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  • Da Obama-Springsteen ad Algoritmo Umano: il podcast, un mondo

    Da Obama-Springsteen ad Algoritmo Umano: il podcast, un mondo

    Obama mi ha fatto emozionare.

    Ho un podcast da un anno e sono un esploratore del mondo del web, dei social, dello smartphone e della voce, dell’audio. Sono un vecchio giornalista radiofonico, sa sempre innamorato della parola detta. Oggi, quando ho visto comparire “Renegades: Born in the Usa”, podcast mandato on air dai signori Barack Obama e Bruce Springsteen, mi sono emozionato. Grazie Spotify. Ho sentito la storia entrare nelle orecchie e ho avuto la conferma che il podcast è un mondo. Un mondo dove voglio restare. Fino a quando esalerò l’ultimo respiro. Obama e il Boss mi hanno fatto emozionare perché hanno dato a tutti i nostri smartphone un prezioso documento con cui cullare le emozioni di essere vicini ai nostri eroi, di essere lì, con loro, a parlare di “Renegades”, di irregolari, di rinnegati.

    Obama e Springsteen: due voci e una profondità immensa

    Loro lo sono e forse lo sei anche tu, con quei percorsi imprecisi che fai nella tua vita di tutti giorni. Quell’equilibrio sopra la follia che rappresenta il tuo stare al mondo, al di là di tutto, al di là di tutti. Al di là del posto da dove vieni e del colore della pelle che hai. Sentilo e poi torna qui. Perché sono convinto che questa ora, anche se non capisci l’inglese, ti porterà via con la testa e con il cuore. Alla fine avrai ben capito che cosa è il podcast. Un mondo.

    La voce per esserci, la voce per gridare

    Obama e Springsteen parlano da vecchi amici, ricordano l’infanzia, i dolori, l’America dolorosa e profonda, la loro condizione di irregolari rispetto al pensare comune. Con pause e sorrisi, con ricordi e silenzi. Creando un momento magico grazie al podcast. Ecco che cos’è questo medium, un viaggio, un’esperienza vissuta, una voce per esserci, una voce per gridare. Mi sveglio presto per preparare il corso di venerdì su Algoritmo Umano (che puoi trovare qui) e sono sempre più convinto che questo mezzo, il podcast, sia il mezzo con il quale gli uomini del presente e del futuro potranno scambiare valore e stare vicini. Sentirsi vicini. Scrivo mentre sento la chitarra e la voce del Boss, graffiante e sporca come solo quelle vere sanno essere, pensando che quello che dirò venerdì non sarà un concentrato di tecnica. Tutt’altro.

    Il mobile podcast, il suono della vita vera

    Parafrasando Woodie Guthrie dico “dove poggio il mio smartphone, quella è la mia casa”. Ecco che cos’è il mobile podcast: è la possibilità di portare lo smartphone ovunque e di sentire e far sentire il suono della vita vera. E catturarlo. E farlo arrivare lontano. Basta un telefonino e un microfono per catturare l’esistenza irregolare e imprecisa che stiamo vivendo. Facendola poi arrivare lontano con poche app e pochi strumenti che ti danno la possibilità di rendere il tuo racconto ricco ed emozionante. Allora vediamoci venerdì, perché il mobile podcast è un mondo che devi conoscere anche tu. Per raccontare la tua storia con l’emozione che merita. Con il sottile sogno, secco e ruvido, di mandare la voce che hai lontano. Per trovare, sicuramente, un’anima come la tua che fa un pezzo di strada con te. In un altro posto, in un altro angolo del mondo.

    Il podcast è valore vero

    Non sono Obama, ma anche io so portare in giro l’emozione di una voce. Ti regalo quella di Giovanni Vannini. Con questo scrittore ho discettato dell’uomo che entra nell’era digitale. Ecco cosa ne è uscito. Non sono Obama e lui non è il Boss, ma una mezz’ora di pensiero e riflessione è uscita. Secca, vera, utile, profonda. Buon ascolto, anche questo podcast è valore vero.

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    Microfono per smartphone: alcuni consigli utili

  • Microfono per smartphone: alcuni consigli utili

    Microfono per smartphone: alcuni consigli utili

    Il microfono per smartphone: questa è una delle keyword che viene più utilizzata per arrivare sul mio sito.

