Tag: mobile content creation

  • Reel Instagram: ti spiego come usare lo smartphone

    Reel Instagram: ti spiego come usare lo smartphone

    Reel Instagram: un mondo da scoprire.

    Sono un vecchietto e con i video verticali ci ho sempre avuto poco a che fare. Il mio formato classico, quello cui sono abituato da sempre, è quello in orizzontale, per farti capire, quello della tv. Ok. Poi un giorno mi è capitato di incontrare un vero fuoriclasse dei video verticali, Yusuf Omar, un grande collega mobile journalist e fondatore del progetto Hashtag Our Stories che puoi trovare se clicchi qui. E tutto è cambiato. Sono giorni che sto sperimentando il mondo dei Reel Instagram con l’obiettivo di creare contenuti per darti qualche dritta su come usare lo smartphone e, in particolare, le sue camere, per fare immagini.

    Reel Instagram: un nuovo linguaggio.

    Dei Reel non avevo capito nulla. Non sapevo nulla. I giorni passati assieme al mio collega australiano mi hanno fatto entrare dentro un nuovo mondo e creare un nuovo linguaggio. Secco, veloce, immediato, verticale, ritmato: i Reel Instagram sono uno strumento di grande potenzialità. Lo sono per due motivi, uno straordinario e uno un po’ malefico. Prima di dirti cosa si tratta, però, ti faccio vedere il mio ultimo Reel con il linguaggio delle storie di Google che ho appena inserito nel mio blog.

    Instagram spinge i Reel come un matto

    Ti dicevo di due motivi per cui i Reel sono davvero fenomenali. Il primo è il pubblico: raggiungi un pubblico giovane e riesci a catturare senza dubbio la sua attenzione. Il motivo? Beh, sono brevi e chi guarda quei contenuti li guarda tutti.

    Il secondo motivo è molto meno nobile. Instragram sta spingendo i suoi Reel come un pazzo. Non riesco a immaginarmi, infatti, un motivo serio per cui un pirla come me faccia migliaia di visualizzazioni ai primi Reel Instagram, se non una volontà precisa del social medium di spingere sull’uso di quel tipo di contenuto. Perché? Facile, per fregare utenti a Tiktok. Dai.

    Reel: ti spiego cosa faccio

    Mi è venuta un’idea e te la giro. Se ti va, da ora in poi e per qualche settimana, ci saranno dei Reel sul mio account che ti raccontano come utilizzare bene le varie camere dello smartphone e come fare video a smartphone libero. Insomma, ho rubato l’arte di Yusuf Omar e ho deciso di metterla subito in piazza.

    Se vuoi vedere i miei Reel e seguirmi su quel social medium, magari per chiacchierare insieme su come utilizzare questo linguaggio, mi trovi qui sotto.

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    Come riempire un silenzio sui social

  • Formazione: sono diventato un sarto

    Formazione: sono diventato un sarto

    La formazione è uno dei campi in cui ho lavorato di più nel 2021.

    La formazione è un territorio che io esploro tutti i giorni presto, la mattina. Studio, osservo, testo, verifico, guardo il mondo che mi circonda e assumo costantemente delle competenze. Poi prendo il tutto e vado su Algoritmo Umano a metterlo in pratica. Oppure sui miei social.

    La formazione è, ormai, una necessità costante perché le scuole in cui cerchiamo di diventare un determinato tipo di lavoratore o professionista, sono troppo lente per stare al passo con i cambiamenti della società. Nell’ultimo anno e mezzo, con la pandemia, l’abbiamo vissuta prima come un’opportunità poi come una costrizione.

    Già, ai primi corsi che abbiamo scelto per riempire il vuoto dei lockdown o della lontananza dall’ufficio eravamo felici. Negli ultimi mesi non vediamo l’ora di fare a meno di qualsiasi genere di incontro virtuale, formativo o operativo, che l’azienda, scuola, accademia o istituzione di cui facciamo parte ci propone.

    L’errore di chi fa formazione

    Chi crea la formazione e chi la fa, commette un errore. Anche nell’ambito virtuale la formazione è figlia del modo di insegnare agli altri che abbiamo vissuto, da studenti o professori, a scuola. Per questo è lenta, frontale, poco multimediale, poco interattiva. In questi mesi mi sono spaccato la schiena stando seduto alla scrivania per tentare di cambiare la mia formazione secondo alcune direttive. Vuoi sapere quali?

    Ho dato al mio insegnamento alcune direttive.

    Primo: ascolti chi ti sta di fronte e capisci quello di cui ha bisogno.

    Secondo: ho cambiato strumento didattico e ho scelto Genially. Veloce, interattivo, multimediale, profondo, simpatico, pieno di trucchi. Quando faccio un learning object mi sembra di essere un sarto.

