Tag: Kinemaster

  • Montaggio su Android: l’esperienza degli spagnoli di Videona

    Montaggio su Android: l’esperienza degli spagnoli di Videona

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    A Madrid ho incontrato i ragazzi di Videona: ecco dalle loro parole cosa vuol dire sfidare il mercato del montaggio su Android.

    Ecco gli outsider di ViMojo.

    Sono in vacanza a Madrid. Ok, lo so, non dovrei rompere le scatole con dei nuovi post, ma ti devo confessare che scrivere mi fa stare bene anche quando non lavoro. Lo faccio perché amo farlo, così come amo perdermi nelle città straniere che visito, specialmente se è per la prima volta, magari facendo diventare reali amicizie virtuali della community mojo. Questo giro, nella capitale spagnola, sono stato a trovare dei ragazzi di Videona, la start up iberica che con l’applicazione ViMojo si sta ritagliando un ruolo di rispetto nel mondo dei programmi di montaggio su Android.

    Una sfida affascinante.

    In un mercato dominato dall’applicazione Kinemaster, l’esperienza di ViMojo è una sfida affascinante. Ho provato già qualche tempo fa la app e la prova la puoi vedere qui sotto. Si tratta di un buon starting point per chi voglia fare montaggio su Android. Ha un buon ambiente per filmare, un ambiente basico per montare in lineare e poche soluzioni di grafica per favorire l’aspetto del montaggio veloce e lineare con obiettivo di andare a pubblicazione in modo veloce.

    Nella mia visita ho incontrato i due fondatori.

    Si tratta di Pablo Fernandez Maquieira e di Iago Fdez Cedron, due professionisti del digitale e due visionari. Ho fatto con loro una lunga chiacchierata e ho trovato che ha un grande senso il percorso “basic” della loro applicazione. Il motivo? Ha una missione molto interessante, rivelata da Pablo nella chiacchierata che vedi qui sotto. “L’obiettivo che vogliamo raggiungere con ViMojo è semplice – ha rivelato il giovane professionista della start up che è ospitata a Campus Madrid – ed è quello di far imparare a tutti la scrittura del linguaggio video”. Boom, questa frase mi è risuonata nella testa per ore e rappresenta bene VimoJo e le sue potenzialità, potenzialità che cercherò di aiutare a rivelare al mondo visto che sono stato “nominato” dai ragazzi Advisor della applicazione. Potenzialità che i ragazzi stanno tentando di esprimere anche nell’ambiente iOS, nonostante la concentrazione dei loro sviluppatori sia tutta focalizzata sul lato Android.

    Mi hanno regalato 10 codici di licenza gratuita.

    A questo proposito i primi 10 che si metteranno in contatto con me riceveranno, se sono del mondo Android in particolare modo, 10 codici di licenza di questa app. Si, hai letto bene, di licenza gratuita. Fatti sotto.

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  • Editing mobile: il miracolo Luma Fusion

    Editing mobile: il miracolo Luma Fusion

    Editing su mobile: quando una app è un software professionale.

    Luma Fusion è la creazione che ha cambiato il gioco del montaggio con i telefonini, è la app che ha colmato il gap tra l’editing su mobile e l’editing su personal computer (fissi o portatili che siano). Non c’è nulla di meglio che farsi spiegare questo miracolo, arrivato ormai oltre la versione 1.3 con importantissimi update rispetto alla partenza, da uno dei suoi creatori. Chi? Chris Demiris, incontrato lo scorso maggio a Galway in occasione di Mojocon 2017.

    La nostra chiacchierata.

    Cambiando un po’ il format delle interviste raccolte a Mojocon, questa te la sbobinerò traducendo domanda e risposta, per chiarificare ogni passaggio.

