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  • Corsi di formazione: il mio futuro è ibrido… e sociale

    Corsi di formazione: il mio futuro è ibrido… e sociale

    I corsi di formazione sono una buona parte del lavoro di questo laboratorio.

    Sono anni che tengo corsi di formazione per committenti diversi e per fruitori diversi. In presenza, online… oppure in presenza e online. Mobile journalism, mobile podcasting, creazione di contenuti per i social, auto imprenditorialità, video editing, uso dell’intelligenza artificiale nella produzione del contenuto: questo è il mondo che divulgo.

    Insomma: si tratta di tutte le materie che fanno rima con la produzione di contenuti con device mobili, l’uso professionale dello smartphone, l’uso professionale dell’intelligenza artificiale e il business auto imprenditoriale.

    La fine della corsa dei… corsi di formazione

    In questi ultimi mesi i corsi di formazione che ho fatto mi hanno mandato un segnale molto chiaro: è il momento di cambiare. Di conseguenza ho tirato su il piede dall’acceleratore e ho iniziato una fase di studio. Anzi meglio: ho iniziato una fase di cambiamento della mia offerta formativa e del mio modo di essere docente grazie a un partner che mi aiuta e mi protegge in questo momento di sviluppo. Per ora non ti dico di più, ma è certo che la fine della corsa dei corsi è già diventata un nuovo inizio. Se, intanto, vuoi sapere quali sono i principi di base con cui faccio formazione, puoi leggerli qui.

    Il motivo per cui ti dico questo è legato al fatto che ho già iniziato a lavorare su nuovi modelli di apprendimento che facciano rima con un concetto a me caro: quello del luogo digitale, quello di una pagina web dove ci si possa incontrare per scambiare conoscenza e per interagire.

    Il luogo digitale

    La formazione che sto pensando, quindi, fa rima con un luogo del web come la pagina che stai leggendo. Un luogo che ti faccia fare un percorso che ti serva a fissare i concetti di una materia, ma anche a verificare immediatamente che tu stia apprendendo questi concetti in modo efficace. Le pagine che sto progettando hanno vari oggetti che si susseguono l’uno dopo l’altro e che ti possono dare la certezza, se usati in modo appropriato, che sei sul percorso giusto e che puoi verificarlo praticamente in tempo reale.

    I corsi di formazione che ho in mente sono percorsi. Divisi in moduli, con contributi multimediali e uno slide set di approfondimento per ogni video, questi nuovi corsi in via di progettazione avranno servizi aggiuntivi come la chat diretta per verificare dubbi e fare domande, le sessioni live “one to one”, i test di valutazione intermedia e finale.

    Tutto si baserà sullo scheletro dei moduli video di apprendimento, i quali si presenteranno sulla pagina del corso nella stessa maniera di quello che vedi qui sotto. Il visore è quello della piattaforma Switcher Studio.

    All’interno di ogni video acquistato, ci saranno le slide di approfondimento di quel modulo e, subito sotto, i test di autovalutazione. A disposizione avrai anche la Premium chat che potrà metterti in contatto con me in modo diretto, per farmi domande e chiarirti dei dubbi. Alla fine potrai prenotare, tramite un altro elemento, una sessione di approfondimento in diretta.

    Gli elementi di interazione diretta

    Nei corsi di formazione che sto progettando vedrai una forte spinta nei confronti dell’interazione diretta. Per farmi domande veloci via testo, per esempio, potrai utilizzare questo widget.

    Nella pagina posizionerò anche il widget della mia pagina agenda con la possibilità di fissare ore di formazione o consulenza ulteriore “one to one”. Una come quella che vedi qui sotto…

    Se riterrò di aggiungere altri documenti di approfondimento nella pagina, avranno questo stile, perché protetti quali contenuti ad alto valore e quindi da ritenersi a pagamento.

    Questo è un documento aggiuntivo

    Paghi un piccolo contributo in entrata e hai documenti ulteriori sulla materia del corso o in generale della formazione

    Il mio sito è il mio laboratorio

    Arrivo alla conclusione. Il mio sito, per il mio lavoro, è sperimentazione continua. Questa pagina, per esempio è una pagina nella quale ti ho raccontato alcune delle cose che sta facendo il laboratorio. Ho anche fatto sperimentazione soprattutto mettendo online tutti gli strumenti che vedi per provarne poi l’usabilità.