    Terzo: ho mostrato sempre di più lo schermo dei miei device ai miei studenti e ho chiesto a chi mi stava di fronte di mostrarmi il loro.

    Quarto: Ho usato il sito di Algoritmo Umano come un luogo digitale dove creare laboratori dal vivo.

    Quinto: Ho tenuto lo smartphone al centro come strumento di connessione con tutti coloro che interagivano con me. Per dare un consiglio, una piccola consulenza, un piccolo ripasso.

    Cosa devo migliorare

    Nella mia formazione vorrei che si facesse largo sempre di più il concetto dell’esperienza virtuale. Ma c’è di più: devo migliorare il confronto con te per sapere in modo ancora più profondo quello che ti serve veramente. Possiamo stabilire questo dialogo? Per me sarebbe molto importante e ti spiego perché. La mia attività di formatore e la mia professionalità di giornalista si fondono nel momento in cui faccio ricerca di fonti e documenti per venire da te a darti la formazione migliore possibile tagliata sulle tue esigenze.

    Per questo motivo, più tu mi racconti quello che ti serve, più io rispondo meglio alle tue esigenze di formazione. Sono un sarto che cerca di conoscerti, capisce quello che pensi, poi va a cercare la stoffa giusta e ti fa il vestito su misura.

    Se ti va testiamo la cosa al mio prossimo corso che trovi qui sotto. A proposito, se ti iscrivi alla mia newsletter troverai degli sconti pazzeschi. Anche la newsletter la trovi qui sotto… a presto.

    https://www.algoritmoumano.it/event/laboratorio-brand-journalism-con-lo-smartphone/
    Clicca qui per sapere il contenuto del corso di mobile brand journalism.

    Ed ecco la mia newsletter. La trovi su Twitter… il social network che ho eletto a centro della mia vita digitale.

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    Formazione, il web è una strada a due sensi

  • Lavoro virtuale: territorio inesplorato

    Lavoro virtuale: territorio inesplorato

    Il lavoro, con il Covid, è cambiato per sempre.

    Ti racconto di un lampo, di un attimo. Un attimo che mi ha fatto capire molte cose sul lavoro che non avevo ancora realizzato. Cose che possono cambiare per sempre la velocità con cui uomini e imprese raggiungono i loro risultati. Non sarebbe una brutta cosa in questo mondo nel quale i mercati cambiano più velocemente di quanto possano fare le imprese.

    Un attimo che ha cambiato il mio lavoro

    Il 4 agosto 2021 ho lavorato tutto il giorno a Veronanetwork, una media company veronese per la quale mi occupo di consulenza e formazione. Stavamo esaminando le novità su alcune applicazioni per smartphone e tablet che riguardano il montaggio e le dirette social (a proposito, per saperne di più frequenta Algoritmo Umano. Ora è in manutenzione, ma presto diventerà la casa della mobile content creation).

    In un attimo mi accorgo che Zoom, il software di video call, propone un aggiornamento. Mi interrompo e scarico. Ogni volta che vedo qualcosa di nuovo mi fermo e imparo. Guardo. È una specie di malattia. Dopo il download riapro il software di Zoom del mio Mac e scopro una cosa meravigliosa. C’è una zona “app”. Incuriosito guardo di cosa si tratta e vedo che è una parte del software nel quale puoi associare applicazioni al tuo account di Zoom. Guardo un collega davanti a me e ci mettiamo subito a provare. Poi arriva quell’attimo che è destinato a cambiare il mio lavoro.

    Un luogo virtuale tutto da scoprire

    Apro una riunione Zoom e associo una app che si chiama Miro. È un software molto evoluto di mappe mentali. Lo lancio ed entro in un progetto. L’attimo folgorante arriva quando capisco che lui può interagire con me dentro la app.

    Siamo arrivati al punto di non ritorno.

    Se in un software come Zoom, infatti, possiamo lavorare insieme sullo stesso progetto, ma in modo aumentato rispetto alle solite piattaforme di collaborative work, beh penso che si possa considerare aperta l’era del lavoro virtuale.

    Un vero ufficio virtuale per il lavoro

    Ti spiego cosa intendo. Molto probabilmente saprai che ci sono molti programmi che si possono usare in collaborazione. Anche istantanea. Quello che sta creando Zoom, tuttavia, è un vero ufficio virtuale grazie al quale lavori insieme ad altri su una cosa e, nello stesso ambiente, ti vedi, ti parli, di passi le cose. Un’esperienza. Concetto centrale del nuovo modo di vivere il web.

    Con questo passo avanti siamo a una nuova dimensione del lavoro che ora è smart, mobile e interattivo. Un mondo di cui le aziende dovrebbero approfittare.

    Le aziende e il lavoro virtuale

    Ho un’impressione abbastanza netta. Ho l’impressione che in questo periodo, nel quale le aziende stanno ricominciando a vivere stabilmente i loro luoghi di lavoro, abbiano già smesso di pensare che il lavoro virtuale, lo smart working e il lavoro in mobilità, siano opportunità.