    Chris, innanzitutto ci racconti da vicino questa app che ci ha fatto diventare tutti “montatori” professionisti con un telefonino, colmando il gap con i computer…

    Beh, grazie. La verità è che tutto, con la mia partner Terri Morgan, è iniziato dal fatto che entrambi abbiamo cominciato la nostra attività nell’industria del video 30 anni or sono. Entrambi conoscevamo bene i video, sapevamo quali erano i bisogni dei video editor. Per questo motivo siamo partiti dicendoci: vogliamo una app che sia veramente per video editor professionisti. Non per i consumatori come può essere una iMovie o una Clips.  Abbiamo cominciato a lavorare su Luma Fusion 3 anni fa e onestamente ci siamo molto basati sulle conoscenze sviluppate lavorando su Pinnacle Studio prima di questa nostra esperienza.

    Tre anni fa, comunque, abbiamo cominciato il percorso con una nuova tecnologia e cercando tutto l’appoggio possibile da Apple per fare la migliore editing app che potessimo fare. E lavorando al top su Luma, il nostro sistema di effetti, le possibilità di editing, la sincronizzazione, tutto quello che potevamo fare per fare la migliore app possibile lo abbiamo fatto. Valorizzando anche i nostri utenti che ci danno preziosissimi feedback come accadeva con Pinnacle Studio. Ecco in Luma Fusion abbiamo portato tutto questo a sintesi.

    E’ un momento interessante per le applicazioni di editing su mobile perché Kinemaster è venuta nel vostro mondo iOS. Ho scritto e sostengo che la vostra è la migliore app di editing su mobile per Apple, la loro è la migliore possibile su Android. Tuttavia questa competizione aperta, questa sfida farà in modo che cerchiate ora di migliorare il tutto ancora di più perché siete anche nello stesso “campo” d’azione. 

    Beh, è assolutamente giusto. Onestamente avere due buonissime applicazioni di editing su mobile nello stesso campo è una cosa che ci farà fare meglio il nostro lavoro entrambi, ma va detto che ci orientiamo verso due target di consumatori diversi. Noi abbiamo più esperienza sugli editor pro che sono sempre stati su iOS mentre loro hanno pù valore sui consumer normali. A ogni modo stare insieme in un campo ci farà bene. Ci stimoleremo a vicenda.

    Una delle cose interessanti che si stanno sviluppando ora è il montaggio dei contenuti a 360 gradi. Cosa mi puoi dire su questo? E’ possibile e quali tipi di consigli vuoi dare a chi si affacci  questo tipo di montaggio?

    Abbiamo rilasciato da poco la possibilità, nelle versioni dalla 1.3, di lavorare video a 360 gradi con i loro metadati. Con questi supportiamo la Aspect Ratio giusta. Adesso quello che puoi fare è prendere il tuo video, fatto magari con una Insta 360 e importarlo in Luma ed editarlo tranquillamente. Questo significa che puoi fare tagli, puoi aggiungere effetti, puoi editare titoli. Ci si può divertire molto e, quando esporti, puoi farlo direttamente verso Youtube o Facebook che sono quelle piattaforme che reggono questa tecnologia semplicemente flaggando i bottoni giusti. Saranno disponibili subito in 360 e con i giusti metadati per quelle piattaforme.

    Quindi questo vale a dire che dalla versione 1.3 Luma Fusion fa lo stitching da sola in modo efficace…

    Non fa esattamente lo stitching, ma conserva i metadati se questi vengono direttamente dalla camera che ha fatto il video. Abbiamo semplificato il workflow per trattare quei video, ma non facciamo esattamente lo stitching classico. Parleremo molto con gli amici di Insta 360 per implementare questa cosa, ma va comunque detto che molte delle camere fanno lo stitching interno e rilasciano contenuti immediatamente fruibili.

  • Kinemaster va all’attacco: è sbarcata sul pianeta iOS

    Kinemaster va all’attacco: è sbarcata sul pianeta iOS

     Kinemaster: debutto a luci spente.

