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  • Social network: ora sono luoghi digitali

    Social network: ora sono luoghi digitali

    Ti ricordi i social audio? Sì, sto parlando di quelle app come Clubhouse. Una app della quale mi sono interessato un paio di anni fa (qui puoi leggere un articolo in merito). Sono stati e sono tuttora un fenomeno dei social network che ha anticipato una cosa di cui ti voglio parlare. Mi riferisco al concetto di luogo digitale.

    Dei vecchi social network è rimasto ben poco

    Dei social che abbiamo conosciuto nella prima ora è rimasto ben poco. Ora sono a pagamento. Sono strumenti molto diversi tra loro. C’è il luogo del tifo politico (X). C’è il luogo delle ispirazioni (Instagram) e c’è il luogo delle storie (Facebook). C’è il luogo del lavoro (LinkedIn). Queste piattaforme hanno perso quasi tutte utenti, hanno modificato il senso, hanno cambiato faccia. I numeri non sono più quelli di due anni fa e il motivo per usarli è diventato diverso.

    Sono posti dove andiamo a cercare cose o possiamo dire delle cose. Dove, detta chiaramente, possiamo comunicare. E cosa si fa dopo aver comunicato?

    I social network e le esperienze

    Se comunichi bene arricchisci, se ti comunicano una cosa di valore sei arricchito. Visto che queste piattaforme ora le utilizziamo per cercare cose che ci servono mi viene da pensare una cosa. Cosa vogliamo dai social network? Vogliamo esperienze. Vogliamo le informazioni e le suggestioni. Alla fine di una lettura o di un video, vogliamo pensare di essere migliori di prima. Vogliamo fare l’esperienza del migliorarci.

    Queste piattaforme, quindi, sono luoghi in cui facciamo esperienze. Di tre tipi: dare valore, ricevere valore, connetterci. Ecco, allora perché parlo di luoghi? Semplice: perché per fare esperienza ci serve un luogo, uno spazio, riempito di senso.

    Il concetto del luogo digitale

    A questo punto va chiarito il concetto. Il luogo digitale è una piattaforma. A questo punto, è perfino tridimensionale con la realtà virtuale. Esso migliora il valore dell’esperienza che l’uomo compie mentre di trova al suo interno. Esempio: ho già fatto le prime esperienze su Horizon Worlds, il metaverso di Meta. Ecco, lì ho conosciuto F. di Duisburg, Germania. Mi sono emozionato, ho chiacchierato, ho scambiato sensazioni. Quando ho tolto gli Oculus ero arricchito per il momento passato dentro quella piattaforma.

    Mi sto spiegando? Ecco, per essere più chiaro ci ho fatto anche un video per il mio canale YouTube che ti metto qui.

    Il video del mio canale YouTube sui luoghi digitali.

    Anche i siti sono luoghi digitali

    Quindi ora posso dire che i social network cominciano a essere luoghi digitali e lo diventeranno anche i siti. Il mio, ad esempio, lo è già. Se noti, in basso a destra nello schermo, troverai la chat live che possiamo fare insieme. Mi riferisco a questo: se arrivi qui, puoi lasciare un messaggio sulla chat (previa registrazione) per chiedermi delle cose. Puoi dirmi che non hai capito una frase o che quello che ho scritto non è giusto. C’è di più: puoi anche dare il link di questa pagina a un amico. Puoi farlo venire qui. Poi, puoi anche discutere con lui su ciò che ho scritto.

    Social network ed esempi di luoghi digitali

    YouTube aprirà presto una community collegata a ogni canale nella quale gli iscritti discuteranno tra di loro e col creator. Non sarà anche quello un luogo digitale? Il Metaverso tornerà presto nelle nostre vite? Non si tratta, per caso, di un luogo digitale? Questa pagina del mio sito è un luogo digitale. Potete chattare in diretta in tanti. Potete chattare con me e tra di voi. Ecco, pensa a questo concetto e a questo senso dei social network: non possono essere più piattaforme dove perdi tempo. Devono essere luoghi digitali, dentro i quali vivi la tua vita. Ecco, smettila di rimbambirti e provaci.