    Errore madornale.

    È vero infatti che per certi progetti e alcune fasi creative la presenza fisica è determinate. È vero anche, tuttavia, che il lavoro virtuale, se ben vissuto e con la giusta formazione, potrebbe essere un’occasione importante per cogliere due risultati. Sveltire le operazioni, risparmiare sui costi. In più avrebbe il merito di aumentare la serenità e la soddisfazione degli smart worker e la loro qualità della vita. Passerebbero, infatti, dal vivere in solitudine le loro ore al PC al considerarle un’esperienza di gruppo.

    Il futuro del lavoro

    Il futuro del lavoro farà altri passi. Li affronterò per te. Presto arriveremo al metaverso. Non sai cos’è? Beh, te lo dico lunedì prossimo. Intanto, se vuoi approfondire questo discorso basta poco. Basta mandarmi un whatsapp. Il bottone lo trovi qui nella pagina.

  • Smartphone Evolution e i suoi lettori

    Smartphone Evolution e i suoi lettori

    Il libro Smartphone Evolution continua il suo viaggio.

    Continua anche a darmi dei regali, dei doni, ogni tanto. L’ho scritto nel 2020. Volevo raggiungere quei lettori che desideravano utilizzare lo smartphone in un modo più consapevole, più efficiente, più produttivo e più utile per migliorare il proprio percorso lavorativo o di vita. Smartphone Evolution è stato pensato come un libro strumento, un manuale che, magari, leggi una volta e poi ti resta sulla scrivania, perché sai che, prima o poi, ti servirà di nuovo. Smartphone Evolution è un libro chiacchierata, pieno di esperienze, di spiegazioni, di “come si fa” e di consigli. Un libro che mi ha dato una grande opportunità.

    Un piccolo filo continuo di dialogo

    I lettori di Smartphone Evolution, in questi mesi, mi hanno cercato. Mi hanno mandato messaggi, fatto richieste, scritto considerazioni. “Grazie, guardo lo smartphone con occhi diversi e lo uso in un altro modo”, una delle frasi che ho sentito di più. Le recensioni pubblicate fino a qualche tempo fa parlano di un”manuale di filosofia d’uso dello smartphone” o del manuale di istruzioni che, ormai, non trovi più nelle scatole quando acquisti un telefonino nuovo. Eppure servirebbe. Ho vissuto un filo di dialogo continuo, del quale ringrazio i lettori, perché mi ha dato due cose molto importanti.

    La prima è che Smartphone Evolution ha vinto la sua scommessa, quella di essere utile a chi lo prendeva in mano. La seconda è che mi onora di aver in un certo qual modo inciso sulle vite di molte persone. Me ne sono accorto dagli occhi di Daniela, la lettrice che vedi nella foto di questo articolo. Una lettrice di Smartphone Evolution contenta e soddisfatta.

    Smartphone Evolution mi ha insegnato ad ascoltare

    Per il mio lavoro io ascolto molto. Ascolto le novità della tecnologia e cerco di capire, provandole, come potrebbero essermi utili. Ascolto i miei studenti, per rispondere alle loro domande. Ascolto anche i miei lettori e i loro consigli, le loro critiche.

    Ho potuto ascoltare e capire meglio chi ho davanti, grazie a Smartphone Evolution. Ho capito che ho davanti persone, lavoratori e professionisti di molti generi differenti. Ho capito che aveva senso parlare della mobile content creation, vale a dire della cultura che ti insegna a creare contenuti multimediali con smartphone e tablet, per dare a tutti un nuovo linguaggio per esprimersi. In ogni campo.

    Grazie a Daniela e a tutti gli altri lettori che mi hanno mandato una loro foto con il libro tra le mani. Siete il senso del mio lavoro. Grazie a te che sei arrivato fino a qui. Se non hai ancora letto Smartphone Evolution lo puoi trovare qui, anche in edizione digitale. Se vuoi fare due chiacchiere con me, utilizza la chat di Messenger. Ti risponderò quanto prima.

  • Webinar Dario Flaccovio: tre incontri… con regalo

    Webinar Dario Flaccovio: tre incontri… con regalo

    Webinar sulla mobile content creation in arrivo nella “casa degli eventi” del mio editore.

    Il libro Smartphone Evolution, del quale ho scritto più volte su questo sito, ha dato il via a una splendida collaborazione con l’editore Dario Flaccovio. La casa editrice siciliana sta interpretando l’evoluzione dell’editoria in modo moderno. Ha dato il via a una casa degli eventi online che è un luogo virtuale di incontro tra scrittori e lettori. Dopo l’uscita del libro, Dario Flaccovio mi ha chiesto la disponibilità di un ciclo di brevi webinar sull’uso totale dello smartphone per rilanciare lavoro e vita.