    Sto andando nella direzione che ho tracciato io stesso quando ho messo giù quella che è la definizione di un giornalista moderno. Cioè: uno che progetta e produce il contenuto per l’informazione… o per la formazione. Insomma, ti ho spiegato quello che sto combinando per un futuro in cui i miei corsi siano ibridi e social. Se ritorni a trovarmi qui, troverai presto anche delle altre novità.

  • Corsi online: ho ribaltato la logica

    Corsi online: ho ribaltato la logica

    Faccio corsi online da molto tempo ed è una magnifica avventura.

    Li faccio per aziende, per enti e istituzioni che mi chiedono di affrontare le materie di mia competenza con l’obiettivo di fornire strumenti, informazioni, conoscenze immediatamente operative a chi stia nelle mie aule virtuali. Come al solito, quando scrivo qui, parto da un episodio personale per estrarre indicazioni che possono essere utili anche a te che leggi. Non mi interessa molto mostrare quello che sono o che faccio. Mi interessa arrivare a farti giovare di quello che capisco dalla mia esperienza perché tu possa… rigiocarti la cosa, se ti serve.

    I corsi online li faccio sempre tirando la tecnologia che ho davanti, forzando le piattaforme, invertendo i flussi. Non passo mai un corso intero a sdottorare le materie facendo stare i miei studenti (piccole telecamere dentro il mio zoom) ad ascoltare in passivo silenzio.

    Un corso per giornalisti strano assai

    Sabato 22 aprile 2023 mi è successa una cosa strana: a un corso per giornalisti sul live streaming sono riuscito… a fare live streaming mentre iniziavo il corso di live streaming dentro zoom. Scusa il bisticcio di parole, ma poter iniziare uno dei miei corsi online mostrando di fatto l’esecuzione della materia grazie a un paio di banali accorgimenti tecnici è una cosa che non mi era mai riuscita in un modo così profondo durante un corso virtuale.

    Il doppio canale dei corsi online

    Nei miei corsi si vedono le mie slide, ma anche video, schermi dei miei device e altro. Si sentono audio, si ricevono ospiti e sorprese, insomma, si riesce a interagire. Succede perché io utilizzo il doppio canale che ti offre la piattaforma di connessione che usi per creare le aule virtuali. Insomma, in senso classico l’informazione video che tu allestisci mentre eroghi il corso va da te agli altri che, fermi, guardano. La condivisione dello schermo a più partecipanti, durante la riunione, ti fa tuttavia invertire il flusso delle informazioni. In quel caso uno schermo di un discente comincia a diventare contenuto della lezione per tutti. Il flusso, in quel caso, va da uno dei tuoi astanti a te. Si inverte.

    Oltretutto, in questa logica ribaltata, c’è anche una terza modalità. La prima è che tu eroghi l’insegnamento, la seconda è che tu chiami all’azione uno studente che condivide lo schermo per far vedere quello che sta facendo, la terza è che tu riesca a mostrare quello che devi spiegare… in azione. Ed è quello che mi è successo il 22 aprile 2023.

    Corsi online, imparo più di quanto insegno

    Quando preparo uno dei miei corsi online, oltretutto, mi metto alla prova. Le mie idee escono danzando dalla mia testa balzana e vengono messe in una sinossi per fare una proposta a qualche cliente o partner. Da lì poi parte l’esplorazione, temeraria, per sapere se i miei pensieri e i miei percorsi hanno senso (ehm, finora lo hanno sempre avuto). Nel momento in cui trovo il senso comincio a studiare le parti che non conosco e a scrivere sulle slide quelle che conosco. Il risultato è che, di solito, imparo più di quanto insegno. Nel momento in cui faccio questo percorso sono pieno di paure di andare a sbattere contro un muro di un progetto educativo senza senso. Non mi è mai successo perché sono un giornalista e so mettere insieme informazioni, fonti e spiegazioni.