    La comunità di coloro che sviluppano il mobile journalism mondiale se n’è accorta da sola,  anche se non si è nemmeno visto un lancio vero e proprio della notizia, dopo il periodo beta. Di cosa sto parlando? Del clamoroso sbarco di Kinemaster nel pianeta Apple, avvenuto nemmeno 36 ore fa in completa sordina, a fari spenti, con il rilascio nell’App Store di Cupertino. Rilascio che non è stato nemmeno pubblicizzato da un tweet dell’account ufficiale dell’applicazione, sviluppata dalla coreana Nexstreaming. Te lo sto scrivendo con tale anticipo che nemmeno il sito di Kinemaster, che puoi trovare qui, ha messo, almeno fino al momento in cui sto battendo sulla tastiera, il bottone del rilascio della sua nuova creatura per il sistema operativo della mela morsicata e delle sue device.

    Il gioco cambia, di molto.

    Già mesi fa ti avevo anticipato che Nexstreaming sarebbe andata nel campo nemico, nel campo dominato, in questo momento, da Luma Touch. Lo avevo anticipato in questo post che puoi andare a rileggere perché spiega bene la grande battaglia che si sta verificando tra Kinemaster e Luma Fusion. Lo sbarco di Kinemaster in iOS, con pregi e difetti, obbliga tutti a fare un passo in avanti nelle applicazioni cross platform per il montaggio video da device mobili.

    Trainer liberi!

    Nel contempo libera anche i mojo trainer dal dover fare un corso che abbia differenze tra il mondo iOS e il mondo Android. Come? Proprio attraverso il punto di contatto che, in questo momento, è solo Kinemaster. Il gioco cambia, di molto. Tutti ne beneficeranno e ho già visto due nuove app che potrebbero rendere più serrata la battaglia.

    I mojoer l’hanno provata subito (compreso me).

    E’ stato Marc Blanc Settle, mojo guru della BBC, a mettere fuori l’avviso che aveva trovato Kinemaster nell’App Store. Da quel momento in poi è stato un florilegio di commenti, pareti, test, prove. Ci ho messo le mani anche io e l’ho trovata quasi uguale al modello Android, con i suoi pregi e i suoi difetti. Compreso il drag and drop difficoltoso, la titolazione limitata e poco intuitiva. Comprese, anche, alcune features nascoste e macchinose come il cropping. E’ rimasta la versatilità nelle transizioni e in alcuni layout.

    Lo stramaledettissimo problema…

    Il problema è il costo, il folle costo che, alla richiesta del passaggio a pro, parla di 4,99 dollari al mese e 39,99 in quota annua. Porcaccia miseria, ma allora quelli di Luma Touch cosa sono, dei pirla? Avrò modo di incontrare gli sviluppatori di  Kinemaster a Galway per Mojocon 2017 e glielo chiederò. Venti dollari in tutto di Luma Fusion contro 40 anni di Kinemaster sono un divario enorme. Chiudo dicendoti solo una cosa. Ti ribadisco che questi giorni e questi sviluppi sono importantissimi per il mondo del mobile journalism. Così facendo, il mojo si esprime al massimo anche nell’editing visto che tra montaggio pc e montaggio mobile, ormai, non c’è più differenza. Ah, un’altra cosa: la prossima super app in arrivo parlerà francese…

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    Kinemaster: debutto a luci spente.

    La comunità di coloro che sviluppano il mobile journalism mondiale se n’è accorta da sola,  anche se non si è nemmeno visto un lancio vero e proprio della notizia, dopo il periodo beta. Di cosa sto parlando? Del clamoroso sbarco di Kinemaster nel pianeta Apple, avvenuto nemmeno 36 ore fa in completa sordina, a fari spenti, con il rilascio nell’App Store di Cupertino. Rilascio che non è stato nemmeno pubblicizzato da un tweet dell’account ufficiale dell’applicazione, sviluppata dalla coreana Nexstreaming. Te lo sto scrivendo con tale anticipo che nemmeno il sito di Kinemaster, che puoi trovare qui, ha messo, almeno fino al momento in cui sto battendo sulla tastiera, il bottone del rilascio della sua nuova creatura per il sistema operativo della mela morsicata e delle sue device.