    Il problema da affrontare è uno solo: non pensiamo i social così. Anzi. Non abbiamo proprio capito che posso essere luoghi digitali. Ci hanno insegnato a usarli in modo da farci stare passivi. E’ ora di cambiare la storia.

  • Community e social network: ora funzionano!

    Community e social network: ora funzionano!

    Community, streaming, social network: a cosa ti servono?

    Ti racconto una cosa che ti può essere utile. Riguarda questi giorni di lavoro del 2024. Sto progettando e realizzando il rilancio di un canale YouTube da migliaia di iscritti e sto seguendo i miei progetti di consulenza, produzione podcast e produzione video.

    KEY POINT

    1. Revisione dell’impatto dei social media: L’articolo inizia esaminando il cambiamento dell’utilizzo dei social media da parte dell’autore.
    2. Riorientamento verso una comunità impegnata: Viene evidenziato un trend nelle piattaforme social verso la costruzione di comunità.
    3. Dinamiche di una nicchia specifica: L’autore sottolinea come il focus su una nicchia ristretta abbia portato a un coinvolgimento di qualità. Sebbene la crescita del seguito sia graduale, si registra un dialogo continuo e sostanziale con i follower.
    4. Strategie per il futuro dei social: Il pezzo si conclude proiettando le strategie future dell’autore, puntando a capitalizzare l’attività della comunità. Si prevede l’introduzione di dirette YouTube per stimolare ulteriormente il coinvolgimento degli utenti e incrementare le opportunità.

    In questo periodo è cambiato in modo sostanziale il mio uso delle piattaforme social e questo cambiamento lo debbo alle operazioni fatte per precisare il mio brand e nell’esperienza professionale che sto facendo sul canale YouTube del mio committente, l’ex campione del mondo di calcio Fulvio Collovati.

    I social network sono cambiati

    Te lo premetto, questo è quello che succede a me. Magari a te ancora non sta capitando. Lavoro da un po’ cercando di creare community attorno al mio lavoro, ma il processo è stato lungo. Già un po’ di tempo fa, tuttavia, avevo annusato l’aria raccontandola in questo video del mio canale YouTube.

    Se vuoi stare sui social il momento è ora (dal mio canale YouTube)

    Insomma, le piattaforme sociali stanno cambiando e ci stanno lasciando una sola cosa: la possibilità di connetterci. Hanno servizi nuovi, sono diventati a pagamento, la pubblicità non funziona più, stanno rivoluzionando tutto, ma resta la possibilità di mandarsi un messaggio, di cercare un collegamento, di incontrarsi, di conoscersi.

    La mia community ora mi parla, sempre…

    Non avevo mai provato questa sensazione, ma ora si. Non pretendevo arrivasse presto, perché i miei numeri sono di una nicchia poco popolata. Ora, tuttavia, vedo che le persone che mi seguono sui social hanno iniziato a parlarmi: tutti i giorni. Sarà perché ho precisato gli strumenti digitali e social, sarà perché ora si capisce meglio, dai miei account, cosa faccio…

    Fatto sta che ora mi parlano in tanti. Fanno domande, chiedono un contatto, mi propongono progetti. La nicchia è rimasta quella, i numeri salgono lenti, ma la conversazione è diventata fitta. Secondo te, perché? Io un’idea me la sono fatta e te la spiego volentieri. I social network sono talmente evoluti che hanno perso la loro prima faccia, quella che ti faceva intrattenere e, nel frattempo, ti rubava dati e ti instupidiva con la pubblicità profilata.