    Semplice il motivo. In passato ho raccontato più volte di quali siano e come vadano scelti gli strumenti più adatti per acquisire l’audio con uno smartphone. Insomma: ho parlato più volte del giusto microfono per smartphone. Come qui o qui. Le possibilità su questo argomento stanno cambiando (e di molto): ormai ci sono microfoni wired e wireless (con e senza filo) che hanno qualità professionali. Senza se e senza ma.

    Piccoli e grandi problemi

    Nei prossimi giorni metterò online dei pezzi sul kit con il quale lavoro, sia riguardanti il giusto microfono per smartphone, sia i supporti e gli strumenti collaterali al mio iPhone 12. Alcune cose te le voglio dire subito, per risolvere piccoli grandi problemi di rapporto tra microfono e smartphone:

    1. Quando hai bisogno di un risultato assicurato, affidati ai microfoni con il filo. Se il tuo telefono ha ancora il jack, il jack deve essere TRRS. Deve avere, infatti, 4 poli che possano gestire entrata e uscita dell’audio.
    2. Se hai un iPhone assicurati che nella confezione del microfono ci sia il cavo micro USB-Lightning.
    3. Fa attenzione ai microfoni Bluetooth, specialmente se vuoi andare in diretta. Le app live, infatti, hanno rivisto i protocolli di questa connessione e lo stesso hanno fatto i produttori di telefonini. Per questo sono pochissimi i microfoni Bluetooth a darti l’opportunità di andare in diretta perché supportano il cosiddetto BLE (nome del protocollo Bluetooth di base accettato dalle app).

    Il 2021, l’anno della voce

    Il 2021 è l’anno della voce. Lo dice Clubhouse, lo dicono i podcast. Lo dice il trend dell’industria che sta lavorando su questo nuovo asset con cui comanderemo il web e vivremo la nostra vita virtuale in modo ancora più vero, intenso e finalmente sincronico. Per questo motivo avere il microfono per smartphone più adatto potrebbe essere molto importante. Potrebbe essere come avere la macchina giusta. Un modo per lasciare la corretta impronta vocale nel mondo virtuale che frequenti.

    Allora bisogna farsi un’idea precisa. Ti posso dare, in questo senso, un appuntamento per parlarne in modo approfondito. Parleremo anche del giusto microfono per lo smartphone al prossimo corso di podcasting mobile di Algoritmo Umano. Un corso che sarà tenuto da me e dal collega Fabio Ranfi. Clicca qui per iscriverti. Ci vediamo lì e ti spiego tutto. “Come fare un podcast con lo smartphone” sarà anche un modo per imparare come fare audio con lo smartphone e, di conseguenza, come usare al meglio un microfono per smartphone.

  • Podcast mobile: un altro mondo da esplorare

    Podcast mobile: un altro mondo da esplorare

    Podcast mobile: come cambiare il senso delle cose

    Sono alle prime esplorazioni del mondo del podcasting mobile, ma devo dire che o già percepito il senso di un mondo nuovo che mi si para davanti. Quello dei podcast è un fenomeno in netta ascesa, dentro l’universo del mercato dei prodotti editoriali. Stanno investendo nella voce i grandi giornali, i grandi gruppi dello streaming musicale, le grandi aziende. Unire questa tipologia di contenuti alla filosofia mobile potrebbe trasformare il senso di ogni incontro, di ogni registrazione, di ogni progetto editoriale audio.

    Il kit per il podcasting mobile: che leggerezza

    Per fare un podcast mobile cambia la strumentazione. La mia è quella che vedi nella foto.

    L’attrezzatura per podcasting mobile su cui sto lavorando

    Il mio iPhone 12, il mio iPad pro, uno splendido mixer Zoom P4 (grazie a Mogar Music per avermelo mandato in uso), un radio microfono Samson e il gioco è fatto. Anzi no, c’è di più. Già, c’è la splendida applicazione gratuita di montaggio e diffusione dei podcast Anchor che rappresenta l’interfaccia ideale per costruire gli episodi con disarmante facilità.