    Il gioco cambia, di molto.

    Già mesi fa ti avevo anticipato che Nexstreaming sarebbe andata nel campo nemico, nel campo dominato, in questo momento, da Luma Touch. Lo avevo anticipato in questo post che puoi andare a rileggere perché spiega bene la grande battaglia che si sta verificando tra Kinemaster e Luma Fusion. Lo sbarco di Kinemaster in iOS, con pregi e difetti, obbliga tutti a fare un passo in avanti nelle applicazioni cross platform per il montaggio video da device mobili.

    Trainer liberi!

    Nel contempo libera anche i mojo trainer dal dover fare un corso che abbia differenze tra il mondo iOS e il mondo Android. Come? Proprio attraverso il punto di contatto che, in questo momento, è solo Kinemaster. Il gioco cambia, di molto. Tutti ne beneficeranno e ho già visto due nuove app che potrebbero rendere più serrata la battaglia.

    I mojoer l’hanno provata subito (compreso me).

    E’ stato Marc Blanc Settle, mojo guru della BBC, a mettere fuori l’avviso che aveva trovato Kinemaster nell’App Store. Da quel momento in poi è stato un florilegio di commenti, pareti, test, prove. Ci ho messo le mani anche io e l’ho trovata quasi uguale al modello Android, con i suoi pregi e i suoi difetti. Compreso il drag and drop difficoltoso, la titolazione limitata e poco intuitiva. Comprese, anche, alcune features nascoste e macchinose come il cropping. E’ rimasta la versatilità nelle transizioni e in alcuni layout.

    Lo stramaledettissimo problema…

    Il problema è il costo, il folle costo che, alla richiesta del passaggio a pro, parla di 4,99 dollari al mese e 39,99 in quota annua. Porcaccia miseria, ma allora quelli di Luma Touch cosa sono, dei pirla? Avrò modo di incontrare gli sviluppatori di  Kinemaster a Galway per Mojocon 2017 e glielo chiederò. Venti dollari in tutto di Luma Fusion contro 40 anni di Kinemaster sono un divario enorme. Chiudo dicendoti solo una cosa. Ti ribadisco che questi giorni e questi sviluppi sono importantissimi per il mondo del mobile journalism. Così facendo, il mojo si esprime al massimo anche nell’editing visto che tra montaggio pc e montaggio mobile, ormai, non c’è più differenza. Ah, un’altra cosa: la prossima super app in arrivo parlerà francese…[:]

  • I dubbi su Kinemaster, il razzo di Facebook

    I dubbi su Kinemaster, il razzo di Facebook

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    Kinemaster: bella, ma quanti problemi.

    Ecco alcune mojo news che possono interessarti, a partire da alcune precisazioni su Kinemaster dopo la chiacchierata live via Facebook che abbiamo fatto sull’argomento nel gruppo Italian Mojo (a proposito, vuoi iscriverti?).

    L’applicazione di Nexstreaming, l’ho riferito in questo articolo, è sicuramente la più evoluta fra quelle che fanno fare montaggio video nel mondo Android. Non mancano, tuttavia, le problematiche che impongono attenzione nell’uso della app per chi fa il mobile journalist nel mondo del robottino. La creatura coreana, infatti, non garantisce piena usabilità per qualsiasi smartphone del mondo Android.

    In questo articolo, infatti, potete vedere quali sono le device compatibili con la app, specialmente per quanto riguarda i processori montati. Se non avete uno di questi processori nel cuore del vostro telefono potete scordarvi una cosa determinante nello sviluppo di pezzi, specialmente giornalistici. Sto parlando della possibilità di gestire più layer (uno per la timeline, uno per le coperture: a esempio). Una disdetta tremenda. Un consiglio veloce: mi raccomando, prima dell’acquisto di un telefono, verifica il processore se intendi far correre Kinemaster.