    I social network adesso valgono davvero

    Valgono perché ora la community che hai attorno e che ti guarda attraverso i social è molto più matura e molto più in grado di smascherare il bluff. Già, in passato rimanevamo inebetiti per minuti e minuti, prima di usare queste app per leggere o vedere cose buone o per interagire. Ora che l’intrattenimento forzato sta venendo meno, facciamo due cose:

    • Andiamo sui social e cerchiamo subito in modo attivo quello che veramente ci interessa.
    • Usiamo i social per connetterci davvero. Un messaggio, un commento, un’interazione vera. Finalmente lo facciamo.

    Ora sento la community addosso

    Se i social mi parlano, vuol dire che cambiano i miei giorni. Io ascolto, guardo, rispondo sempre e trovo idee, spunti, collaborazioni, progetti, clienti… soldi. Ecco, adesso il senso c’è e io lo vedo. Sono successe solo due cose: i social hanno smesso di distrarmi e io ho precisato il mio brand personale. Ecco quello che mi sta capitando, ecco quello che dovrebbe capitare a te.

    Ps. Da stasera, sul canale YouTube, posso fare dirette verticali che finiscono fra gli shorts, i video brevi. Ne farò a valanga. Voglio parlarti. Ti aspetto lì.

  • YouTube, il più potente di tutti

    YouTube, il più potente di tutti

    La scoperta di YouTube.

    Mi occupo di live streaming da molto tempo e da un po’ (molto meno) di YouTube. D’altronde (e per fortuna) non posso sapere tutto. Da circa sei mesi, tuttavia, ho iniziato un percorso sul social dei video che mi ha portato a scoprire ogni angolo di questa piattaforma. Prima la consideravo solo una repository dei miei video, di quelli che mi servivano per fare embed sul mio sito. Poi, studiando, si è svelato davanti a me quello che penso sia, senza dubbio, il più potente dei social. Ecco i key point di questo articolo.

    Key point

    • Il contenuto riguarda ciò che si può trovare dentro YouTube, suggerendo la presenza di un vasto universo di contenuti.
    • Fare lo YouTuber è un mestiere fantastico. Questo contenuto ne descrive le caratteristiche.
    • Parla dell’enorme quantità di dati che YouTube possiede, descrivendoli come qualcosa di meraviglioso.
    • Fornisce spunti o indicazioni su come poter utilizzare i dati di YouTube.

    I video, gli spiegoni, ma non solo

    Dentro YouTube trovi il mondo. Il motivo per cui le persone ci vanno è semplice: trovare come si fa una cosa. Il social video di Google è il secondo motore di ricerca del mondo e questo è un po’ inquietante. Perché? Perché è di Google e il primo motore di ricerca è… Google. Ma parte questo…

    Lì trovi le spiegazioni, le cose che non sai, i modi di fare una cosa, un’operazione, una creazione, una riparazione, un problema di matematica o un cerchio disegnato in modo perfetto.

    E tanto altro… trovi intrattenimento, pensiero, volgarità, eccellenza, mediocrità. Trovi soprattutto persone che parlano ad altre persone e si collegano in diretta per mostrare fatti ed eventi, ma anche per rispondere a domande. Interagire. Dentro YouTube, quindi trovi comunità e hai tra le mani una potenzialità impressionante. Questo social è la televisione del 21esimo secolo e il bello è che tutti possiamo averne una. Perché è il regno del live streaming.

    Lo YouTuber, il mestiere più bello del mondo

    In Italia, in modo particolare, c’è una campagna abbastanza squalificante nei confronti degli YouTuber. Non la trovo giusta. Fare lo YouTuber è uno dei mestieri più belli che uno possa intraprendere perché ha a che fare con la creatività e con il parlare con le persone. Si tratta di un mestiere durissimo perché impone molto più di altri disciplina e costanza. Come se non bastasse bisogna alimentare la sacra voglia e il fuoco dell’esprimersi, del creare, del pensare, progettare e realizzare contenuti.