    Tre incontri per uno scopo: usare lo smartphone come macchina totale

    Con l’editore abbiamo fissato un ciclo di tre webinar per dare la possibilità ai lettori del libro Smartphone Evolution di interessarsi a una nuova cultura. Si tratta di un viaggio nella conoscenza della mobile content creation e dell’uso totale (e consapevole) del telefonino per i progetti di vita e professionali. Tre appuntamenti acquistabili a pacchetto (50 euro più Iva per 4,5 ore di formazione) oppure singolarmente (1,5 ore per 20 euro più Iva). Ecco il breve programma dei singoli incontri.

    https://darioflaccovioeventi.it/evento/webinar-smartphone-scopri-come-dare-una-svolta-al-tuo-lavoro-e-alla-tua-vita/2021-04-15/#program
    La pagina di Dario Flaccovio Eventi nella quale si può scoprire i temi di ogni singolo webinar del percorso di Smartphone Evolution.

    Un regalo per te

    Con l’acquisto di questi webinar Dario Flaccovio ti mette a disposizione un voucher dello stesso importo per acquistare qualsiasi libro presente nel catalogo. Siamo in un periodo difficile, nel quale le presentazioni fisiche sono praticamente impossibili. Questi webinar, per me, rappresentano proprio un nuovo tipo di presentazione al pubblico del volume Smartphone Evolution.

    Webinar e libro, un bellissimo binomio

    Assommano due elementi che hanno un valore: la formazione e, appunto, il libro stesso. Segui questo programma di formazione e Dario Flaccovio ti “regalerà” Smartphone Evolution. In fondo alla pagina dell’evento trovi anche il link per l’acquisto del biglietto di partecipazione agli webinar. Formazione e libro: il binomio fra cultura digitale e lettura mi sembra splendido. Che ne dici? Ci vediamo lì il 15 aprile 2021?

  • Podcast mobile: un altro mondo da esplorare

    Podcast mobile: un altro mondo da esplorare

    Podcast mobile: come cambiare il senso delle cose

    Sono alle prime esplorazioni del mondo del podcasting mobile, ma devo dire che o già percepito il senso di un mondo nuovo che mi si para davanti. Quello dei podcast è un fenomeno in netta ascesa, dentro l’universo del mercato dei prodotti editoriali. Stanno investendo nella voce i grandi giornali, i grandi gruppi dello streaming musicale, le grandi aziende. Unire questa tipologia di contenuti alla filosofia mobile potrebbe trasformare il senso di ogni incontro, di ogni registrazione, di ogni progetto editoriale audio.

    Il kit per il podcasting mobile: che leggerezza

    Per fare un podcast mobile cambia la strumentazione. La mia è quella che vedi nella foto.

    L’attrezzatura per podcasting mobile su cui sto lavorando

    Il mio iPhone 12, il mio iPad pro, uno splendido mixer Zoom P4 (grazie a Mogar Music per avermelo mandato in uso), un radio microfono Samson e il gioco è fatto. Anzi no, c’è di più. Già, c’è la splendida applicazione gratuita di montaggio e diffusione dei podcast Anchor che rappresenta l’interfaccia ideale per costruire gli episodi con disarmante facilità.

    Lo smartphone è il mio ponte verso l’esterno

    Quello che mi ha stupito, nella mia prima vera registrazione di un podcast con attrezzatura completamente mobile, è duplice. La prima sorpresa l’ho ricevuta dalla versatilità d’uso e dalla capacità di dialogo con i vari strumenti del mixer P4. Un hardware grande come una mano, in grado di rapportarsi in modo praticamente perfetto con lo smartphone quale terminale di suono (si può ospitare una telefonata da fuori in un baleno) e con l’iPad nella gestione del montaggio. La seconda sorpresa l’ho avuta dallo smartphone che ha gestito con velocità l’ingresso di alcune testimonianze esterne arrivate via Whatsapp e girate al cloud di Anchor in due colpi di dita. Lo smartphone, quindi, può essere un ponte verso l’esterno sia per le telefonate che per la gestione di file audio provenienti da qualsiasi altra app che gestisca questa tipologia di file.

    Podcast: un’opportunità per le aziende

    Sperimpenterò sul campo questa nuova modalità di fare podcasting in mobilità. La sperimenterò e la insegnerò subito al mio prossimo cliente. Si tratta della Fondazione Edulife che con il suo 311 Verona mi ha chiesto di fare un corso laboratorio sul podcast mobile per un gruppo di giovani con il fine di presentare un vero podcast a un vero cliente. Il mese prossimo, anzi, nei mesi prossimi ho una nuova missione: scardinare anche il mondo del podcasting facendolo… muovere. Un’opportunità che spero le aziende vogliano cogliere.