    Il razzo di Facebook.

    Da qualche ora, in fondo alla vostra schermata dell’applicazione Facebook se siete iOS o vicino alle notizie se siete Android, è comparso tra le feature un razzetto che porta direttamente a un flusso di post consigliati fra le cose che non segui abitualmente, ma selezionato da un algoritmo secondo le tue preferenze. Si tratta di un test che la compagnia di Menlo Park sta effettuando per portare ai post consigliati, un nuovo feed di notizie che serve, quindi, a far “allargare” gli orizzonti di osservazione dell’utente.

    Vista alla mojo la cosa sembra diversa. E’ pensabile, infatti, che questo primo newsfeed quasi tutto orientato sui video sia il primo passo verso la App TV annunciata e sia anche un modo per veicolare “sponsored post”. Un giochino utile a Zuck per fare incassi e utile ai mojo per pensare che la via video intrapresa da Facebook possa presto portare a revenue sharing, a pagamenti per i contenuti che si metteranno sulla piattaforma di “Faccialibro”.

    Italian Mojo a Perugia.

    Ti annuncio che quella in arrivo è la settimana dell’International Journalism Festival di Perugia. Se vuoi vedere il programma puoi andare qui. Io sarò in Umbria da venerdì 7 fino a domenica 9 e posso fare da “uomo all’Avana”. Se vuoi contattarmi per invitarmi a seguire un appuntamento o suggerirmi un evento vicino agli argomenti mojo da prediligere, sono a tua disposizione. Nel gruppo di Italian Mojo si vedranno informazioni dettagliate e contenuti particolari. Se non ti disturba, quindi, ti rinnovo l’invito: iscriviti alla nuova community italiana dei mobile journalist, potremo far crescere insieme il movimento mojo nel nostro paese.

     

     

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  • Journalism app: Luma Fusion vs Kinemaster

    Journalism app: Luma Fusion vs Kinemaster

    App e giornalismo: una rivoluzione è in atto.

    In queste ore il mondo del mobile journalism sta discutendo animatamente di un item piuttosto importante: la battaglia tra le due app di editing più famose e più complete del mercato. Ecco qualche dritta per capire meglio cosa sta succedendo e come orientarsi se vuoi risolvere definitivamente il problema del gap tra il fare il montaggio su pc o su mobile. Prima di tutto sgomberiamo il campo da dubbi: questo gap non esiste più, almeno per la maggior parte delle esigenze del videomaker mobile. Il totalmojo, quindi, ha ora tutti gli strumenti per esistere. Le due journalism app, infatti, hanno chiuso il gap che esisteva tra i due tipi di montaggio con una serie di caratteristiche e di possibilità operative che mettono anche i mobile journalist in grado di produrre contenuti chiusi “pro” dal campo e in mobilità

    Total mojo alla riscossa nel mobile journalism

    Spesso mi viene chiesta questa o quella dritta per completare il proprio mojo kit, ma voglio dirti una cosa. Non è questo che fa la differenza, ma è vedere come evolve il mercato e quali strumenti regala (a  costi infinitamente più bassi rispetto al mondo dell’editing e del producing classico) per pareggiare la professionalità mobile con quella statica. Per questo motivo ho deciso di iniziare a scrivere sugli strumenti del mobile journalism (e farò anche tutorial) non prediligendo le caratteristiche tecniche dei prodotti che un mojo deve usare, ma le novità e le informazioni che  servono per restare al passo con le innovazioni, spendere meno e lavorare meglio. Per questo comincio dalle app di editing, proprio perché al di là delle stesse app è il movimento che c’è attorno che è davvero rivoluzionario.