    E non è da tutti, anche se si può imparare. E’ un lavoro che, se improntato al contenuto di qualità, ti regala soddisfazioni enormi, a costo di sacrifici molto alti. E ti dona l’opportunità di conoscere benissimo la comunità cui parli perché i dati che offre sono assolutamente più precisi e più indicativi di qualsiasi altro social network. E su quelli devi ragionare per modificare e far evolvere le risposte che dai a chi fa domande su YouTube.

    I dati di YouTube, una miniera d’oro

    Ora che sto lavorando su un canale YouTube con migliaia di iscritti, il mio ancora non li ha, mi sto accorgendo della bellezza dei dati di questo social e del valore che hanno rispetto a tutti gli altri. Le visualizzazioni, le ore visualizzate dai video, gli iscritti, le entrate stimate, le curve di fidelizzazione video per video. Un mare di dati. E poi, il pubblico, il sesso, l’età, le città. I nuovi spettatori, gli spettatori che tornano. Il valore dei live streaming, dei video singoli, degli shorts rispetto al totale delle interazioni.

    Sono tutti dati che ti dicono come si muove il tuo pubblico, cosa gradisce e cosa non gradisce. Ti dicono, chiaramente, cosa vuole il pubblico e cosa puoi fare a meno di fare.

    Ti racconto un episodio. Su questo video.

    Un video del mio canale che la dice chiara su quello che penso del giornalismo e dei giornalisti.

    A un certo punto c’è un picco dell’attenzione nella curva del video. Per curiosità sono andato a guardare e ho visto che arriva esattamente sulle parole perché io odio il giornalismo e i giornalisti”. Capisci? Una scossa del pubblico quando dici determinate parole. È come avere chi guarda i tuoi video davanti a te. È una completa rivoluzione rispetto al passato di ogni giornalista o produttore del contenuto. In questo social è come se tu fossi sempre dal vivo perché questo social… è vivo.

  • Ferragni, che magnifico regalo

    Ferragni, che magnifico regalo

    Chiara Ferragni, in questo finale del 2023, ti ha fatto un grande regalo.

    Non te ne sei accorto? Eppure è proprio così. Il caso della straordinaria imprenditrice e influencer Chiara Ferragni, finita nel fango dell’affare panettoni ha portato alla ribalta ciò che sta succedendo sui social network in questo piccolo spicchio di storia del genere umano. Cerco di ricostruirti la cosa mettendo un po’ di ordine e cercando di tirarci fuori del buono per me e per te.

    I social mutano velocemente

    I social network stanno evolvendo e non si capisce ancora dove stiano andando. Molti, da LinkedIn a Facebook fino a X, hanno servizi premium di cui non comprendo ancora il senso. Questo cambiamento sta modificando l’uso dei social e il pubblico dei social. Tanto per dirne una i social premium non hanno più la pubblicità (o almeno ne hanno meno): per questo motivo il ruolo di chi lavora nell’advertising deve cambiare. Il caso Ferragni lo sta mostrando in modo evidente.

    In questo momento, quindi, chi ha vissuto con i canoni e i numeri delle piattaforme sociali nella loro prima era sta scricchiolando pesantemente. Le stesse social company stanno perdendo utilizzatori, interazioni e fatturato e si divertono a inventare cloni (vedi Meta con Threads creato per cercare di uccidere Twitter) per rubarsi fettine di mercato e per cercare di scappare dall’emorragia di soldi che stanno patendo.

    La Ferragni è stata un simbolo

    In tutto questo casino, la Ferragni è stata l’immagine italiana nel mondo della prima era dei social. E’ stata l’apparire al posto dell’essere. Ha costruito una straordinaria realtà imprenditoriale sfruttando alla perfezione il meccanismo dei social come ce li hanno propinati finora. Il suo business è partito dal contenuto (certo, di settore) ai tempi di “The Blonde Salad“, il blog di moda da cui è iniziato tutto. Poi si è progressivamente svuotato fino a diventare una serie di manifesti pubblicitari e di messaggi prefabbricati sul suo essere una brava mamma. Il suo account Instagram è un guscio vuoto. Da mesi, forse da anni.