    Il live streaming, materia che sto studiando in questo periodo, è stato una scoperta. E’ stato un momento di rottura nel mio lavoro perché ha aperto nuove prospettive nei confronti del mio lavoro. Per questo, da ora in poi, metterò in atto un riallineamento del mio business, dei prodotti, dei servizi e della mia immagine digitale. Un percorso che mi impiegherà da qui al 2024 e che riposizionerà completamente il mio lavoro. Pensa, tutto nato da un momento in cui ho approfondito una materia che conoscevo e che pratico da anni e ho trovato un modo, durante la preparazione di uno dei miei corsi online, di invertire la logica, di testare soluzioni nuove e di verificare che queste cose potevano diventare un mercato. Che ne dici? Ci provi anche tu?

    Se vuoi ci proviamo insieme al prossimo evento di Algoritmo Umano sul live streaming. Clicca qui per saperne di più

  • Conoscere la propria community

    Conoscere la propria community

    La community che intendi servire con il tuo lavoro è la tua principale risorsa economica: la devi conoscere molto bene.

    In questa estate 2019 sto ultimando il mio lavoro di scrittura su un libro che parla del mio lavoro e della disciplina che divulgo, insegno e sperimento per aziende e professionisti: la mobile content creation. Ormai è ampiamente terminata l’epoca nella quale noi produttori di contenuti potevamo permetterci di produrre un buon contenuto e affidarci alle reti di relazioni personali o alle collaborazioni avviate per vederlo venduto e pubblicato. Ora dobbiamo adoperarci per analizzare e conoscere molto bene la community che intendiamo servire con i nostri contenuti. La community è il punto di partenza per il disegno e la creazione dei nostri prodotti e per il percorso di creazione di interesse verso il nostro lavoro e verso chi può acquisirlo e trarne utilità.

    Una chiacchierata con la mia community

    Proprio a proposito di community ho deciso di pubblicare questo form per cercare di interagire con le persone che stanno seguendo il mio lavoro e per stabilire un contatto. Si tratta di un questionario semplice, il quale mi sarà molto utile per stabilire il punto della situazione su quanto fatto e per rendere più efficace il mio lavoro futuro. Se sei interessato a saperne di più sulla mobile content creation e fai parte di quel gruppo di persone interessate al mio lavoro, compila il form e facciamo una chiacchierata.

  • “Lo smartphone è la penna del nostro tempo”

    “Lo smartphone è la penna del nostro tempo”

    Il mio viaggio di studio a Londra si è rivelato pieno di suggestioni.

    Mi ha regalato un mare di idee buone per la didattica dei corsi di formazione e per il mio patrimonio di conoscenze professionali. Viaggiare per motivi di studio è un’esperienza che ti cambia nel profondo e che rimette in discussione quello che pensi e quello che vedi. In queste ore posso dire di aver ricevuto, dagli incontri che ho avuto e dalla realtà che ho osservato, la conferma che esiste una forte crescita di quella che io chiamo mobile media economy e che dobbiamo parlarne proprio noi che facciamo giornalismo mobile.

    La ri-definizione della materia.

    Cosa intendo per mobile media economy? Tutto sommato si tratta di dare dignità unitaria a tutti quei processi che creano ricchezza grazie a prodotti, servizi e contenuti che vengono realizzati, distribuiti, visti, consumati con lo smartphone. Al centro di questa economia ci sono i produttori di contenuti che, grazie allo smartphone, possono creare valore aggiunto in modo diretto, magari intermediato soltanto da una piattaforma di distribuzione del contenuto. Detto in modo semplice: insegnare mobile content creation è solo metà del mio progetto. L’altra metà è insegnare gli strumenti che, dallo smartphone fanno partire quelle operazioni che creano ricchezza.

    Lo smartphone è la nostra penna, il video la nostra lingua.

    Dove voglio arrivare? Semplice. Appreso il mojo come strumento, ognuno di noi è in grado di fare contenuti di valore editoriale. Il fine di questi contenuti è il più vario e va dal miglioramento della propria immagine alla vendita del contenuto, alla progettazione di un vero e proprio business dei media. Già, perché un hub di informazione per il quale il pubblico voglia pagare potresti anche crearlo da solo. Con uno smartphone. Perché lo smartphone “è la penna della nostra epoca e il video è il nostro linguaggio – dice il direttore dell’innovazione e della formazione di Thomson Foundation Hosam El Nagar -. Dobbiamo saperlo usare bene e riuscire a entrare in questo ecosistema che, ormai, vede tutti noi informarsi proprio grazie allo smartphone”. Qui sotto la versione integrale della nostra intervista.

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