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  • Il Metaverso e i lavori nel 2030

    Il Metaverso e i lavori nel 2030

    Sono tempi difficili, ma pensare al futuro è l’unica cosa che dà sollievo.

    Almeno così accade a me: Finché respiro, finché respiri, c’è un futuro da giocare. Sono tempi nei quali la guerra che stiamo vivendo in Ucraina (già, perché è anche mia e tua), toglie la voglia di comunicare. Lo sconforto mi sta rendendo zitto. Faccio più fatica del solito a tornare sui miei siti, ma stamani mi sono sforzato di pensare a qualcosa di bello. Se penso a qualcosa di bello penso al futuro: a chi potremo essere in futuro, a cosa faremo, a dove saremo, a come saremo.

    Cambiare il verso e cambiare il metaverso

    Non voglio aggiungermi alla schiera di pensatori e analisti che, in questi giorni, ci racconta le mille verità di quello che sta succedendo. Preferisco limitarmi a dire che io e te, per cambiare il verso della storia, dovremmo solo pensare a costruire la pace attorno a noi. Anche con il telefonino in mano: essendo pace, ascoltando, lavorando per bene, rispondendo ai messaggi con garbo, testimoniando. Se vogliamo cambiare il metaverso della storia, invece, dovremmo conoscerlo. Dovresti conoscerlo.

    Il lavoro nel metaverso

    In questa settimana, per me, ricomincia il bellissimo lavoro di docenza di mobile content creation per Afolmet e per due gruppi (addirittura) di professionisti e lavoratori in cerca di un nuovo futuro. Un lavoro bellissimo.

    Ecco, il lavoro. Si tratta di un mondo che continua a cambiare a una velocità folle. Un mondo nel quale, presto, molto presto, entrerà la connessione tridimensionale e quindi il metaverso. Questo pezzetto qui della rivista Social Media Today è interessante per capire che cos’è il metaverso. Un mondo parallelo generato dal computer.

    Scrivanie vicinissime, colleghi lontanissimi

    Per anni ho ripetuto, a chi mi chiedeva del futuro dei nostri figli, che dovevamo stare attenti perché avrebbero vissuto una vita di lavoro indossando dei visori oculari e stanno a contatto di scrivania con colleghi lontanissimi fisicamente. Poi è arrivato il metaverso, facendo diventare realtà le mie parole.

    Cosa vuol dire questo per il futuro del lavoro?

    Vuol dire che cambierà la vita del lavoratore, il suo luogo, il suo orario. Cambieranno i suoi risultati, i suoi dati, le sue performance. Il metaverso, per ora, è una specie di bluff che serve a Zuckerberg per sperare di non essere travolto dalla storia, ma presto diventerà toccabile da tutti e toccherà molti. Per ora è il mondo social che si rifà il trucco, ma domani mattina sarà una nuova economia.

    Metaverso e i lavori nel 2030

    Di conseguenza bisognerà costruirlo bene questo metaverso. Magari cominciando dai suoi abitanti e dai loro dati. Ecco come ne parla the next web. Poi pensando alle nuove tipologie di lavoro che sorgeranno proprio grazie al metaverso. A questo proposito mi ha incuriosito un articolo che ti metto qui della rivista per sviluppatori .cult il quale parla di nuovi lavori che nasceranno entro il 2030.

    Naturalmente questa rivista parla di ruoli tecnici, ma c’è un punto, al numero sei, che mi ha letteralmente entusiasmato: il Metaverse Storyteller. Lo trovo fantastico, perché è la conferma che l’uomo potrà costruire mille mondi paralleli, ma avrà sempre bisogno di storie. E di persone capaci di raccontarle e professionalmente preparate per questo. Come i giornalisti…

    Il consiglio che ti dò è quello di studiare. Studiare come il tuo lavoro, qualunque sia, potrà adattarsi a questo nuovo mondo. Per non essere impreparato, domani mattina, quando questo mondo arriverà.

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  • Che cosa diavolo è il metaverso?

    Che cosa diavolo è il metaverso?

    Facebook e metaverso: Zuckerberg ha dato il via alle grandi manovre.

    Il mese di luglio del 2021 sarà ricordato nella storia dei social network come il mese in cui si è iniziato a parlare del metaverso. Lo ha fatto Mark Zuckerberg, amministratore delegato di Facebook Inc., presentando i risultati economici del secondo quarto dell’anno per la sua azienda.