    Il suo linguaggio (io seguo con attenzione anche il canale broadcast, che ti credi) è diventato monosillabico e si è dimenticato perfino della punteggiatura. Ti do una dritta se hai figli: guarda le chat dei tuoi pargoli e guarda il canale della Ferragni. Sono uguali, pieni di frate, bro, cute, wow, guys. La grammatica italiana di base, nell’account della nostra eroina in disgrazia, ha salutato… se non per i momenti in cui esponeva il suo apparire per delle cause o per della beneficenza (la cui efficacia è tutta da verificare).

    Dietro l’account niente

    La Ferragni era insomma un brand in cui… “dietro l’account niente!”. Poi è andata a sbattere sull’affare Balocco. I social l’hanno messa alla gogna, ma io non lo farò. La signora Chiara Ferragni è una delle imprenditrici di maggior successo che conosco e merita tutto quello che ha creato. La questione Balocco, tuttavia, l’ha mandata a sbattere non solo contro un suo clamoroso errore, ma anche contro un momento epocale del nostro vivere digitale e social. Dai, Chiara, te lo dico io: gli account dentro i quali non c’è altro che pubblicità sono finiti, così come è finito il mondo in cui i social network erano solo apparenza. Finalmente cominceremo a misurarci alla pari tutti quanti con la possibilità di creare account che abbiano un seguito perché ciò che comunicano è rilevante. Ha vinto chi crea contenuti utili o ispiranti.

    Il regalo di Chiara è importantissimo

    La Ferragni si è immolata diventando la prima vittima di questo cambiamento perché è l’italiana più famosa nel mondo dei social. Più sei evidente e più sei su e più diventa fragorosa e dolorosa la caduta. La immagino, come dice mia nipote Sofia, lontana dal suo smartphone per non uscire di testa a causa del linciaggio che esageratamente riceve. Tuttavia, forse, Chiara non si è accorta che ci ha fatto un grande regalo andando per prima incontro al cambiamento di cui abbiamo bisogno tutti. Cambiamento che non ha ancora operato, visto che i suoi social sono praticamente bloccati dopo il video del “pentimento”.

    Il regalo è questo: lei per prima ha patito il contraccolpo di un linguaggio vuoto e ora paga il conto per tutti. Dico una cosa che dovrà fare lei (e spero e credo la faccia), ma che, soprattutto, dobbiamo fare io e te. Se i social network continueranno ad avere senso devono averlo grazie a un linguaggio nuovo e a contenuti di valore. Il regalo di Natale della Ferragni è questo: ci ha fatto capire, suo malgrado, che essere vuoti di contenuti, perfino quando fai beneficenza, è un gioco che non paga più. Quindi la signora dovrà metter in campo i contenuti al posto del reality show. Se no è destinata a sparire. Lo stesso dovrai fare tu.

    Il linguaggio trasversale

    Hai bisogno di crearti un linguaggio che sia l’arma con cui sparare i tuoi contenuti di valore. E posso dire anche che è il momento in cui te ne devi trovare uno che attraversi le piattaforme: sono stufo di adattare il mio linguaggio al mezzo solo perché le metriche mi dicono che un mio video su Tiktok viene visto poco dopo i primi 15 secondi. Eh, mi spiace per chi quei quindici secondi non li supera…

    Inventiamoci un linguaggio trasversale (dal mio canale YouTube

    Una volta inventato quello progetta i tuoi contenuti e racconta i tuoi percorsi in modo da creare in chi ti legge gratitudine per quello che legge. I tuoi social e i miei social sopravviveranno così anche perché, per ora, si possono scordare di ricevere i miei soldi se non mi danno valore. “Sai qual è l’unico social che pagherei? Quello che mi è utile: Whatsapp!”: sono parole di mia nipote.

    Gli altri social possiamo hackerarli solo smettendo di apparire e cominciando a essere. Con il nostro linguaggio trasversale e con i nostri contenuti.