    Lo smartphone è il mio ponte verso l’esterno

    Quello che mi ha stupito, nella mia prima vera registrazione di un podcast con attrezzatura completamente mobile, è duplice. La prima sorpresa l’ho ricevuta dalla versatilità d’uso e dalla capacità di dialogo con i vari strumenti del mixer P4. Un hardware grande come una mano, in grado di rapportarsi in modo praticamente perfetto con lo smartphone quale terminale di suono (si può ospitare una telefonata da fuori in un baleno) e con l’iPad nella gestione del montaggio. La seconda sorpresa l’ho avuta dallo smartphone che ha gestito con velocità l’ingresso di alcune testimonianze esterne arrivate via Whatsapp e girate al cloud di Anchor in due colpi di dita. Lo smartphone, quindi, può essere un ponte verso l’esterno sia per le telefonate che per la gestione di file audio provenienti da qualsiasi altra app che gestisca questa tipologia di file.

    Podcast: un’opportunità per le aziende

    Sperimpenterò sul campo questa nuova modalità di fare podcasting in mobilità. La sperimenterò e la insegnerò subito al mio prossimo cliente. Si tratta della Fondazione Edulife che con il suo 311 Verona mi ha chiesto di fare un corso laboratorio sul podcast mobile per un gruppo di giovani con il fine di presentare un vero podcast a un vero cliente. Il mese prossimo, anzi, nei mesi prossimi ho una nuova missione: scardinare anche il mondo del podcasting facendolo… muovere. Un’opportunità che spero le aziende vogliano cogliere.

  • Podcast: il futuro è mobile e vivo

    Podcast: il futuro è mobile e vivo

    Il podcast è un medium che guarda al futuro.

    Molte aziende, editoriali e non, stanno prendendo in considerazione sempre più seriamente il mondo del podcast. Il mercato di questo tipo di contenuto audio è in crescita a doppia cifra su base annuale, lo spiega bene Forbes, ma bisogna comprendere bene il fenomeno, prima di buttarsi a capofitto in questo mondo in evoluzione anche per la comunicazione corporate.

    Podcast: un errore da non commettere

    Il mondo dei media italiani si distingue per resistenza al cambiamento. In questo scenario, quindi, c’è un errore genetico del mondo dei podcast della nostra lingua nel quale devi cercare di non incorrere. Il podcast, infatti, viene associato alla radio, nei suoi formati proposti al pubblico, ma in questo modo rivela un difetto esiziale. Il medium nuovo proposto con modelli e formati vecchi, infatti, non sviluppa a pieno le sue caratteristiche innovative per raggiungere in modo più moderno le sue audience. I programmi di maggiore successo sulle piattaforme di podcasting italiane, infatti, sono semplici riproposizioni di programmi radiofonici e i nuovi format sono impostati in modo radiofonico. Così si perdono per strada alcune cose.

    Il podcast non è radio

    In un mondo in rapida evoluzione va detto chiaramente che il podcasting non è fare radio. Tutt’ altro. Il mercato tecnologico che ruota attorno al fenomeno spinge per la costruzione di veri e propri studi di registrazione, ma rema contro un elemento caratteristico di questo nuovo medium. La sua versastilità. Il podcast, infatti, è un contenuto che sei esprime nello stesso modo della radio, ma ha alcune caratteristiche in più che non possiamo non considerare. Questo contenuto, per esempio, arriva nello smartphone: è utile, versatile, lo puoi ascoltare quando vuoi e stoppare quando vuoi.

    L’audio è mobile

    Un’altra caratteristica importante è quella data dal fatto che il podcast può facilmente essere mobile. Lo puoi, infatti, produrre con grande qualità attraverso il tuo smartphone e il tuo tablet. Pensa che uno degli articoli più letti della storia di questo sito è quello sulla possibilità di acquisire audio da un mixer attraverso lo smartphone. Significa che c’è una grande voglia di snellire la produzione di questo tipo di contenuto. Si può fare, eccome.

    Il podcasting in mobilità

    La mobile content creation comprende anche e soprattutto l’audio. Con lo smartphone puoi fare podcast con un suono pulito e qualitativo fino a 96 mhz per 24 bit. Microfoni, supporti e mixer piccoli non mancano. Il concetto del movimento nella produzione del contenuto crea due opportunità in più. La prima è la possibilità di spostarlo in luoghi in cui l’incontro con i clienti, gli ascoltatori o le altre realtà diventi ancora più fruttuoso, se le possibilità legate alla nostra capacità di muoversi lo consentono. La seconda cosa è che nell’audio, il rumore di fondo che si percepisce può diventare parte attiva del racconto.

