Faccio formazione: sinceramente ne sono stupito più di te. Non me l’aspettavo.
D’altronde per un quarto di secolo ho fatto altro. Ho fatto il giornalista sportivo. Eppure adesso faccio formazione. Faccio formazione in azienda, con i singoli, per istituzioni come l’Ordine dei giornalisti della Toscana, per agenzie di lavoro e di riqualificazione professionale come Afolmet e Ig Samsic, per media company come Verona Network o in per fondazioni come Edulife di Verona.
Il senso della formazione
Non sono stato formato per fare formazione. Ho studiato Scienze Politiche (beh, forse gli esami di Psicologia mi aiutano), ma non ho fatto altro di specifico. Per questo motivo mi sono attaccato a un metodo. Vuoi sapere quale? Faccio formazione con il learning by doing. Tutto quello che insegno lo insegno perché l’ho studiato, imparato e testato sul campo. In questo modo viene più facile una delle due cose importanti della formazione o, perlomeno, delle cose in cui credo. Quale? Il trasferimento di conoscenza, un trasferimento utile, basato sull’esperienza. L’altro è l’elemento della preparazione. Strano, ma vero, ho imparato queste due cose, vale a dire a raccontare facilmente e a informarmi, proprio dalla mia professione giornalistica.
Il verso della formazione
L’altro cardine dei miei progetti di formazione è il verso. Parlo proprio del senso di marcia. Per me formare gli altri è soprattutto ascoltare e rispondere alle loro precise esigenze. Per questo motivo, in un verso io trasferisco conoscenze e competenze, nell’altro appoggio il mio lavoro sulle basi di un’interazione vera, solida. Cioè vedo arrivare dagli studenti il vissuto, la loro cultura, le loro competenze e le gestisco, trasformandole in una ricchezza per me e per gli altri che stanno ascoltando nell’aula virtuale.
A proposito di aule virtuali
Tutti non vedono l’ora che questa formazione a distanza finisca e si torni in aula. Sinceramente io non ne sento la mancanza. Il motivo è semplice: uso il web e la tecnologia mobile proprio per favorire i due sensi della formazione, proprio come si fa quando hai davanti il destinatario della formazione stessa. Faccio cantare i monitor, faccio condividere gli schermi anche agli studenti, li guardo mentre lavorano, li sento mentre stanno in silenzio e creano. Uso anche le piattaforme come Slack e Whatsapp per star loro vicino anche tra una lezione e l’altra.
Doppio senso di circolazione
Se sei un formatore, quindi, ricordati che il web è una strada a due sensi di circolazione. Un senso lo occupi tu, con il tuo trasferimento di competenze, un senso lo occupano i tuoi studenti con il senso della condivisione di informazioni. Usare le piattaforme per la formazione a distanza, in questo modo, diventerà altrettanto efficace rispetto al lavoro che puoi fare in presenza. Se hai bisogno di consigli contattami qui e ti fornirò tutta la conoscenza necessaria per far “cantare” i tuoi schermi. Grazie ai miei ultimi clienti Ig Samsic e Ascai ho sperimentato quello che ti ho appena scritto. Sono successe cose bellissime.