    Ecco il post di Facebook di Zuck che spiega i concetti espressi durante la riunione istituzionale:

    Non un web da guardare, un web da vivere

    Zuckerberg ha spiegato il concetto del metaverso, che forse hai iniziato a conoscere con il film Matrix. Di che si tratta? Di una connessione web e di un’interazione nel web che non ti limiti solo a guardare, ma dentro la quale puoi vivere. Insomma, con nuovi device e con un flusso di dati maggiore, potrai eseguire azioni che vanno oltre la semplice visione. Potrai toccare virtualmente, incontrare, ballare, creare.

    Un web da vivere sul quale, dice Zuckerberg, stanno già lavorando 10 mila persone a Facebook. “Creazioni, avatar e oggetti digitali diventeranno gli strumenti attraverso i quali ci potremo esprimere sul web e nei social“: parole di Mark. “Questo è quello che ci aspetta nei mesi a venire – ha continuato Zuckerberg – e spero che la gente cominci a vederci non come una società di social network, ma come una società del metaverso”.

    Metaverso, Facebook lo punta da tempo

    Il metaverso è un obiettivo di Facebook da tempo. Ha comprato Oculus, la compagnia che produce i visori per la realtà aumentata, la quale sta vivendo un periodo difficile perché i suoi Quest 2 hanno provocato abrasioni agli utenti e sono stati richiamati. La strada per il metaverso, però, non si è interrotta. Lo conferma anche Facebook Spaces, un ambiente per interagire dentro Facebook che è stato provato per molti mesi e che sviluppa il concetto del metaverso come di un luogo virtuale nel quale le persone possono vivere sensazioni tridimensionali mentre stanno dentro questo ambiente.

    Tu e il metaverso

    Cosa vuol dire, cosa può significare il metaverso per te? Ti faccio alcuni esempi. Puoi lavorare su una macchina che si trova anche a chilometri di distanza da te, puoi cogliere le espressioni del viso del tuo capo mentre fate una call in tre dimensioni, puoi disegnare un progetto, puoi interagire con degli schermi, puoi guardare un film immerso nella scena.

    Insomma, io e te (e tanti altri) stiamo per entrare nel web. Nel senso, siamo per andare dentro il web.

    Questo provocherà un cambiamento sostanziale nella nostra natura e potrà avere effetti molto controversi. Si tratta, tuttavia, di un’innovazione tecnologica irreversibile che non potremo fermare. Un vero potenziamento del nostro esistere.

    Una tecnologia costosa, per ora…

    Zuckerberg parla di questo mondo del metaverso come di un mondo in grado di vincere le distanze di spazio. Cambierà la nostra vita per sempre. Forbes Italia ne parla qui. Certo l’idea di perdere ancora un po’ della nostra fisicità non mi diverte molto, ma indubbiamente ci sono molti lati positivi. E mi piace guardare quelli.

    Queste tecnologie sono ancora molto costose per la massa e hanno bisogno di potenti connessioni. Tuttavia sono già qui. Manca davvero poco al momento in cui tutti avremo i nostri visori per lavorare, i nostri cloud, i nostri avatar e, come dice Zuckerberg, andremo al lavoro senza spostarci.

    Questo screenshot è tratto da https://www.dday.it/redazione/19172/zuckerberg-stecca-sul-vr-la-sua-immagine-di-futuro-terrorizza-e-inquieta

    Il mondo che vedi qui rappresentato da una foto di qualche anno fa che ha fatto il giro del mondo è quello che ci aspetta. Questa foto scatenò enormi polemiche per la sua rappresentazione distocica di un solo uomo che può costringere un popolo intero alla realtà virtuale, restando lui a occhi aperti.

    Qui si aprirono discussioni aspre sull’argomento, discussioni che devono esserci. Creando il metaverso, un mondo di mezzo nel quale si farà fatica a distinguere la realtà dalla fantasia, si aprirà un’era digitale che va interpretata molto bene. Cominciando dal creare delle regole che non diano troppo potere ai padroni delle aziende tecnologiche. Certo sai, si tratta di cose che ne io ne te possiamo cambiare. Una cosa, però, la posso fare. Guardare dalla parte buona di queste tecnologie. Come faccio sempre. Dalla parte di quello che possono fare per migliorare l’uomo. Ci stai?

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