni utili su un progetto che ho completato e che, se sei del campo, può esserti utile. Tuttavia mi permetto di dirti come mi sento: mi sento come uno che ha piantato due bandierine sulla gobba del toro, in questo caso il giornalismo, il quale è un pachiderma cornuto e duro, recalcitrante al cambiamento come pochissime altre professioni. Già, sto parlando di quel mestiere che dovrebbe raccontare onestamente il mondo che cambia. E ora, specialmente in Italia, non lo sa.

    Ho piantato due banderillas sulla gobba del toro e ho concluso il mio viaggio, facendo sapere a 93 mila giornalisti che il cambiamento, nel giornalismo, è possibile. Insomma, il mio l’ho fatto. Ho fatto sanguinare il vecchio giornalismo conficcandogli nella schiena qualcosa di nuovo. Non so se riuscirò a fare altro, ma anche soltanto questo lo trovo un bel segnale. Una specie di capolavoro. Non so se riuscirò a fare altro perché ti lascio solo immaginare quali difficoltà, alcune schifose da sopportare, mi sono trovato davanti e ancora mi trovo ad affrontare. Già, perché chi cambia le cose fa spavento. E a me, te lo dico, sta bene e da un po’ di tempo so di non dovermi aspettare nulla.

    Grazie a chi mi ha permesso di disegnarlo questo capolavoro e a me che l’ho disegnato. Ora riparto e ho bisogno di un altro confine da raggiungere. La missione, col giornalismo, è completa. Ce ne vuole un’altra.

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