    Detto francamente non credo al podcast come clonazione della radio. Credo che il futuro sia mobile per poter sfruttare le potenzialità di questo mezzo di creare relazioni fruttuose, soprattutto per la comunicazione aziendale e per la creazione di audience interessata al lavoro che si sta facendo.

    La voce è la nostra prossima mano

    Ho già scritto sulla rivoluzione che ci attende e per la quale impareremo sempre di più a frequentare la Rete senza toccare le nostre device. Il podcast è dentro questa rivoluzione ed è un medium che più di ogni altro ci avvicina alla persona che vogliamo interessare con il nostro lavoro. Il futuro è mobile, quindi, basta abbracciarlo. Sia un futuro vivo e vissuto, altrimenti la clonazione di questo tipo di contenuto rispetto a uno standard radiofonico ci farà fa perdere molte occasioni.

    Ecco l’ultima puntata del mio podcast Algoritmo Umano. Il progetto è quello di farlo crescere muovendolo anche in versione video. E’ troppo importante sfruttare questa caratteristica.
  • Pulitzer per l’audio: un messaggio grande così

    Pulitzer per l’audio: un messaggio grande così

    Il premio Pulitzer ha deciso di inserire, notizia del 5 dicembre 2019, una sezione per l’audio journalism. E’ un messaggio grande così per il giornalismo… un messaggio che in italia passa sotto silenzio.

    Il Pulitzer ascolta i tempi.

    Beh, il titolo è quantomai azzeccato per sintetizzare quello che l’annuncio del board del Pulitzer che, probabilmente, hai letto qui sopra, vuole dire. Il premio che riconosce l’eccellenza del giornalismo americano (e forse anche mondiale, verrebbe da dire) ha aperto questa nuova categoria per rappresentare un settore, quello del podcasting, naturalmente, che negli Stati Uniti ha sorpassato il miliardo di euro di giro d’affari e vede circa 90 milioni di persone al mese impegnate ad ascoltare i loro programmi preferiti. Gli show su Apple Podcast sono aumentati del 50% in un anno e le tendenze mondiali parlano di una crescita del 15% anno di questo tipo di prodotti editoriali.

    Il Pulitzer rilancia: vogliamo giornalismo sartoriale.

    Il crescere esponenziale di questo tipo di medium ha rilanciato l’idea che ci sia spazio per tornare a prodotti giornalistici “taylor-made” sia per quanto riguarda la qualità degli argomenti, sia per quanto riguarda l’adattamento al nuovo medium. Già, perché il podcast è più di un’evoluzione della radio e questo il premio Pulitzer lo ha capito molto bene. Anzi, questo passo in avanti del Pulitzer verso i podcast farà benissimo ai podcast stessi, perché darà loro maggiore credibilità. Il tutto mentre in Italia questo sussulto del Pulitzer passa inosservato e si continua a mettere online prodotti che sono il ricicciamento di programmi radio, lasciando il sottobosco dei podcast italiani, tra i quali ce ne saranno di bellissimi, allo stato brado.

    Il messaggio grande così.

    Il messaggio del premio Pulitzer dice che dobbiamo svegliarci e considerare il podcast come un medium nuovo e coltivarne la crescita e lo sviluppo, la cura e la cultura. Il messaggio del premio Pulitzer dice che il mezzo può essere usato anche dalle aziende per arrivare più vicino, in modo informale e diretto, ai clienti e agli appassionati. Per questo motivo sto sperimentando sul campo la vita del podcaster con il mio Sharingdaddy Show e per questo sto settando, con la collaborazione dell’azienda Mogar Music, la migliore strumentazione “mobile” per farlo in perfetta mobilità. Se vuoi qualche consiglio in merito sai dove trovarmi, se vuoi ascoltare qualcosina puoi andare qui.

    Ascolta “Sharingdaddy Show” su Spreaker.

    Image by Rudy and Peter Skitterians from Pixabay

  • Microfoni per smartphone: le soluzioni più classiche

    Microfoni per smartphone: le soluzioni più classiche

    Prendere un buon audio con lo smartphone non è mai stato così facile e pulito. Vuoi sapere come? Ecco alcune soluzioni, classiche e stabili, con alcuni ragguagli tecnici che ti faranno trovare il microfono che preferisci a seconda delle esigenze che hai.