    Aspettando la Ferragni 2.0

    Sono praticamente convinto che la signora Ferragni stia preparando un cambiamento, anche perché ha platea, contenuti e possibilità di creare un linguaggio e dei contenuti rilevanti che le facciano dimenticare questo momento. Anzi le faccio un appello: signora Ferragni, lo faccia. Cominci a raccontarci chi è, cosa fa, come lo fa, perché lo fa e come è arrivata fino lì. Sono convinto che i suoi milioni di fan diventeranno ancora di più e finalmente si accorgeranno che lei non è un guscio vuoto.

    La foto è uno screenshot del sito www.theblondsalad.com.

  • Social network: dove devi stare?

    Social network: dove devi stare?

    Dove devi stare sui social network: te lo sei mai domandato?

    Utilizzare i social network e costruire la propria vita e il proprio lavoro sui social network è un percorso, come la vita. Anzi è una parte della tua vita, della mia (e soprattutto di quella dei nostri figli). Io faccio il giornalista, creo contenuti, faccio il formatore, distribuisco conoscenza e consapevolezza sull’importanza del contenuto e della “penna” con cui lo creiamo: lo smartphone.

    La fuga da un social network: il caso X

    In questi giorni ho osservato con attenzione un fenomeno: le persone stanno fuggendo da un social network e lo dichiarano. Se vuoi capire un po’ meglio di cosa si tratta vedi questo video del mio canale YouTube (e magari iscriviti se non lo hai già fatto).

    Il video del mio canale YouTube sul caso X

    Le persone, quindi, non vogliono più stare in un posto dove trionfa la parte peggiore dell’umanità. La differenza, rispetto agli altri casi di crisi dei social network, è sostanziale: questa volta lo dicono.

    Questo è il professor Mauro Magatti, illuminato professore, editorialista, scrittore, generatore di idee e di nuovi modelli di società. C’è dell’altro. Il più grande esperto di social media al mondo, Matt Navarra, ha dichiarato la stessa cosa.

    Oggi è il momento di farsi la domanda

    Dove devo stare sui social? Ecco, è il momento di chiederselo. Per più di un motivo. Oggi possiamo scegliere in quale piattaforma digitale di connessione sociale vogliamo esprimerci. Dobbiamo crescere e diventare adulti nel nostro modo di costruire la nostra immagine digitale perché questo, ora, è parte integrante della nostra vita. Per quanto mi riguarda, questi mesi, questi giorni, sono i giorni in cui comincio a pensare al “me futuro”. Ho bisogno di dare maggiore precisione al mio brand personale, al mio racconto, alla mia immagine, al mio percorso, alla mia storia.

    E tu? Vuoi continuare a essere sulle piattaforme in cui succedono cose come quelle che vedo su Twitter in queste ore? Non hai ancora capito che quello che sei sui social è esattamente quello che sei nella vita? Se la risposta è si, allora pulisci casa e chiudi le stanze piene di odio, di tifo, di falsità della tua casa digitale.

    Non cercarmi su Twitter

    I miei social network stanno per ricevere una bella pulita. Non cercarmi su Twitter, non mi troverai più. Ho sostituito quel social network con un nuovo luogo in cui guardo il mondo. Si chiama Artifact. Li troverai i miei aggiornamenti battenti, all’inizio in inglese, poi in Italiano. Per trovarmi su Artifact puoi cliccare qui. E poi? E poi ho scelto YouTube perché da qualche mese mi sto allenando alla content creation in vista di uno sviluppo dell’Algoritmo Umano, il mio laboratorio.

    Quello che mi preme dirti, però, è di concentrarti sul tuo progetto professionale e farti questa domanda: dove voglio, dove devo, dove è utile che io stia sui social network? Penso che la risposta che ti darai sarà determinante per il tuo futuro. Ti posso anche dare un aiuto in più.

    I social network per capire, i social network per raccontare

    Cosa sono i social network? Per rispondere giro la domanda all’assistente AI del sito.