    Luma Fusion ha fatto il primo passo

    Il rilascio dell’applicazione Luma Fusion, dell’azienda Luma Touch, è stato un vero e proprio Natale per tutti i mojoers. Luma Touch è una software agency che, se non sbaglio, fa base a Londra e che è nata dall’esperienza di Terri Morgan e Chris Demiris, due tipetti niente male di cui potete trovare la bio qui. Si sono staccati dal team di produzione di Pinnacle Studio, un’altra app che ha fatto la storia dell’editing in mobilità. Multiple piste video, multiple piste audio, regolazione del volume e degli effetti, transizioni e titoli a piacere, registrazione del voice over nella ultima versione rilasciata.

    Luma Fusion è un Premiere in piccolo, con tutte le possibilità del fratello maggiore per computer o mac. Ecco un tutorial di buon livello, almeno per le features principali, un tutorial di Eliot Fitzroy, autore anche di un video manuale per il montaggio con Luma Fusion che potete trovare qui. Siccome ritengo l’amico Fitz (dai, si fa per ridere) un’autorevole voce sull’argomento ti raccomando la visione.

    Ha sparigliato le carte della contesa

    Luma Touch, con questa app, ha sparigliato le carte del mercato dell’editing in mobilità, facendo alzare cori di giubilo per tutti i mojoers mondiali del mondo Apple. E’ la prima del mercato a essere salita a livello di un programma di montaggio professionale. Questo ha scatenato una vera rivoluzione, tra l’altro a un prezzo al quale si può acquistare al massimo una licenza da un paio di mesi di Adobe Premiere Pro (40 euro). Con questa cifra siete ok per tutto il tempo che volete. Naturalmente la cosa non poteva passare inosservata ai concorrenti dell’app di Demiris e Morgan. Infatti si è mossa anche Kinemaster

    Il mondo android e la banda di Kine

    Kinemaster è sviluppato da Nexstreaming, una software company con varie ramificazioni e una struttura worldwide assolutamente più imponente della banda di incursori di Luma Fusion. La madre di Kinemaster e la sua banda  stanno a Seoul e il core business è lo sviluppo di software di streaming ed editing per apparecchi mobili e per televisioni. Sono un gruppo grande e strutturato, la cui visione, come dice il Ceo Il-Taek Lim nel suo messaggio sul sito, è sviluppare “benessere per l’umanità attraverso il software per apparecchi mobili e altri tipi di device non riconducibili a un pc.

    L’editing in mobilità per i professionisti, quindi, non sembra essere un core vero e proprio di Nexstreaming che, però, ha affrontato il mercato consumer dei Video Editor proprio con la sua app Kinemaster. Il percorso è stato diverso, perché i coreani hanno messo in circolo nel mondo android una app free, con acquisti in app per le ulteriori feature, in grado di eseguire funzioni elementari gratuitamente.

    Poi si sono accorti di Luma Fusion e hanno iniziato a salire i gradini della scala dei video editor professionali. Il modello di business, quindi, parte da una app gratuita, ma arriva a un prezzo (per la versione pro definitiva) che è attorno ai 40 euro… annui. Questo la squalifica rispetto alla rivale, ma insomma è una scelta che resta nei confini del praticabile, del possibile. Ecco un video che mostra le principali qualità dell’applicazione che può essere tranquillamente utilizzata per il mojo

    Kinemaster entra in iOs

    Te lo confesso un’altra volta: non sono per il robottino. Tuttavia le piste multiple, gli effetti, le transizioni, la titolazione e gli accessori importanti per editare in modo professionale qualsiasi tipo di video ci sono tutti anche in kinemaster. C’è un di più in questa grande battaglia. Kinemaster ha risposto alla mossa di Luma Touch entrando nel mercato iOS con una versione beta della sua app che dovrebbe essere disponibile nei prosimi tempi e della quale molti stanno parlando nel mondo dei mojoers e dei trainer di questa nuova filosofia.  Kinemaster per Android, quindi, è la numero uno del mercato del Robottino, ma ora sta bussando alla porta del mondo Apple. Il risultato di questa guerra? Un abbassamento dei prezzi e un miglioramento delle features possibili. Con tutto vantaggio del lavoro di un mojo come te.