    Se segui il mio lavoro, forse avrai notato che sto parlando molto dei microfoni senza fili, di quelle soluzioni per l’acquisizione del suono che viaggiano sulla connessione bluetooth con il telefonino. Ecco, in questa occasione, invece, parliamo di due soluzioni con attacco fisico allo smartphone, costruite per non avere alcun tipo di tradimento per quanto riguarda la “presa” di un buon audio. Sto parlando di due soluzioni del brand australiano Rode, ottime per risolvere i problemi riguardanti interviste posate o per “catturare” il suono in modo eccellente nella bolgia di mille telecamere (cosa che ai colleghi delle news capita molto spesso.

    Il Rode SC6-L (per telefoni iOS)

    Il kit SC6-L della Rode

    Fra i microfoni per smartphone di categoria lavallier, il set con due microfoni più l’adattatore lightning commercializzato dalla Rode con il nome di SC6-L è lo strumento indispensabile per fare ottime interviste senza alcuna sbavatura. Innanzitutto ti specifico che, se vuoi il set da due “spillini” più la porta-adattatore con i due ingressi TRRS, devi cercarlo esattamente a questo link qui: si chiama SC6-L mobile interview kit. Splendide le caratteristiche di questo prodotto che io uso con grande facilità soprattutto per i podcast. I due lavallier hanno qualità del suono pari al broadcasting e capsula in kevlar, garanzia di solidità dell’hardware e di profondità del suono. Questo piccolo sacchettino degli strumenti è un must have per le interviste da seduti, con inquadrature posate, sebbene possa essere usato, vista la direzionalità dell’acquisizione suono, anche da microfonino per la cronaca. Io lo considero una piccola working station se devi fare lavori audio come podcast o format, perché garantisce pulizia nell’acquisizione del parlato.

    I microfoni entrano mixati automaticamente nelle device iOS e possono essere gestiti molto fedelmente dalla app di Rode chiamata Reporter. Con la definizione si va a 44.1/48 khz e a 24 bit. Gli SmartLav+ che fanno parte del kit si armonizzano facilmente con le app di registrazione del mondo Apple.

    Il mitico Videomic me (L e normale – iOS e Android)

    Ecco il solido mezzo fucile Videomic Me L

    Il Videomic Me, mezzo fucile della Rode solido e preciso. è una specie di “grande classico” dell’audio per smartphone. Si può trovare una versione con la presa lightning e con il jack, ma quello che conta è la sua facilità d’uso e la sua solidità. Dotato di una presa cuffie può permetterti di ascoltare il suono che stai registrando (è lo stesso anche per l’SC6-L) con conseguente maggiore assicurata nel risultato.

    E’ il classico microfonino che pesca anche attorno ai 2,5 metri di distanza. Il range di frequenza è sui 20 khz mentre il suono è a 24 bit. Ha una grande efficacia nel ridurre i rumori e comincia a perdere di qualità attorno ai 2 metri di distanza. Nel confronto “one to one” (per un’intervista nella bolgia) o per fare speech con la selfie camera, è praticamente perfetto. Viene venduto con un antivento, un topo (per intenderci) in grado di svolgere molto efficacemente la sua funzione. Ecco un piccolo test di resa sotto stress.

    https://www.instagram.com/p/BuYrVdeh1GF/?utm_source=ig_web_copy_link

    Audio con attacco fisico, assicurazione sulla vita.

    L’australiana Rode è fra le aziende che fanno cose meravigliose, anche e soprattutto con attacco fisico. Naturalmente il filo o la “presa diretta” come nel caso del mezzo fucile, sono i modi più fedeli di acquisire audio. A questo proposito sappi che continuerò le chiacchierate e i piccoli test sull’argomento e sul settore dei microfoni wifi. Voglio che questo blog rappresenti per te un valido punto di riferimento per rispondere alle domande sulla strumentazione adatta per fare mobile content creation.

    Ulima considerazione: so bene che il kit è un po’ costoso, ma tieni conto che, con 300 euro, hai praticamente risolto oltre il 90 per cento delle soluzioni di acquisizione di audio. Non ti sembra interessante?

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