    I social network sono piattaforme online che consentono alle persone di connettersi, interagire e condividere contenuti con altre persone in modo virtuale. Queste piattaforme offrono diverse funzionalità, come la creazione di profili personali, la possibilità di aggiungere amici o follower, la condivisione di testi, foto, video e altri contenuti, nonché la partecipazione a gruppi di interesse comune. Sono strumenti che permettono di connettersi con amici, familiari, colleghi e persino con persone sconosciute che condividono interessi simili. Inoltre, i social network possono essere utilizzati come strumenti di promozione e marketing per le aziende, consentendo loro di raggiungere un pubblico più vasto e interagire con i clienti.

    Essere dove conta

    Per me sono altro. Sono strumenti per capire come va il tuo mondo prima che lo sappiano gli altri e per raccontare i tuoi progetti e interagire con persone rilevanti per te, siano esse nella tua sfera personale o lavorativa-

    Per questo motivo, quando ti fai la domanda “Dove devo stare sui social” cerca di utilizzare solo quelli che ti facciano sapere, capire, cose rilevanti e quelli che ti facciano interagire e raccontare cose a destinatari rilevanti. Elimina serenamente il resto. Da ora in poi il mio giro di social lo puoi fare così, in ordine di importanza: YouTube, Artifact, Linkedin, Instagram, Titkotk (che devo ancora capire). Il resto non lo curerò più. E’ questione di vita, di scelte, di essere dove conta e non dove son tutti.

  • Il senso dei social network nel 2022

    Il senso dei social network nel 2022

    Social network: che ne dobbiamo fare?

    I social network stanno cambiando. Con il mio Algoritmo Umano ci studio e ci lavoro tutti i giorni, ma è ancora molto fluida la situazione per poter capire veramente dove stanno andando e cosa dobbiamo farne noi. Ti racconto, però un piccolo episodio personale per farti capire cosa i social network rappresentano per me. Tutto è nato da un post dell’amico Matthew Feinberg, CEO di Alight Creative, società creatrice della bellissima app di editing e di grafica animata Aligth Motion.

    L’importanza di un contatto

    Ho visto dalla mia timeline di Facebook che si spostava dalla sua Seoul verso Milano. Ho subito pensato che fosse solo uno scalo per tornare nei suoi Stati Uniti o per andare altrove. Nonostante questo gli ho scritto un commento chiedendogli, se fosse rimasto in città, la possibilità di vedersi. Da quel contatto ho scoperto che veniva qui per restare. Ha affari proprio in città. Il senso dei social network per me si stava materializzando. L’importanza di un contatto ha rivelato subito il suo valore.

    Un incontro meraviglioso

    Attraverso i social network abbiamo iniziato a programmare un incontro. Parole affettuose sul piacere inaspettato di potersi vedere, due indicazioni e via, ci siamo visti. Io e Matt, due vite a 8 mila miglia di distanza, che si incrociano grazie a un social network.

    Due ore a parlare, a raccontarsi la vita e il lavoro. Due ore a guardarsi negli occhi, a ridere e a scherzare. Ore nelle quali ringraziavo l’esistenza dei social network senza i quali non avrei mai potuto conoscere uno dei più grandi mobile creator della terra.

    Una sensazione vera

    Ti dico il senso dei social network per me, un senso che si materializza nella forza dei legami deboli di Granovetter di cui ti ho parlato qui. I social sono uno strumento per coltivare relazioni di valore che iniziano virtualmente, ma si sostanziano fisicamente. Così come penso sia il web: un posto in cui stiamo in contatto e creiamo un contatto che inizia qui, ma finisce quasi sempre in un incontro fisico, in una collaborazione vera, in uno scambio di valore. Mi ha colpito davvero provare sensazioni vere per una persona che è nella mia vita virtuale da anni, ma è stata nella mia vita reale per un numero di giorni che si contano sulle dita di una mano.